“Il femminicidio è un crimine sociale”: presentato a Muro il libro su Ottavia

All’Unitre  di Muro Lucano i giornalisti Fabio Amendolara ed Emanuela Ferrara hanno presentato il loro libro “La colpa di Ottavia”, inchiesta sulla misteriosa scomparsa di Ottavia De Luise ,la bambina di dodici anni scomparsa nel 1975 a Montemurro. La segretaria dell’Unitre Milena Nigro ha aperto l’incontro e salutato gli ospiti e la giornalista Virginia Cortese ha moderato la serata. I due giornalisti hanno trattato degli abusi subiti dalla ragazzina,  hanno affermato che qualcosa di più poteva e doveva esser fatto, che sia stato assurdo pensare ad una dodicenne, come una poco di buono o una provocatrice, come emerse dalle prime indagini. Hanno chiarito che si tratta di una storia che inquieta le coscienze, dalle troppe domande senza risposta, simile in questo alle tante altre storie di ordinaria violenza avvenute in questa nostra terra. Alla serata ha partecipato anche la psicologa e docente dell’UNITRE Paola Borrelli affermando che la violenza contro le donne non accenna a diminuire e sembra non avere tempo né confini; non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali. I casi di femminicidio hanno una crescita annuale costante e gli stereotipi mediatici ripropongono figure di donne abissalmente lontane da quell’aspirazione di libertà che, proprio al tempo della storia di Ottavia, sembrava a molti così a portata di mano. Il caso di  Ottavia pone di fronte alla responsabilità di un futuro di dignità e di libertà ancora tutto da costruire. La scrittrice Ferrara si chiede se nell’immediatezza dei fatti furono seguite davvero tutte le piste, ma soprattutto se, all’indomani della riapertura del caso, non ci si è soffermati tutti in maniera troppo semplicistica sulle piste di sempre, quelle cioè che non hanno mai portato a niente. Altra gradita ospite della serata è stata la Dott.ssa Anna Maria Fanelli, Presidente dell’ANDE e Consigliera Regionale di Parità, che ha affermato che le verità delle tante storie insolute di questa regione spesso sono sotto i nostri occhi, si tratta solo di approfondirli con caparbietà e determinazione, senza mai arrendersi. E che la verità merita di essere cercata anche se bisogna aspettare 36 anni per conoscerla, come nel caso di Ottavia.

La violenza alle donne – in qualunque forma si presenti, e in particolare quando si tratta di violenza intrafamiliare – è uno dei fenomeni sociali più nascosti; è considerato come punta dell’iceberg dell’esercizio di potere e controllo dell’uomo sulla donna e si estrinseca in diverse forme come violenza fisica, psicologica e sessuale, fuori e dentro la famiglia .“I media spesso presentano i casi di femmicidio come frutto di delitti passionali, di un’azione improvvisa ed imprevedibile di uomini vittime di raptus e follia omicida.  In realtà questi sono l’epilogo di un crescendo di violenza a senso unico e generalmente sono causati da un’incapacità di accettare le separazioni, da gelosie, da un sentimento di orgoglio ferito, dalla volontà di vendetta e punizione nei confronti di una donna che ha trasgredito a un modello comportamentale tradizionale”. Ma se si osservano gli ultimi casi di violenze e omicidi di donne sembra che quanto sia messo a disposizione dallo Stato non percepisca il problema della violenza sulle donne nella sua dovuta gravità.  È responsabilità dello Stato garantire a tutti eguali diritti, e quindi eguale prevenzione e protezione dalla violenza anche alle donne, non si può più stare ad aspettare. Il  femminicidio è un crimine di Stato tollerato dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, ultimamente sono stati fatti sforzi da parte del Governo,e si spera che portino ad una diminuzione di femminicidio si traducano in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.

Milena Nigro 
Segretaria UNITRE

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