Le immagini agghiaccianti della giovane, 39enne, insegnante milanese di origini sarde, Ilaria Salis, detenuta da ben 11 mesi nelle carceri “modello medievale” ungheresi, con l’accusa, mai provata, di aver picchiato nientemeno che … due naziskin, gettano una luce sinistra sul grado di imbarbarimento raggiunto da certe nazioni sovraniste, come appunto l’Ungheria, foraggiate dall’Unione Europea, ma foggiate sul modello statunitense. Questa storia, infatti, fa pendant con quella, altrettanto drammatica, di Silvia Baraldini, del 1983, allorquando la nostra connazionale emiliana fu accusata ingiustamente, con prove false, di associazione sovversiva, solo per aver dato, da volontaria, aiuto a poveri emarginati afroamericani, e immigrati dal resto del mondo. In quel caso, la povera Silvia venne internata in un carcere di massima sicurezza sotterraneo di New York, in una cella umida e senza finestre, costretta a stare h24 nuda, illuminata da una lampada elettrica sempre accesa, di notte e di giorno, spiata dalle telecamere finanche durante l’uso del bagno (sic!). Non ebbero pietà nemmeno quando la malcapitata, a causa delle pessime condizioni di detenzione, si ammalò di tumore: venne operata e subito riportata in cella! Venne costretta a rimanere in carcere ancora per anni, fino a quando il Comitato Silvia Baraldini di Ferrara, coadiuvato da alcuni comitati regionali, come quello lucano fondato dal poeta-scrittore Engel von Bergeiche (all’anagrafe, Angelo Calderone), non cominciarono a fare delle petizioni popolari da mandare a Bill Clinton, l’allora Presidente degli USA. Dopo qualche anno di pressing a 360°, nel 1999, grazie alla sensibilità dell’ex ministro di Grazia e Giustizia, Oliviero Diliberto, la povera donna venne finalmente estradata in Italia, ad espiare la pena residua.
Nel caso di Ilaria Salis, mutatis mutandis, ci troviamo di fronte ad un fatto inedito, assurdo ed indicibile: hai visto mai una ragazza menare dei filonazisti? E’, ovviamente, più facile che un cammello passi per la cruna di un ago! Neanche allo sceneggiatore più ardito verrebbe in mente un soggetto del genere: sembra l’ossimoro del topo che mangia il gatto! Eppure, in questo mondo alla rovescia, trovi una piccola nazione, illiberale dichiarata, come quella magiara, che detta legge nella UE: prende fondi ad libitum; viola in continuazione i diritti dell’uomo; prevarica il potere giudiziario (altro che indipendenza della Magistratura!); non paga mai le sanzioni comunitarie; impone orari, ritmi lavorativi e salari da schiavi ai lavoratori, per attrarre investitori stranieri. E, dulcis in fundo, si permette anche di mettere le catene ai piedi, alle mani, alla cintura e al collo ad una povera disgraziata comunitaria, per tradurla in tribunale. Sì, al guinzaglio, proprio come fanno i domatori di orsi dei circhi equestri, durante i trasferimenti! Del trattamento in carcere non è dato sapere, ma se questo è il trattamento in pubblico, figuriamoci all’interno del penitenziario. Si sa, di certo, che la povera, simpatica ragazza, in isolamento per 7 mesi, è stata, tra l’altro, costretta per oltre un mese ad indossare gli stessi indumenti intimi, sporchi, senza poterli cambiare, privata degli assorbenti per il ciclo, della carta igienica etc.: una vergogna che grida vendetta e l’intervento urgente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nel 2024 non si può tollerare un calpestio così palese della dignità umana, da parte di un Paese “amico”, maxime quando si tratta di una donna. Che nel Paese dei femminicidi quotidiani, la classe politica al governo non s’indigni neppure, verso il tiranno, rimanendo inerte, fa specie. Eppure, anche Ilaria è italiana, cristiana, cattolica e donna, così come rivendica colei che vuole essere chiamata “il presidente”. L’unica differenza consiste nel fatto che la “rea” simpatizza per la Sinistra. E tanto è bastato all’Inquisizione ungherese, violando tutti i diritti della cittadina italiana, a trasformare un essere umano in animale da torturare e degradare. Solo la damnatio ad metalla non è stata ancora irrogata, ma facciamo i debiti scongiuri, perché con l’aria che tira, non si sa mai. Un partito italiano affiliato a quello del despota Orbàn ha sempre proclamato: ”Prima gli italiani!” Sì, in galera!
