Perché e a chi destinare il 5xmille

Ogni anno i contribuenti italiani sono tenuti a determinare il proprio imponibile e liquidare le imposte da versare. Tra queste c’è l’IRPEF, cioè l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche: introdotta nel 1974, è una tassa progressiva obbligatoria che rappresenta una delle principali fonti di entrata per lo Stato e che viene calcolata sulla base del reddito complessivo di una persona.

Con la finanziaria relativa al 2006 l’Italia ha però introdotto una nuova misura fiscale che permette ai contribuenti di togliere una piccola percentuale dell’IRPEF (pari allo 0,5%) dalle casse dello Stato per destinarla ad enti che operano su progetti socialmente utili e rilevanti. Si chiama 5xmille ed è stata definitivamente stabilizzata nel 2014, diventando un’opportunità preziosa per dare un contributo diretto e significativo ad azioni solidali importanti. Il 5xmille, direttamente proporzionale a quanto dichiarato dal singolo utente, è una sorta di donazione libera e volontaria che non costa nulla e non comporta oneri fiscali extra: si tratta infatti di una quota che ogni contribuente ha l’obbligo di pagare e che, se non viene destinata a nessun Ente, viene comunque prelevata dallo Stato. Se ti interessa l’argomento del 5xmille, scopri di più su questa nuova misura direttamente online. Nel frattempo ecco alcune fondamentali informazioni in merito.

A chi si può destinare il 5xmille

Il 5xmille non può essere destinato a qualsiasi ente: esiste infatti uno specifico elenco dei beneficiari ammessi stilato dall’Agenzia delle Entrate e aggiornato annualmente.

Questi sono raggruppati in specifici ambiti che comprendono gli enti non profit le cui attività rientrano nelle finalità del volontariato, ricerca scientifica, sanitaria e universitaria, attività sportive a carattere dilettantistico, attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e sostegno alla gestione delle aree protette. Inoltre, anche le politiche sociali perseguite dai Comuni rientrano tra le realtà che possono beneficiare del 5xmille.

Questi beneficiari hanno l’obbligo di rendicontazione: devono cioè documentare in dettaglio come sono state utilizzate le quote ricevute e compilare un documento che illustri le attività svolte con le relative somme.

Come destinare il 5xmille

Il 5xmille va destinato durante la dichiarazione dei redditi e può essere fatto tramite compilazione del Modello Unico (per titolari di redditi di impresa e di lavoro autonomo con partita IVA), 730 (per i dipendenti e i pensionati) o CU/Certificazione unica (per i soggetti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi). In questo terzo caso, è necessario indicare la propria scelta tramite apposita scheda allegata.

Per donare il 5xmille occorre apporre la propria firma nel riquadro presente e indicare il codice fiscale dell’ente a cui si sceglie di destinare la somma (è possibile esprimere una sola preferenza).

Se al momento della dichiarazione dei redditi o della compilazione della CU si inserisce solo la firma, senza codice fiscale, la somma verrà distribuita equamente tra tutti i beneficiari della stessa categoria. Al contrario, se non si effettua alcuna scelta, la quota verrà destinata allo Stato.

Importante anche sapere che il 5xmille non toglie la possibilità di donare anche il 2xmille (sostegno ai partiti politici) e l’8xmille (sostegno a credi religiosi): si tratta infatti di tre misure volontarie e non obbligatorie che non si escludono a vicenda.

Come si calcola il 5xmille

Il 5xmille altro non è che una parte di tasse che ogni contribuente deve obbligatoriamente pagare per legge. Con questa possibilità, si sceglie semplicemente di destinare questa cifra ad enti no profit invece che lasciarla allo Stato.

Si calcola sulla base dell’imposta del reddito e il suo valore consiste nello 0.5% della propria IRPEF. Per calcolare il 5xmille è quindi sufficiente dividere la quantità della propria imposta sul reddito per 1000 e moltiplicare il risultato per 5.

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