PMI ed export: analisi di un trend positivo

Export in EU, crescita legata a corrieri e spedizioni
Cresce l’export in Europa, situazione positiva anche in Italia grazie ai servizi di corrieri come BRT per consegne pacchi all’estero

Esportazioni come metodo per accrescere i ricavi e la portata aziendale: è quanto stanno pensando le piccole e medie imprese europee che negli ultimi 6 mesi del 2016 si sono sempre più orientate Export in EU%2c crescita legata a corrieri e spedizioniverso l’export. L’importante dato emerge da “European SME Exporting Insights” indagine commissionata da UPS e che include informazioni basate su un campione di 12.815 aziende e 8 Paesi del continente. Unica eccezione la Gran Bretagna in cui la recente Brexit ha rallentato il trend e la fiducia nelle esportazioni.

Chi esporta registra ricavi superiori alla media: è l’estremo sunto dello studio annuale di UPS, giunto alla quarta edizione, che ha dimostrato ancora una volta che le piccole e medie imprese che decidono di puntare sull’export crescono in proporzione maggiore rispetto alle altre. Unico dato in controtendenza resta quello della Gran Bretagna, pesantemente influenzato dall’esito del referendum sulla Brexit. Se, infatti, le PMI intervistate prima della consultazione dichiaravano la propria fiducia nell’export e l’intenzione di aumentarne la portata (36%), nell’ultimo trimestre dell’anno la percentuale scendeva drasticamente fino al 20%. Un trend che ha fatto scendere il Regno Unito dal secondo posto come Paese esportatore – dietro solo la Germania – fino al sesto.

Aspettative di incremento delle esportazioni, invece, per tutti gli altri Paesi in cui si è svolta l’indagine con un significativo aumento dal 26% del secondo trimestre dell’anno al 33% del terzo. Nonostante il calo di fiducia post-Brexit, la percentuale numerica di imprese che esportano cresce in tutti gli Stati, Regno Unito compreso, con destinazioni principali per i prodotti esportati gli altri Paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti.

Se le PMI tedesche sono le più propense all’export resta complicata la situazione dell’Italia. Il 2015 era stato l’anno nero delle esportazioni con la maggior parte delle imprese che dichiarava di non credere in questa segmento d’impresa. Nel 2016 la tendenza si è invertita significativamente con segnali importanti anche dalla nostra regione, soprattutto per il ciò che riguarda l’export nel settore agroalimentare e auto, ma rimane molto al di sotto della media europea: solo in Italia (14%) e Spagna (13%) le imprese che dichiarano di esportare sono al di sotto del 20%.

Ma come spiegare queste difficoltà tutte italiane? Se guardiamo al mercato interno gli ostacoli più alti sono rappresentati dallo sdoganamento, dall’affidabilità della consegna e dagli elevati costi delle spedizioni. Un problema, quest’ultimo, a cui stanno cercando di porre rimedio in maniera indiretta gli stessi spedizionieri creando dei veri e propri servizi ad hoc per le consegne su tutto il territorio europeo. Molto interessante al riguardo la scelta del corriere italiano BRT che ha deciso di appoggiarsi al servizio internazionale DPD per le proprie consegne, oltre ad aver creato un’opzione ad hoc proprio per il mercato europeo, BRT Euroexpress.

I costi delle spedizioni sono stati ulteriormente abbassati grazie a servizi web come Packlink.it, che compara i costi di spedizione dei principali corrieri italiani e internazionali, compresi Poste italiane, UPS e BRT. Si possono così trovare su Packlink le tariffe di BRT a prezzi scontati, riducendo i costi che le PMI italiane devono affrontare per effettuare spedizioni all’estero, utilizzando i servizi DPD e BRT Euroexpress.

Lo studio di UPS ha, infine, dimostrato che più della metà delle PMI che ha esportato negli ultimi tre anni ha realizzato un forte incremento dei ricavi. Incremento registrato, invece, solo dal 31% degli imprenditori che hanno deciso di non esportare.

Ponendo uno sguardo al futuro e seguendo le indicazioni di Nando Cesarone, presidente di UPS Europe, sono tre i settori in cui le piccole e medie imprese devono investire per iniziare ad esportare in maniera intelligente e soprattutto redditizia: sfruttare l’e-commerce, oggi segmento imprescindibile per le aziende che vogliono scandagliare mercati più ampi e più distanti, imparare a crescere in “palcoscenici” poco conosciuti come quelli extra-europei ed extra nord America e, infine, lavorare sul marketing e studiare le strategie promozionali. Tra le PMI che ancora non esportano sono quelle francesi, spagnole e britanniche a dimostrarsi più preparate al “grande salto”.

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