Prof. Domenico Calderone
Dr.Giuseppe Giannini
La triste vicenda di Ilaria Salis, al di là delle inopportune speculazioni politiche da parte dei soliti noti ed inqualificabili soggetti – mr.Papeete, la sora Giorgia e i fascistelli reazionari, che si atteggiano, a seconda della convenienza del momento a nazionalisti (la retorica delle frontiere) o globalisti (il dogma del “libero mercato” e la sudditanza verso le istituzioni del capitale finanziario e dell’imperialismo USA/Nato) mette in luce tutta l’ipocrisia di coloro che cercano di arrampicarsi sugli specchi per giustificare questa barbarie.
Si tirano in ballo tante questioni, come l’eventuale commissione del reato o l’appartenenza politica, pur di sviare il nocciolo del problema: la tenuta dei sistemi democratici e la credibilità dello Stato di diritto.
Vi sono Paesi che prevedono la pena capitale ed altre forme di punizione incivile: le frustrate, i trattamenti disumani e degradanti, la tortura.E non parlo dell’Iran,dell’Egitto, dell’Arabia Saudita, della Russia o della Cina, con i quali si chiudono colpevolmente gli occhi di fronte ad i superiori interessi commerciali.Ad esempio. negli USA, che dal secolo scorso si sono arrogati il diritto di esportare (con la violenza) la loro idea di democrazia (capitalistica) vi sono tanti Stati in cui la pena di morte è contemplata, e si fa business con le armi e le carceri.
Ancora una volta è la stessa credibilità dell’UE che viene messa in discussione.Lo Stato di diritto si basa su un insieme di principi, consolidatisi grazie a secoli di storia, e che tutti hanno fatto propri: la separazione dei poteri, l’indipendenza della magistratura, e dei media, e l’esercizio del diritto di difesa.In linea di massima, nel rispetto dei diversi regimi sanzionatori tra Paesi, vi è un insieme di regole uguali in quelli di civil law , riguardanti chi è sottoposto ad accusa e/o alla detenzione e cioè: la garanzia di un contraddittorio, l’imparzialità del giudice, la parità con l’accusa, una sanzione adeguata e proporzionata.Invece, vi sono Paesi membri della Nato come la Turchia, o dell’UE – il gruppo di Visegrad (Ungheria,Polonia,Slovacchia e Repubblica Ceca), in cui quest’insieme di regole non sempre trovano applicazione.Essi hanno fatto del potere di ricatto e di veto l’arma con cui rendere impotenti queste istituzioni.Ed altri prossimi ad entrare, l’Ucraina del macho e corrotto Zelensky, in cui gli oppositori politici e i dissidenti sono in galera. L’Ungheria alleata dei nostri conservatori italioti fa parte di quel gruppo sovranista internazionale che sovvenziona Trump,Putin e le forze di ultradestra xenofobe, razziste e sessiste. Dietro la retorica dell’attacco all’UE o al Papa l’intento è solo la presa del potere, per imporre la mano dura all’interno delle singole nazioni (suprematisti e neofascisti) ma sempre sudditi del capitale globale. D’altronde è la storia stessa di Orban che lo dimostra, avendo in passato approfittato dei fondi europei per l’agricoltura per spartirseli con i suoi amici. Cosi abbiamo assistito ad un’immagine raccapricciante, che non ammette giustificazioni.Si è mai visto una persona accusata o condannata per qualsiasi reato in quelle condizioni? Forse a Guantanamo o nei campi di rieducazione.I nostri finti garantisti al governo ribadiscono come la legge sia uguale per tutti i potenti.Ci si accanisce con i deboli, i dissidenti e non allineati – gli sgomberi degli occupanti,il decreto rave, l’inasprimento di pene verso i manifestanti, mentre si condonano i reati delle élite – i reati fiscali di imprenditori, le immunità di politici – a conferma che il potere, più o meno autoritario, abbisogna di sudditi da disciplinare ed addomesticare,In perfetta continuità con il regime dell’amico della donna al governo che si dice madre e cristiana.
