«Con fattura o senza?»: sequestri milionari a 80 dentisti tra Basilicata e Puglia. Diversi quelli lucani scoperti dalla Guardia di Finanza

Sono circa 80 i dentisti, operanti tra Puglia e Basilicata, che grazie all’utilizzo di un software gestionale prodotto da una ditta di Palo del Colle avrebbero messo in piedi un sistema di contabilità in nero sottraendo al fisco ricavi per circa 33 milioni di euro. Il 70% dei dentisti opera nel Barese, dove sono stati compiuti circa 50 interventi per un imponibile sottratto pari a circa 22 milioni. Un 12% dei dentisti finiti nel mirino opera nella provincia di Lecce, l’8% Bat, il 5% a Foggia, il 4% a Brindisi e il resto è sparso tra Taranto e (due-tre) in Basilicata.

L’operazione, partita da una verifica fiscale effettuata a Bari, si è dunque allargata in due regioni: sono complessivamente 47 i dentisti indagati (quelli per i quali è stata accertata una evasione superiore a 50mila euro) nei fascicoli aperti in otto Procure pugliesi e lucane. Il bilancio è stato fatto dal generale Pasquale Russo, comandante provinciale della Finanza di Bari, con il colonnello Arcangelo Trivisani, comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Finanza di Bari, in una conferenza stampa con il procuratore Roberto Rossi, l’aggiunto Giuseppe Maralfa e la pm Luisiana Di Vittorio. A Bari l’operazione, che ha riguardato 26 medici, ha portato al sequestro di circa 5 milioni. Nel frattempo diversi odontoiatri hanno fatto accordi transattivi con l’Agenzia delle Entrate, per pagare il dovuto.

L’inchiesta ha individuato il produttore del software usato dagli odontoiatri, la Tomprojects di Palo del Colle (è indagato il titolare, l’ingegnere Tommaso Carbone), di cui è stato acquisito l’elenco dei clienti. Il software “Suite Medical Gold” offriva una combinazione di tasti (F12) per creare una contabilità occulta parallela, archiviata su chiavetta Usb, in cui l’odontoiatra poteva tenere traccia delle prestazioni effettuate sia con fattura, sia senza. In questo modo la Finanza ha ricostruito i ricavi dei singoli studi, sottoponendo a tassazione quelli su cui è stata accertata l’evasione per i quali i gip delle singole Procure competenti per territorio hanno emesso decreti di sequestro eseguiti nel corso degli ultimi mesi (a Bari a fine 2022) per recuperare il “risparmio fiscale” ottenuto dai medici. I professionisti rispondono tutti di concorso in dichiarazione fraudolenta insieme al produttore del software, alla cui ditta individuale è contestato l’illecito amministrativo ai sensi della legge 231.

Nell’indagine ci sono anche le chat ritrovate sul telefono di Carbone, in cui l’ingegnere spiegava ai medici come utilizzare la funzionalità “F12” e la password assegnata al titolare dello studio. Lo stesso sviluppatore del software, facendo riferimento alla contabilità “black”, invitava i suoi interlocutori alla prudenza: “Meglio parlarne di persona”. Il riscontro è stato poi trovato nei telefoni cellulari sequestrati ai singoli medici, cui spesso sono stati trovate (e sequestrate) ingenti somme in contanti.

Dopo l’operazione, hanno fatto notare i finanzieri, il volume d’affari dichiarato dagli odontoiatri «è risultato mediamente più alto del 56% circa rispetto a quello degli anni precedenti», facendo dunque presumere che a partire dalla dichiarazione 2023 i medici abbiano cominciato a far emergere il vero ricavo della loro attività. «E’ ipotizzabile – ha detto il generale Russo – che questa operazione abbia prodotto un rilevante effetto di compliance», ovvero che anche altri medici, alla notizia dell’indagine nei confronti dei loro colleghi, abbiano ridotto o azzerato l’attività in nero. «Invitiamo i cittadini a chiedere sempre ricevute e fatture. Si pensa che non facendolo si risparmi, ma non è così, perché» i pagamenti a nero «provocano un effetto sul sistema globale. Sono debiti che lasciamo ai nostri figli», ha detto il procuratore Rossi.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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