Impianto elettrico fai da te: tutto quello che devi sapere

È davvero possibile realizzare un impianto elettrico fai da te? Si può progettare un impianto elettrico anche senza essere un professionista?

La risposta è tendenzialmente positiva ma è necessario fare attenzione.

In primo luogo, esistono delle regole e delle accortezze molto precise che occorre tenere a mente prima di iniziare la fase di progettazione e di realizzazione dell’impianto elettrico. Dunque, anche se non si deve necessariamente essere dei grandi esperti di elettronica, è pur sempre necessario disporre di nozioni basilari di questa materia, ed avere una buona predisposizione al fai da te.

In secondo luogo, ricordiamo che colui che non è professionista, e che è riuscito a realizzare un impianto elettrico sicuro e correttamente funzionante, dovrà comunque rivolgersi a una ditta che sia in grado di certificare che l’impianto sia a norma.

Chiarito ciò, cerchiamo di comprendere come realizzare un impianto elettrico fai da te.

Cosa serve?

Per poter realizzare un impianto elettrico fai da te, almeno nella sua versione più rudimentale, non è necessario reperire un ventaglio troppo ampio di materiale.

Tutto ciò che serve è infatti:

  • cavi elettrici di varie lunghezze e sezioni;
  • barre di rame;
  • scatole di derivazione.

Detto ciò, occorreranno naturalmente anche degli ulteriori componenti, come ad esempio le  fascette di plastica rs components, utili per legare tra di loro i cavi così da tenerli sempre ben fissati e ordinati, le placchette, i pulsanti, e così via. Oltre, naturalmente, a carta e penna per pianificare l’intero impianto prima di entrare nel vivo della sua realizzazione.

Le prime scelte

Introdotto quanto sopra è necessario compiere i primi passi nella pianificazione dell’impianto ed è proprio qui che entrano in gioco le proprie nozioni basilari di elettronica.

In primo luogo, infatti, occorre ponderare le proprie esigenze con la tensione elettrica (il voltaggio), che quantifica il fabbisogno necessario per poter “spostare” la corrente elettrica da un punto all’altro del proprio circuito. In Italia la tensione elettrica per gli impianti domestici è pari a 220 V.

In secondo luogo, bisogna fare i conti con l’intensità, che misura la quantità di elettroni che transitano per un punto qualsiasi del circuito ogni secondo, con misurazione in Ampere.

In terzo luogo, sarà necessario incrociare le proprie esigenze con la potenza, misurata in Watt su specifico periodo di tempo.

La “base” dell’impianto

Chiarite le principali nozioni sul nostro impianto elettrico, possiamo cercare di strutturare le sue componenti principali.

Si ricorda, infatti, che la corrente elettrica viene infatti “trasportata” mediante condutture di distribuzione che convergono in una scatola di derivazione.

Negli appartamenti condominiali, inoltre, di norma i circuiti che servono a distribuire la corrente elettrica in ogni piano si trovano in una colonna montante. Dunque, è in questo punto (di consegna) della corrente che andrà installato il contatore e il quadro di distribuzione, arricchito da morsetti e interruttori che permetteranno di interrompere il flusso di energia elettrica in caso di necessità.

I circuiti

Una volta che si è deciso dove posizionare il contatore, e come strutturare il sistema di sicurezza (salvavita e messa a terra), si dovrà individuare anche dove posizionare le prese di cui si avrà bisogno in ogni ambiente domestico.

Si dovrà inoltre strutturare il numero dei circuiti da predisporre. Raramente i moderni impianti elettrici sono costituiti da un’unica “rete”, bensì sono integrati in più circuiti.

Per esempio, è possibile ipotizzare un primo circuito per i punti luce fissi, un altro per le prese elettriche dove poter dunque collegare gli elettrodomestici poco energivori e a bassa potenza, e un terzo per tutti gli elettrodomestici più potenti come ad esempio la lavastoviglie o il frigorifero. Considerato che questi ultimi saranno presumibilmente situati tutti in cucina, si potrà ipotizzare che questo terzo circuito vada a posizionarsi proprio in questo ambiente.

I cavi

Una volta che abbiamo un’idea di come strutturare il circuito e di come destinare la corrente elettrica, dovremo collegare ogni circuito con appositi cavi elettrici, scegliendo quelli più utili per i nostri fini.

Per le prese di forza saranno sufficienti cavi da 20 A e 2,5 mm quadrati di sezione, mentre quelli per il circuito di illuminazione potranno essere da 10 A con sezione di 1,5 mm quadrati. Più importanti saranno invece i requisiti dei circuiti speciali.

Come intuibile, i cavi dovranno partire dai morsetti di alimentazione che sono localizzati sul quadro di distribuzione, per poi arrivare nelle scatole di derivazione e, quindi, nelle varie prese e tornare al quadro di distribuzione in una sorta di “anello”. In altri termini, ogni presa dovrà essere connessa a due cavi (entrata e uscita), che porteranno la corrente in tutti gli altri punti del proprio impianto.

Fin qui, una breve introduzione su come sia possibile strutturare da soli un impianto elettrico. Trattandosi tuttavia di un lavoro non certo banale, in caso di dubbi e perplessità su come procedere, consigliamo evidentemente di ricorrere alla consulenza di un professionista.

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