Gaming: che ruolo giocano le donne?

Nell’immaginario collettivo – complici anche alcuni stereotipi e cliché – ci siamo abituati a considerare il mondo del gioco come una sfera di pertinenza del solo universo maschile. Questa percezione si acuisce maggiormente se indirizziamo il nostro pensiero ad alcune specifiche sfaccettature di questa dimensione, come ad esempio quella dei videogiochi o quella del gioco d’azzardo. Se questa impressione può trovare un effettivo e reale riscontro sotto alcuni profili, è altrettanto vero che ce ne sono anche altri in cui le donne, piano piano, stanno riuscendo a farsi strada.

Secondo un’indagine Ipsos Mori, condotta a livello europeo su un campione di 5 Paesi – Italia, Spagna, Francia, Regno Unito, Germania – circa il 40% della spesa effettuata nel 2020 in videogiochi proveniva da donne. Non solo: alla crescita di 3,2 miliardi di spesa nel settore registrata nel 2020, le donne hanno compartecipato in egual misura rispetto agli uomini.

Analizzando un totale di 118 milioni di giocatori di videogames dei sopra citati Paesi (solo 17 dei quali italiani), la ripartizione percentuale dei giocatori è del 53%  per il lato maschile e del 47% per quello femminile.

La percentuale è, invece, agli antipodi per quanto riguarda i casinò online: in questo caso, gli uomini rappresentano ben l’86% degli utenti, mentre solo il restante 14% è rappresentato dalle donne.

Analizzando i dati di questo settore, emerge come le donne prediligano tipologie di giochi gratuiti, come le slot machine disponibili gratis su internet: effettivamente, già all’epoca dei soli casinò terrestri – quando internet era ancora un’utopia – le slot machine erano state originariamente installate come principale fonte d’intrattenimento ad appannaggio delle mogli e delle amiche dei giocatori. Solo in seguito sono divenute oggetto di interesse per la totalità dei visitatori delle case da gioco, fino a diventare uno dei giochi più richiesti a livello mondiale.

L’affinità fra il mondo femminile e quello delle slot machine online è legata sia alla semplicità dei giochi, sia alle trame, che spesso rievocano personaggi già conosciuti nel mondo del cinema e delle serie tv: possiamo pensare alle slot dedicate a Baywatch, Beverly Hills 90210, per avere un immediato e facile esempio, ma anche a quelle dedicate a titoli TV più recenti, come Peaky Blinders e The Walking Dead.

Non ci sentiamo però al sicuro, neppure nel mondo del gioco virtuale

Il risvolto negativo della medaglia riguarda l’annoso fenomeno delle molestie, che sempre più spesso viene sottoposto all’attenzione popolare, anche grazie alla comunicazione diretta che si può avere con i social network, seppur mai sufficientemente discusso e analizzato. Già, perché ben il 59% delle gamers ha affermato di occultare la propria identità, onde evitare spiacevoli commenti o molestie verbali, nel corso delle proprie sessioni di gioco.

Il dato è emerso da uno studio condotto da Lenovo e Reach3 Insights su 900 donne di USA, Cina e Germania, intervistate al fine di comprenderne le abitudini in relazione all’utilizzo di videogiochi. È inoltre emerso che nel 77% dei casi, le intervistate hanno affermato di esser state oggetto di commenti sessisti nel corso delle partite giocate online: se la maggior parte delle volte i commenti erano diretti alle capacità di gioco, nel 44% erano invece pressanti e non richiesti commenti sulla situazione sentimentale della giocatrice.

Così, la maggior parte ha deciso di celarsi dietro personaggi, avatar o nickname maschili, per evitare questo genere di offese.

Dall’altra parte dello schermo

Migliori notizie riguardano il lato opposto dello schermo: sono sempre più le aziende nel mondo del gaming che impiegano personale femminile, fra i dipendenti del gruppo.

In occasione della presentazione del bilancio di sostenibilità 2022 di Snaitech, è stato reso noto di aver raggiunto la percentuale del 48% di dipendenti donne fra il personale del gruppo. Un’altra istituzione nel comparto, il noto provider Novomatic, rappresenta un ottimo esempio, con il suo 53% di quote rosa all’interno del proprio personale. Ombretta di Monte – Awp Sales Director della sofware house austriaca –, intervistata in merito al mondo del lavoro in generale e a quello del gaming in particolare, ha espresso la convinzione che tuttora persista una scarsa inclusività nei confronti del mondo femminile, triste eredità di consuetudini culturali troppo profondamente radicate nella moderna società.

 

Fonti

https://www.ipsos.com/sites/default/files/ct/publication/documents/2021-03/ipsos_women_played_women_paid_women_made_4.pdf

https://www.ilmessaggero.it/donna/mind_the_gap/un_gamer_su_donna_ma_meno_di_1_su_5_lavora_settore-5979911.html?refresh_ce

 

 

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