Melfi, la proposta dell’ANPPE: “Intitolare il carcere all’agente di custodia Giuseppe Lorusso, vittima di Prima Linea a Torino”

Intitolare all’Agente di Custodia Giuseppe Lorusso, nato a Palazzo San Gervasio il 3 gennaio 1949 e vittima a Torino, nel 1979, di un commando di Prima Linea, il carcere di Melfi. È la proposta dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria ANPPE ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria regionale. “Tra i nobili scopi statutari dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria vi è anche l’impegno di glorificare i caduti del Corpo degli Agenti di Custodia e del Corpo di Polizia Penitenziaria”, spiega il promotore dell’iniziativa, il consigliere nazionale ANPPE Saverio Brienza. “Abbiamo chiesto l’intitolazione del carcere di Melfi poiché terra di origine del compianto Agente di Custodia Giuseppe Lorusso, valoroso servitore dello Stato, Vittima del Dovere – Medaglia d’Oro al merito Civile alla Memoria, che nel compiere i propri compiti con alto senso del dovere ha sacrificato la propria vita”.

Lorusso entrò nel Corpo degli Agenti di Custodia nel maggio 1972; prestava servizio presso la Casa Circondariale di Torino. Il 19 gennaio 1979, mentre si avviava verso la propria autovettura per recarsi sul posto di la­ voro, venne ucciso con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosigli contro da distanza ravvicinata. L’attentato fu rivendicato da appartenenti al gruppo terroristico “Prima Linea”.

Piena adesione all’iniziativa dell’ANPPE Basilicata arriva da Donato Capece, presidente nazionale dell’Associazione: “Sosterremo in ogni modo questa iniziativa perché ricordare è importante e, purtroppo, nel nostro Paese continua a mancare una cultura della Memoria. Dopo le commemorazioni ufficiali, con il bacio sulle guance ai sopravvissuti agli attentati o ai familiari dei Caduti, con relativa retorica, che sono spesso serviti alla visibilità e a vantaggi politici per gli oratori, la solidarietà, spesso verbale, si è affievolita. Sembra quasi che si voglia cancellare il passato, ma i familiari dei Caduti, i feriti e gli invalidi, testimoni oggettivi restano lì come un monito. Vengono quindi considerati una memoria fastidiosa e ingombrante perché provocano il ricordo di tragicità e orrori. Le Vittime del Dovere sono state troppo spesso dimenticate da questa società distratta, che brucia in fretta il ricordo del dolore di chi è stato colpito negli affetti più cari. Ben pochi coltivano la memoria di quanti sono Caduti e tramandano alle generazioni future il loro patrimonio di valori morali, le loro certezze istituzionali, la loro fedeltà alle strutture democratiche. Sono rimasti i familiari ed i colleghi dei carabinieri, dei magistrati e dei poliziotti trucidati a ricordarLi”.

La presidenza nazionale dell’ANPPE interesserà della iniziativa il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *