E-sports nel mondo: arriva il torneo virtuale del Roland Garros

Uno dei fenomeni più interessanti di questi anni è lo sviluppo globale degli Esports, gli sport elettronici. Un nuovo mondo a metà fra intrattenimento e disciplina sportiva che attira utenti e appassionati in ogni angolo del mondo. Ma non sono solo i videogiocatori ad aver contribuito alla crescita costante del settore. Un ruolo importante lo hanno gli stessi addetti ai lavori che decidono di creare dei veri e propri club professionistici per farsi rappresentare da professionisti del gaming nei tornei più importanti. Ultimo sport a essere “contagiato” è il tennis che quest’anno vedrà la prima edizione del Roland Garros virtuale.

Il major francese sarà il primo torneo del grande slam ad avere una controparte elettronica. Un’idea nata dalla collaborazione tra gli organizzatori dello stesso torneo e Big Ben Interactive e che darà vita, il prossimo giugno, al “Roland-Garros e-series by BNP Paribas”. La competizione si giocherà sulla versione demo del gioco Tennis World Tour, in uscita il prossimo 22 Maggio, e inizierà con un tour di 8 tappe mondiali con pochi giorni di anticipo rispetto alla controparte “reale”. I vincitori saranno ospitati a Parigi e si sfideranno per il titolo durante la cerimonia di apertura del torneo del 25 maggio.

Se il fenomeno della diffusione degli E-sports a livello globale è relativamente recente, lo stesso non si può dire del concetto di gaming competitivo. Basti pensare che il primo torneo di videogiochi si è svolto nel lontano 1972 alla Stanford University. 20 persone in un doppio evento 5 contro 5 chiamato “Intergalactic Spacewar! Olympics”.

Nove anni dopo, grazie a Walter Day, nacque il Twin Galaxies, la prima banca dati mondiale dedicata ai record ottenuti nei videogiochi (ancora oggi in piena attività). Ma Day fece anche un altro passo verso la globalizzazione del gaming: si nominò capitano dello US National Video Game Team e iniziò a girare il Paese con un bus di giochi arcade organizzando sfide globali nelle ambasciate.

Altro flash forward. Nel 1988 nasce Netrek, gioco online a metà fra sparatutto e strategia in tempo reale. Il vero e proprio progenitore dei moderni E-sports.

Ma è la diffusione delle connessioni a internet a determinare il definitivo salto di qualità nel mondo del gaming globale. Nei primi anni ’90 Nintendo inaugura il suo World Championships: un evento itinerante giocato su cartucce NES e che toccherà ben 30 Paesi tra Stati Uniti e Canada. I giochi della competizione? Super Mario Bros, Rad Racer e Tetris.

Nel 1997 nasce quello che verrà indicato come il primo torneo degli E-sports moderni: il Red Annihilation, dedicato a Quake. Una competizione che vide 2000 videogiocatori sfidarsi online e una finale a 16 in cui il vincitore Dennis ‘Thrsh’ Fong si fregiò della palma di primo “professional gamer” al mondo.

Il resto è una storia recente in cui trovano posto la nascita del World Cyber Games e della Electronic Sports League nel 2000, e la creazione della Major League Gaming nel 2002, teatro della prima trasmissione in diretta televisiva nazionale di un torneo di videogiochi.

Dal 2002 ad oggi il settore è in costante espansione. Grazie agli sponsor e agli sviluppatori dei giochi più importanti, gli E-sports sono considerati un business a tutti gli effetti, a metà tra intrattenimento e sport e in grado di garantire carriere professionistiche ai giocatori migliori. Ultima innovazione nel campo quella dello sviluppo di piattaforme di diretta streaming delle manifestazioni più importanti come Twitch, fondamentale per aumentare la diffusione della disciplina e per creare un bacino di pubblico internazionale.

Un fenomeno che ha toccato anche il nostro Paese: secondo una ricerca di PayPal e Superdata del 2017, gli E-sports coinvolgono circa un milione e duecentomila persone all’anno per un giro d’affari che nel 2016 ha superato i 10 milioni di dollari.

 

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