Potentino, inchiesta sul rinnovo “facile” del porto d’armi. 51 persone prosciolte, un uomo rinviato a giudizio

Su 52 persone indagate, sono 51 quelle prosciolte dal Tribunale di Potenza e una rinviata a giudizio per una inchiesta avviata ad aprile 2019 a seguito delle indagini degli agenti della Questura di Potenza su un presunto giro per il “facile rinnovo” del porto d’arma nel Potentino. E’ questa la sentenza emessa da giudice per le udienze preliminari di Potenza, Salvatore Pignata, che ha deciso per il rinvio a giudizio di una sola persona, il titolare dell’armeria situata nel Potentino. L’inchiesta ha riguardato presunti certificati medici falsi utilizzati per ottenere i rinnovi. Per i 51 prosciolti, tutti clienti dell’armeria, sono cadute tutte le accuse. Era stato anche il Pm, prima delle conclusioni, a fare dietrofront e chiedere per i 51 indagati il non luogo a procedere. L’inchiesta ha riguardato 13 persone di Potenza, 9 di Pignola, 4 di Picerno, 3 di Savoia di Lucania, 3 di Vaglio Basilicata, 3 di Avigliano, 2 di Vietri di Potenza, 2 di Abriola, 1 di Ruoti, 1 di Brindisi di Montagna, 1 di Cancellara, 1 di Pescopagano, 1 di Sant’Angelo Le Fratte, 1 di Tito, 1 di Roccanova, 1 di Anzi, 1 di Bella, 1 di Tolve, 1 di Barile e 1 di Calvello. E, appunto, anche l’uomo, l’unico, rinviato a giudizio, titolare dell’armeria. In totale, erano inizialmente ben 68 le persone indagate: le restanti avevano già chiesto di essere sentite e le loro posizioni sono state stralciate. Si tratta perlopiù di cacciatori del Potentino, che si erano rivolti all’armeria facendo affidamento per il rinnovo del porto d’armi, senza sapere – secondo la sentenza – di eventuali certificati falsi presentati alla Questura per conto loro. Per l’uomo rinviato a giudizio, pendono diversi capi d’imputazione per falso materiale. “Non doversi procedere nei confronti degli imputati in relazione ai reati contestati perchè non hanno commesso il fatto”, ha sentenziato il gup Pignata per i 51 indagati.

Numerosi i legali che hanno lavorato e dimostrato l’assoluta innocenza dei clienti dell’armeria, vale a dire gli avvocati: Luigi Angelucci (che ha difeso 9 indagati), Marco Saraceno (ha difeso 3 indagati), lo studio legale Rosanna Faraone (ha difeso 2 indagati), Nazareno Giorgiano (due indagati)Guglielmo Binetti (2 indagati), Silvano Sabia (3 indagati), Alessandro Sileo (3 indagati), Domenico Stigliani (2 indagati), Romano Grazia Antonio, Antonio di Lena, Gaetano Basile, Pantaleo Chiriaco, Gianluca Nolè, Giuseppe Manfreda, Gervasio Cicoria, Massimo Maria Molinari, Enrico Troccolo, Sabatino Cipollini, Antonio Rosania, Domenico Pace, Faustino Musacchio, Leonardo D’Andrea, Loredana Satriani, Matteo Restaino, Domenico Salvatore, Giuseppe Giuratrabocchetta, Vito Antonio Masotti, Donato Venezia, Canio Mancuso, Filomena Laurino, Filippo Rautiis, Aurelio Pace, Paolo Giordano, Mario Antonio Giordano, Pantaleo Chiriaco, Agostino Parisi, Antonio Zottarelli.

Claudio Buono

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *