Banche più solide rispetto al 2014

ImmagineLa crisi in Europa perdura da, ormai, quasi 10 anni: era il 2007 quando l’Europa subì il forte contraccolpo dei problemi degli istituti finanziari d’Oltreoceano. A farne le spese in maniera decisa fu l’Italia, la cui situazione economica crollò drasticamente, portando il Paese in un momento decisamente scuro, da cui sembra che, adesso, l’Italia stia lentamente uscendo. Tra i principali protagonisti dell’economia nazionale che hanno sempre destato qualche pensieri ci sono le banche italiane, tra le meno affidabili in Europa negli ultimi anni secondo alcune indagini condotte dalle autorità di vigilanza bancaria che, però, stanno ultimamente riscattando il periodo oscuro con prestazioni al di sopra delle aspettative.

Dagli ultimi stress test che sono stati condotti su alcuni istituti bancari a campione in tutta Europa, infatti, è emerso che le banche italiane sono tra quelle più forti di tutto il continente, seconde solo a quelle belghe.  A cadenza periodica regolare, infatti, la BCE e l’EBA analizzano in maniera approfondita le riserve di capitale dei principali istituti bancari europei allo scopo di valutarne la capacità di sopportazione nel caso in cui le condizioni economiche dovessero subire un importante virata in negativo, come successe quando la crisi si abbattè sull’Europa.

Nel 2014 questi risultati furono a dir poco insoddisfacenti ma in due anni le banche hanno lavorato alacremente, in maniera organica, con lo scopo di raggiungere l’obiettivo e di garantire una discreta stabilità anche nei momenti più difficili per l’economia. Gli istituti bancari hanno studiato strategie e metodologie per assorbire l’eventuale shock economico, evitando bruschi contraccolpi sulla micro-economia e, quindi, sugli investimenti e sui capitali dei risparmiatori. In quella che può essere chiamata una corsa alla resilienza, per utilizzare un termine sempre più diffuso nel linguaggio comune. A dimostrazione della volontà e della straordinaria capacità degli italiani di rialzarsi sempre e comunque nei momenti più difficili, dagli stress test è emerso proprio che le banche del nostro Paese sono quelle che, attualmente, dispongono dei migliori sistemi di arginamento delle perdite e di riduzione dell’impatto di una possibile nuova crisi tra i Paesi più grandi e solo il Belgio ha saputo fare di meglio.

Entrando nello specifico dei risultati diramati dall’indagine condotta dalla BCE e dell’EBA, infatti, nel periodo 2014-2016 l’Italia è il Paese che ha dimostrato di mantenere maggiormente stabile il suo Common equity tier1 in uno scenario avverso ipotizzato in fase di test. Questo significa che le banche italiane, nel panorama europeo, sono quelle che si sono maggiormente impegnate, ottenendo i migliori risultati, per trovare soluzioni in grado di assorbire una situazione di shock dei mercati e della macro-economia, sviluppando strategie variegate per la riduzione dell’impatto. In particolare, tra ricollocazione e aumenti dei capitali e diversificazione dei ricavi, gli istituti di credito nel nostro Paese sarebbero in grado di arginare in maniera più che sufficiente una situazione economica avversa e improvvisa, come quella verificatasi solo qualche anno fa. Snocciolando numeri e statistiche, a fronte di un miglioramento medio europeo di 210 punti base, l’Italia ha invece registrato un incremento di ben 250 punti base, notevolmente maggiore rispetto alla media. Mediamente, infatti, il Cet1 europeo è salito dall’11,3% al 13,4%, con un incremento dell’1,9%. L’Italia, invece, che nel 2014 fece segnare un Cet1 del 9,6% ha raggiunto nel 2016 il 12,1%, con un incremento del 2,5%.

La simulazione di shock sulle banche europee effettuata due anni fa aveva comportato la perdita di 252 punti base che, invece, nel 2016 sono saliti a 391, con un incremento di 139 punti base. L’Italia, invece, che nel 2014 ha fatto registrare una perdita in simulazione di 339 punti, nel 2016 ha segnato un incremento di appena 8 punti base, ossia 347. Il risultato ottenuto dalle banche italiane può considerarsi eccellente, nonostante negli ultimi due anni gli istituti di credito del nostro Paese abbiano dovuto fare i conti con una fiducia molto scarsa da parte del mercato che, però, ha stimolato una ricerca di soluzioni eccellenti per l’ottenimento di questi ottimi risultati.

Inoltre, in una situazione di stress, l’Italia potrebbe essere in grado di produrre un profitto pari a 367 punti base, notevolmente superiore rispetto ai profitti che sarebbero in grado di produrre mediamente altri istituti europei, fermi a 235. Cosa significa? Significa che i ricavi delle banche italiane non sono strettamente correlati con col margine d’interesse, come si è comunemente portati a pensare. Per chi fosse intenzionato ad aprire un conto corrente qui potete trovare alcune delle migliori banche online del momento.

 

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