Gioco pubblico, numeri che non lasciano spazio a dubbi

Il 2021 è stato un anno tutt’altro che semplice per il gioco d’azzardo. Il settore ha infatti dovuto fare i conti con lockdown, restrizioni e limitazioni. Il comparto è stato comunque, nonostante le difficoltà, in grado di riorganizzarsi, vivendo quello che può esser definito un vero e proprio riassetto. Riassetto che avuto nell’online e nel virtuale il suo principale punto di forza. D’altronde, passando molto più tempo a casa, in molti hanno deciso di giocare sfruttando lo smartphone e magari anche delle app facilmente scaricabili sia su IOS che su Android. Ma che cosa dicono i numeri? Giusto entrare nel dettaglio e nello specifico.

133 aziende legate al gioco chiudono i battenti

Come riporta nella sezione news il sito Italcasino, sono 8201 le imprese italiane che offrono servizi di scommesse e di gioco. Vanno però registrate anche 133 cessazioni. Insomma, i numeri, sotto questo punto di vista, non sono proprio positivi, ma occorre sicuramente fare delle differenze da regione a regione. Per esempio, in Campania il gambling ha retto bene botta alla crisi sanitaria. Infatti sono stati 1588 le imprese sempre in attività. Tutt’altro tenore in Piemonte, dove a non fermarsi sono state in 384. Parlando sempre di cifre e di dati, il luogo dove si è giocato di più è stato il Veneto. Infatti è qui che è stato è registrato un volume di gioco pari a 4.244.00€, con 850€ di spesa per giocatore e per appassionato.

Entrando un po’ di più nel dettaglio, può esser detto che i dati raccolti nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio testimoniano sì una ripresa, ma si è senza alcun dubbio ben lontani da quelli che erano i dati antecedenti alla crisi sanitaria. Qualche nuova apertura e qualche segnale importante c’è stato, ma le difficoltà si sono percepite e sentite per tutto il 2021. Ma che cosa potrebbe succedere nel 2022? Sicuramente il leggero e graduale ritorno alla normalità potrebbe dare una grossa mano a un settore che ha pagato a caro prezzo le continue chiusure.

A fare una previsione, oltre a provare a chiarire alcuni aspetti, è stato Andrea Prete, presidente di Unioncamere: I risultati dell’analisi che abbiamo fatto mostrano come l’andamento delle iscrizioni sia certamente un qualcosa di correlato alle prospettive dell’economia. Si deve però anche tenere conto degli andamenti settoriali diversificati e delle politiche di aiuti pubblici. Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”. Dunque sembra davvero che la ripartenza del gioco d’azzardo possa trovare spunto da quanto accaduto nelle regioni del Sud. Non resta che attendere conferme già in questi mesi, che potrebbero davvero essere quelli decisivi.

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