Alpha Go, l’intelligenza artificiale che batte l’uomo nei giochi

16216015_1111606902281982_962458813_nCirca un anno fa AlphaGo, il sistema di intelligenza artificiale di Google DeepMind, ha sconfitto nel gioco di strategia “Go” Lee Se-dol, uno dei più grandi campioni al mondo. Una notizia che ha riportato l’attenzione sul tema uomo vs macchina e sulle possibilità che in un futuro prossimo le intelligenze artificiali diventino superiori al cervello umano.

Ad alimentare ulteriormente il dibattito l’episodio avvenuto ad inizio 2017: un giocatore sconosciuto con nickname “Master” si è iscritto alla piattaforma di “Go” online Tygem ed ha ottenuto 51 vittorie su 51 partite. Una serie vincente che ha destato non pochi dubbi tra i giocatori che hanno iniziato a sospettare che dietro Master si nascondesse proprio una versione aggiornata di AlphaGo.

Tra i giocatori sconfitti, in ben due occasioni, anche il cinese Ke Jie, numero 1 del ranking mondiale. Un Ke Jie scioccato da queste partite e tra i più sospettosi, insieme al professionista israeliano Ali Jabarin, che dietro Master si celi un computer guidato da intelligenza artificiale, molto probabilmente AlphaGo. Una notizia confermata in seguito da Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, tramite Twitter.

Un episodio, questo, che conferma come il mondo dei giochi sia uno dei preferiti degli sviluppatori di A.I. per testarne le potenzialità e per individuare i campi di applicazione futura. La sfida tra uomo e macchina, infatti, era iniziata molto prima di AlphaGo (già nel 1996 il campione di scacchi Kasparov era stato sconfitto da Deep Blue, l’intelligenza artificiale creata da IBM) e sta proseguendo proprio in questo periodo con il progetto Cepheus, software che si prefigge di sconfiggere l’uomo al tavolo verde del poker sportivo. Ripercorriamo la storia di questi due precedenti.

Cepheus

Creato qualche anno fa nella University of Alberta, Cepheus è un software definito imbattibile nella versione heads-up del Texas Hold’em. Un’affermazione forse un po’ troppo entusiastica se pensiamo che il professionista Michael Shinzaki l’ha sfidato e battuto, seppure su un campione ristretto a 200 mani. Un risultato che conferma come “la soluzione” nel poker sia ancora lontana in quanto proprio in questo sport le decisioni vengo prese dai giocatori basandosi su informazioni parziali e siano condizionate dagli aspetti psicologici ed emozionali del poker, difficilmente prevedibili su base statistico-matematica. Resta comunque la portata innovativa di Cepheus, un programma capace di prendere decisioni strategiche in tempo reale sulla base dell’analisi di un numero di mani smisurato ed il cui algoritmo potrebbe trovare importanti applicazioni nella cyber-sicurezza e nella medicina.

Ma se Cepheus viene definito (quasi) imbattibile, a cosa è dovuta la sconfitta? Molto probabilmente al campione di mani giocate, ritenuto insignificante per avere dati accurati: basti pensare, come affermano gli sviluppatori, che la probabilità di sconfiggere il software su 100 mani è del 46% ma se estendiamo la prospettiva a 30.000 essa si abbassa al 5%, facendo sì che solo una persona su 20 possa ritenersi in grado di batterlo. La fortuna, quindi, rimane fondamentale nel breve periodo ma perde di valore aumentando il numero di partite: come è noto, il poker sportivo è un gioco di abilità e nel lungo periodo vince il migliore. Che al momento non è sempre Cepheus, che peraltro deve ancora sfidare i più grandi campioni di poker.

Deep Blue

Illustre predecessore di AlphaGo e Cepheus, Deep Blue è stato il primo cervello artificiale in grado di battere l’essere umano in un gioco di strategia, più precisamente negli scacchi. L’episodio risale al 1997, anno in cui l’intelligenza artificiale creata da IBM sconfisse all’esordio davanti alla scacchiera Garry Kimovic Kasparov, il più giovane campione del mondo nella storia degli scacchi. Dopo l’inizio shock il russo riuscì comunque a vincere la sfida che si teneva al meglio delle 6 partite con il punteggio di 4 a 2. Quella del ’96, però, fu solo la prima tappa del confronto. L’anno successivo Kasparov sfidò di nuovo Deep Blue, rimediando una cocente sconfitta.

 

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