Gambling, i numeri del settore e la crescita in Campania

Il gioco d’azzardo continua a trovare seguaci tra i cittadini italiani. Il gambling rimane un’industria florida nel nostro Paese, in grado di raggiungere una raccolta di 100 miliardi di euro nel 2017. Una cifra impressionante, se si considerata che soltanto tre anni prima non si superavano i 90 miliardi. Le nuove tecnologie digitali stanno trovando un ruolo fondamentale nella diffusione delle scommesse, permettendo a un numero sempre maggiore di giocatori di avvicinarvisi e ai più affezionati di avere più tempo per puntare.

Un’analisi comparativa pubblicata da Gaming Report ha evidenziato che nel 2017 è diminuito l’incasso delle entrate erariali, con 100 milioni di euro in meno rispetto al 2016. Il leggero calo può essere ricondotto ai cambiamenti legislativi, ma soprattutto a un aumento del payback da parte delle aziende. Infatti, la contrazione è avvenuta soprattutto nelle perdite dei giocatori, passate da 19,1 a 18,9 miliardi di euro. I settori in maggiore crescita sono il betting exchange, con un incremento del 50%, i casinò game (+46,6%) e le scommesse sportive (+43,3%). Specialità come ippica, slot machine e cash game registrano invece un calo a tratti vistoso. Le macchinette in particolare sembrano essere state colpite dalle continue limitazioni legislative, tra distanziometri e orari di apertura.

Chi invece non sembra conoscere problemi è il gioco online, che nel 2017 ha toccato i 27 miliardi di euro. Sei in più rispetto al 2016, quando già costituiva una fetta importante dell’industria. Internet finora è stato bersagliato in misura minore dalle nuove legislazioni, risultando immediatamente accessibile ai clienti del settore. Le applicazioni per smartphone sono proliferate, permettendo ai giocatori di scommettere in ogni momento della loro giornata. A livello sociale, non va sottovalutata l’importanza del fattore “anonimato” garantito da internet, lontano da occhi indiscreti. È innegabile che tuttora la società moderna vede in modo dispregiativo i giocatori assidui, e farsi riconoscere con frequenza in un ambiente legato all’azzardo è associato a un danno d’immagine non indifferente. In una società in cui l’immagine è spesso legata indissolubilmente alla persona, il gioco non vale la candela per molti cittadini, che trovano su internet il loro casinò sicuro.

Tra le varie regioni, la Campania si sta ritagliando uno spazio fondamentale nell’economia dell’azzardo. Nella graduatoria per volume di gioco si trova in terza posizione, alle spalle soltanto di Lombardia e Lazio. I dati più recenti diramati dall’Agenzia dei Monopoli di Stato si riferiscono al 2016, quando il gioco fisico della regione raccoglieva 7,2 miliardi di euro su un totale nazionale di 74,8. Rispetto al 2013, soltanto tre anni prima, la tendenza era di un aumento di un miliardo di euro. Di questi 5,5 tornavano agli scommettitori sotto forma di vincita, contro gli 1,7 spesi. I cittadini campani prediligevano gli apparecchi, con una raccolta di 3,8 miliardi di euro, contro l’1,1 milioni di scommesse sportive e lotto. In confronto ad altre regioni, rimane comunque una sorta di equilibrio tra le varie specialità, per quanto AWP e videolottery mantengano un leggero vantaggio sugli altri giochi. Sarà interessante scoprire gli sviluppi in futuro, con la crescita dell’online e tutte le limitazioni relative al settore fisico.

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