Dal Pizzicantò al Tuzza Muro: i giochi tipici della Basilicata

I giochi da strada non sono più visti come semplici passatempi per bambini. Il concetto di gioco non riguarda infatti solo la sfera infantile, ma abbraccia lo sviluppo dell’identità collettiva, come dimostra ad esempio l’organizzazione di sagre e feste patronali nelle quali si tende a proporre i divertimenti di una volta. Anche per questo motivo i giochi di questo tipo sono come permeati da uno spirito folkloristico che ne innalza il valore culturale. Un discorso che si rivela valido soprattutto in alcune regioni del Sud come la Basilicata in cui i giochi da strada erano particolarmente gettonati in passato.

Pizzicantò

Uno dei più noti viene individuato sicuramente nel Pizzicantò, uno dei tanti giochi basati sulle torri umane. In questo caso il gruppo di partecipanti deve provare a ruotare intorno a se stesso senza perdere mai l’equilibrio. Il crollo della torre viene letto allegoricamente come un rovesciamento della società. Si narra che spesso le torri venivano composte da uomini adulti appartenenti a svariate categorie di lavoratori, come artigiani o contadini. Nel 2003 il Pizzicantò è diventato persino patrimonio dell’Unesco, ma difficilmente viene praticato dai più piccoli, considerando che l’attività non è certo esente da rischi per la propria incolumità.

Albero della Cuccagna

Un altro gioco tipico della Basilicata è rappresentato dall’Albero della Cuccagna. Qui lo scopo è quello di arrampicarsi su un albero o su un palo per arrivare fino alla sommità dove viene posto un premio, di solito costituito perlopiù da dolciumi. A prima vista sembrerebbe un’impresa facile, se non fosse che il palo viene ricoperto apposta di grasso. Anche questo gioco sembrerebbe celare qualche significato ancestrale: gli alberi rinvigoriscono gli uomini con i loro frutti e gli uomini devono impegnarsi per raccoglierli e giovarne. Impossibile non citare poi la Mazza e pizzico, che richiede l’utilizzo di una sorta di mazza e di un piccolo pezzo di legno da spedire il più lontano possibile nel tentativo di raggiungere il punto designato. A vincere è chi raggiunge quest’ultimo col minor numero di tentativi.

U cerch’ pa’ maniglia

Il gioco del Cerchio, noto come “U cerch’ pa’ maniglia”, richiede invece l’utilizzo di un cerchione di bicicletta vuoto, senza raggi, da tenere in piedi con qualche oggetto di fortuna. Molte volte giochi di questo genere non prevedevano nemmeno una vittoria vera e propria, né contemplavano una suddivisione in squadre dei partecipanti. Si tratta di attrazioni nate giusto per far passare il tempo ai ragazzini, in un’epoca in cui internet non era ancora stato inventato o era ancora agli albori. Oggi già solo gli store digitali presentano giochi sia per i più piccoli sia per i più grandi, dalla trasposizione virtuale della Scopa alle slot machine attive online, per fare un esempio. Di conseguenza oggi in molti non conoscono nemmeno il Tuzza Muro, in cui si lanciava una monetina contro una parete nella speranza che cadesse accanto a quelle degli altri per conquistarle tutte.

Per contrastare il boom del digitale, comunque, alcune aziende basilicatesi hanno inventato un nuovo gioco da tavola. Così ha visto la luce il quiz Lucanum, finalizzato alla diffusione della cultura lucana. In buona sostanza, il risultato è stato quello di un gioco in scatola con quesiti specifici su alcuni tratti tipici del costume locale, nonché sulla storia dell’arte della Basilicata. Un’idea che fonde divertimento e folklore per valorizzare ancora di più il senso della comunità. Non a caso Lucanum ha vinto anche il premio “Top of the Pid Mirabilia 2021”.

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