Dr. Roberto Antonio Ferrieri
Buonasera, la vicenda della Professoressa Salis è surreale.
Surreale nella narrazione degli eventi e dei fatti da parte della dittatura Orban, surreale nelle immagini e nei contenuti in toto.
Tralasciando questo aspetto, non è possibile che nel 2024 accada questo e non è possibile che lo stato Italiano, l’Europa, non mettano fine a questa deplorevole vicenda all’istante.
Le cause? Politica? Interessi?
Chissà…
Povera Salis povero mondo!
Danila Marchi
Grazie Professore per la sua onestà intellettuale e per aver sviscerato così bene il problema annoso della pena, del detenuto, delle carceri, di colpevoli, di innocenti e dei “metodi” utilizzati dai diversi paesi per la detenzione, anche per coloro che sono in attesa di giudizio. Le condizioni in cui vivono in tante realtà carcerarie spesso sono inique e avvilenti. Più che a riflettere e a redimere il soggetto in questione mirano a umiliarlo nella psiche e nel corpo, ad annientarlo come essere umano, cosicché tanti non reggono. Pochi elementi non bastano a giudicare le situazioni specifiche, eppure i sistemi utilizzati per tutti, in certi paesi, non si confanno al rispetto della persona. Il carcere non è un albergo cinque stelle, ma neppure un immondezzaio o un luogo coercitivo e ripugnante. Confido che i problemi sollevati possano portare a risolvere la questione in maniera più civile e consona, per l’appunto degna di paesi civili.
Rossella
In paesi dove vige la dittatura, purtroppo è inutile dirlo si arriva a questo. l’Italia poi si annovera tra i paesi scendiletto, di certo non è un esempio da seguire, visto come la nostra “demofascista” che abbiamo noi, fa manganellare chi non si assoggetta a questo regime. Solo il grido contro le ingiustizie sarà l’unica arma di chi non fa parte di detto gregge, mi meraviglio come tante donne come me, dimenticano le loro simili e ne parlano solo a convenienza. Io sono: Silvia Baraldini, sono Ilaria Salis e tante altre ancora, che hanno il coraggio di essere donne con un cervello e non decerebrate da una società malata, e voi cosa siete o cosa volete essere finché tutto ciò abbia fine?
Prof.ssa Maria Muccia
Questa volta è proprio difficile la soluzione del problema, quindi, anche il solo commentare non è cosa semplice, sia in merito alla persona a cui ci si riferisce e sia per la reazione che si possa suscitare in ognuno di noi con un pensiero autonomo, personale e, comunque, sicuramente rispettabile, come in ogni persona civile dovrebbe essere. Una domanda mi viene spontanea: cosa ci faceva Ilaria Salis, insegnante, l’11 febbraio, in Ungheria? E’ periodo scolastico. Come si possono concedere permessi per andare in Ungheria! Ho insegnato per 42 anni e mai mi è passato per la testa di chiedere permessi per il piacere di viaggiare, credo che se l’avessi fatto, comunque, mi sarebbero stati rinnegati. Un insegnante non parte per manifestare, ma per collaborare e insegnare comportamenti civili: scrivendo articoli, partecipando a convegni, insomma gli strumenti da utilizzare dovrebbero essere ben altri! E poi, come si può andare in casa degli altri e permettersi il lusso di dire come ci si debba comportare? con quale autorità, al massimo si potrebbe giocare alla pari tramite autorità, e lei non lo era. Forse si voleva utilizzare il metodo usato dagli italiani senza rispetto per sé stessi che a chiunque arrivi in Italia si permette, per quel famoso principio “dell’accoglienza”, di fare quello che vuole, pur calpestando i nostri valori? Un’altra cosa che non tollero è quella di sottolineare la mancata solidarietà femminile, perché se fosse stato un uomo il comportamento sarebbe stato diverso? Chi si sente pari non chiede aiuto per essere diverso, ma chiede aiuto e basta. C’è tanto da lavorare nel proprio paese su questi temi, perché, se si è convinti di vivere in un paese “civile e democratico”, con tutto quello che succede, forse dovremmo ravvedere il nostro vocabolario seriamente!