Porno-vendette, Basilicata tra le regioni meno colpite. Ecco i dati dall’introduzione della legge

Tra gennaio e settembre del 2023, rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, i casi di revenge porn sono aumentati dell’1%, da 953 a 964: più di due su 3 le vittime donne (il 69%) e tra loro il 17% risulta minorenne e l’87% di nazionalità italiana. E’ quanto emerge dal documento “Il punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale e presentato a Roma. Nel focus sui reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso” (luglio 2019), si ricorda come dall’introduzione del delitto di “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” si siano verificati complessivamente 4.821 reati, con il 69% di vittime di genere femminile. Se si considera il numero di reati rapportati alla popolazione residente, le regioni di maggior diffusione sono l’Umbria, la Sicilia e la Sardegna mentre Abruzzo, Basilicata e Marche sono quelle in cui l’incidenza è più bassa.

Dall’entrata in vigore della legge, sono stati registrati 9.010 violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona
offesa, con l’82% delle vittime di genere femminile. Tra gennaio e settembre 2023 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente tali violazioni mostrano un decremento del 4%, passando da 1.878 a 1.806. Le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Sicilia, il Lazio e la Lombardia ma in rapporto alla popolazione residente molte regioni del centro-nord registrano dati elevati e comunque al di sopra della media nazionale. I casi di «costrizione o induzione al matrimonio» non sono numerosi in assoluto ma nei primi 9 mesi di quest’anno, rispetto ai primi 9 mesi dell’anno scorso, segnano un significativo incremento del 45% (da 11 a 16 casi): «un aumento rilevante – spiegano gli autori del report – che può, tuttavia, essere
interpretato anche sotto il profilo del fisiologico processo di progressiva applicazione della nuova norma, basata su una crescente consapevolezza delle vittime che denunciano maggiormente».

Dall’entrata in vigore, si sono registrati per tale fattispecie delittuosa 69 episodi: l’88% delle vittime è di genere femminile; di queste, il 33% è minorenne e il 65% risulta di nazionalità straniera. Il focus evidenzia, poi, che sempre nei primi 9 mesi del 2023, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, per il reato di «deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti
al viso» si rileva un decremento del 14% (da 81 a 70 casi). Dall’entrata in vigore della nuova legge, su 346 delitti commessi, l’incidenza delle vittime di genere femminile è del 23%; di queste, il 13% risulta essere minorenne e il 62% italiana.

Fonte: Il Quotidiano del Sud

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