Traffico di rifiuti tra Italia e Tunisia, operazione della DDA di Potenza. Emesse misure cautelari e sequestro di beni

ORE 8:00 – Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Napoli, Salerno, Potenza, Catanzaro, il personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, stanno dando esecuzione a provvedimenti cautelari personali e reali, nell’ambito di una indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, su un traffico internazionale di rifiuti speciali tra l’Italia e la Tunisia.

L’operazione vede attualmente impegnati circa 80 unità tra Carabinieri del Reparto speciale dell’Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia. Ulteriori dettagli dell’operazione verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, oggi alle 11.00, presso la Procura della Repubblica di Potenza. (ANSA)

AGGIORNAMENTO ORE 11:00 – Sono intermediari, imprenditori, titolari di aziende di trattamento e recpero rifiuti, società di intermediazione, funzionari pubblici, operanti nel settore della gestione di rifiuti, i destinatari dei provvedimenti cautelari personali emessi dalla DDA di Potenza, per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, fittizia intestazione di beni, gestione illecita di rifiuti, realizzazione di discarica abusiva e frode nelle pubbliche forniture.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Potenza e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e dalla DIA di Potenza. Ha consentito di individuare vaste operazioni di trasferimento all’estero di rifiuto in uno “scenario preoccupante di traffico transfrontaliero con elusione dei controlli sul ciclo dei rifiuti e danni all’ambiente e alla salute”, sottolinea la Procura. Durante le indagini scoperti anche interramenti e abbandono di rifiuti in Africa. La vicenda è nata da un contratto per la gestione di 120mila tonnellate di rifiuti stipulato a Polla, nel vallo di Diano, da un rappresentante di una società tunisina e un’azienda con sede proprio a Polla.

Un ruolo importante risulta essere stato rivestito da una società di intermediazione con sede a Soverato, in Calabria, e in Tunisia. Dalle indagini è emerso che era stato creato un complesso sistema per smerciare un ingente traffico di rifiuti reso possibile, tra l’altro, dalla concessione di due autorizzazioni rilasciate dall’UOD di Salerno (dove risultano indagati due funzionari regionali, uno è ai domiciliari) con documenti e autorizzazioni false.

Dal 14 maggio al 16 luglio 2020 risultano essere partiti da Polla, via porto commerciale Salerno, e successivamente rispediti in Italia, 282 containers di rifiuti. La Procura ha disposto il sequestro di beni delle società coinvolte nell’inchiesta.

Claudio Buono

 

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