Berrettini: a Shangai per il Masters e il numero uno italiano

Continua senza battute d’arresto la scalata di Matteo Berrettini ai vertici del tennis mondiale. Il 23enne romano, fresco semifinalista agli US Open, vuole coronare la sua indimenticabile stagione con due traguardi: il primo posto nel ranking tra gli italiani e la qualificazione al Masters che quest’anno si giocherà a Londra e dal 2021 a Torino e che vedrà impegnati gli otto migliori tennisti della stagione.

Il primo dei due obiettivi è quasi raggiunto. Matteo è al momento tredicesimo al mondo, a soli 100 punti di distanza dalla dodicesima posizione di Fabio Fognini. La classifica virtuale, però, dice ben altro: contando i risultati del recente torneo di Pechino e inserendo il primo dei risultati esclusi negli ultimi dodici mesi il tennista romano è già avanti.

L’ufficialità potrebbe arrivare a giorni: impegnato nel prossimo Master 1000 di Shanghai, dove se la vedrà con Struff al primo turno e dove dovrà difendere soltanto 18 punti, Berrettini è pronto al sorpasso su Fognini, diventando uno dei più giovani numeri 1 della storia del tennis italiano. Davvero niente male per un ragazzo che appena due anni fa alternava gli impegni nel circuito Challenger alle prime qualificazioni ai principali tornei ATP.

Il primato come tennista azzurro più forte è estremamente prestigioso ma puramente simbolico. Lo è molto meno la qualificazione alle ATP Finals di Londra in programma dal 10 al 17 novembre. Al torneo che vedrà impegnati gli otto tennisti che hanno conquistato più punti in stagione, sono già qualificati Nadal, Djokovic, Federer e Medvedev con Thiem e Tsitsipas pronti a raggiungerli a breve. Per gli ultimi due posti, però, ci sono in lotta ben sette atleti: Bautista-Agut, Zverev, Goffin, Matteo Berrettini, Nishikori, Monfils e Fabio Fognini.

Il romano dovrà cercare di fare più strada possibile negli ultimi impegni stagionali, i Masters 1000 di Shanghai e Parigi-Bercy dove non ha molti punti da difendere e dove potrebbe approfittare dei problemi fisici di Nishikori e di Bautista-Agut, tennisti di alto livello ma spesso frenati dagli infortuni.

Qualificazione o meno, quella del ventitreenne allievo di Vincenzo Santopadre, resta una stagione incredibile. E se la semifinale a Flushing Meadows ha rappresentato la consacrazione, l’avvio del rito di passaggio da promessa a realtà del tennis mondiale ha però una data: luglio 2018. La scorsa estate Matteo ha conquistato sulla terra svizzera di Gstaad il primo trionfo in singolare nel circuito maggiore (a cui aggiunse la vittoria in doppio con Bracciali). Fu quella vittoria a far scattare qualcosa nella testa di Berrettini e a convincerlo di poter competere con i più forti del mondo. Mai previsione fu più azzeccata.

Nel 2019 ecco l’esplosione definitiva: arrivano i titoli ATP sulla terra a Budapest e sull’erba di Stoccarda, che gli permettono di diventare il più giovane azzurro di sempre a conquistare tre tornei ATP (a soli 23 anni e 2 mesi), gli ottavi a Wimbledon e la lezione subita da Roger Federer e poi le semifinali agli Us Open. 

Proprio a New York si è intravisto quale potrebbe essere il futuro di Berrettini: un futuro da presenza fissa nella top ten mondiale. Se il gioco è già adesso di primissimo livello (anche se il rovescio deve trasformarsi da arma puramente difensiva a colpo d’attacco e va migliorata la velocità negli spostamenti), quello che ha stupito tutti a Flushing Meadows è stata la solidità mentale mostrata.

Emblematici al riguardo i quarti contro Monfils. Perso il primo set per 6-3 con troppi errori gratuiti, il romano si è rimesso a macinare gioco e punti col servizio, vincendo i due parziali successivi per 6-3 6-2. Nel quarto set il ritorno del francese che allunga la partita al quinto. È qui che è emersa la forza del carattere di Berrettini che dopo aver subito un break in avvio l’ha recuperato, ha sprecato dei match point e poi si è preso la semifinale contro Nadal con il 7-5 del tie break.

Lo stesso Nadal che dopo averlo battuto con un netto tre a zero al penultimo atto del torneo ha speso parole importanti: “Non posso che congratularmi con Matteo – ha detto – è molto forte, è già uno dei migliori al mondo, credo abbia un futuro vincente davanti a lui”. È la speranza di tutto il tennis italiano.

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