Pellet, l’allarme di un’azienda lucana: “Bollette aumentate del 400 %, inevitabile aumento sul costo dei sacchi”

Nessuna speculazione sui prezzi, ma rincari dovuti agli stratosferici aumenti dei costi dell’energia. Le aziende e i consumatori provano a fare squadra e chiedono interventi urgenti da parte delle istituzioni. Un tetto ai costi delle materie prime e soprattutto dell’energia sarebbe fondamentale per evitare la chiusura di imprese e licenziamento dei lavoratori e per gravare meno sui portafogli delle famiglie. L’ennesimo e non ultimo grido di dolore arriva dalla Meridiana Legnami di Brienza, azienda tra le più quotate in regione per la produzione di pellet che nel giro di un anno ha visto lievitare la propria bolletta energetica di oltre il 400 per cento. “Siamo passati dagli 8mila euro dell’agosto 2021 ai 24mila di giugno fino ai 73mila dell’ultima fattura – lamenta Maurizio Giancristiano, uno dei fratelli che gestiscono la longeva azienda di famiglia, che conta una ventina di dipendenti diretti e una storia che inizia negli anni ‘50 – aumenti che nostro malgrado saremmo costretti a riversare, almeno in parte, sul costo del prodotto finito”. Dopo aver provato ad ottimizzare oltremodo la produzione e tutti i capitoli di spesa, l’azienda burgentina si è vista necessitata a scaricare gli aumenti sul costo dei sacchi di pellet che sono passati da circa 5 cadauno a 7,50 euro. “Ci rendiamo conto del brusco aumento e dall’impatto che avrà per le singole famiglie -aggiunge Giancristiano- ma posso assicurare che abbiamo fatto di tutto per mantenere il prezzo il più competitivo possibile. Calcoliamo che in media ogni singolo nucleo familiare nel prossimo inverno avrà un impatto di oltre il 30% in più per poter riscaldare casa”.

Quasi scusandosi per non riuscire ad abbattere ulteriormente i costi di produzione, i proprietari dell’azienda, che tra l’altro utilizzano legname tutto locale o prodotto nelle vicinanze dell’impianto di trasformazione nell’area industriale di Tito Scalo, sottolineano come mai come in questo momento ci sia bisogno di politiche capaci di mettere le aziende in condizione di poter continuare a lavorare e a non dover fermare la produzione . E meno male che dallo scorso novembre abbiano realizzato un impianto fotovoltaico sul tetto di circa 300 kw che ci ha consentito di abbattere la bolletta 25mila euro altrimenti sarebbero stati oltre 100mila euro”. Di certo, per le singole aziende è improponibile continuare a produrre se i costi dell’energia fossero destinati a rimanere tali anche nei prossimi mesi. Ai partiti e politici impegnati nella campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, anche dall’interno della Basilicata si chiedono politiche capaci di compensare il drammatico aumento delle bollette e mantenere intatte la produzione. Il rischio è un ulteriore desertificazione del tessuto industriale, ovviamente non solo lucano, che negli anni -a fronte di investimenti e sacrifici- è riuscito a ritagliarsi una discreta fetta di mercato.

Proprio i consumatori di pellet, calcolati in costante aumento -soprattutto tra chi non ha avuto l’accesso alle reti di distribuzione di gas metano – ora rischiano di essere tra i più penalizzati per politiche energetiche contingenti e di lungo periodo. “Ci rendiamo conto che il problema è generale, per questo speriamo che già nelle prossime settimane -magari con il varo del nuovo governo- sia possibile porre mano ad interventi urgenti capaci di tenere a freno aumenti da noi non preventivabili e non certo sostenibili sia nel medio che nel lungo termine”, ribadiscono dalla Meridiana Legnami. Argomenti che anche nella Basilicata ricca di boschi e di gas rappresentano questioni fondamentali per il presente e il futuro di imprese e famiglie letteralmente fagocitate da incrementi negli ultimi mesi che stanno mettendo a dura prova anche gli imprenditori più coriacei e navigati. Il caro bollette è questione internazionale, ma in una economia debole come quella lucana rappresenta la goccia che potrebbe far traboccare il vaso e spingere al blocco delle attività. “Per ora -conclude Giancristiano- non vogliamo neanche prendere in considerazione l’ipotesi di dover interrompere le attività proprio con l’avvio della stagione invernale”. Propositi che però cozzano con la dura realtà e con bollette che non possono certo rimanere a lungo inevase. E su questo, la politica -al bando tatticismi, roboanti e irrealizzabili promesse- è chiamata a confrontarsi a mani nude con una realtà che coinvolge aziende e consumatori in egual misura.

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