Alle nove di mattina a Mario Coviello, presidente del Comitato Provinciale UNICEF di Potenza, il corridoio della Scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “Domenico Savio” di Potenza, diretto dalla professoressa Diana Camardo, si presenta ricco di grandi cartelloni colorato: “Ogni bambino ha diritto a nascere e a un nome”; “ha diritto ad una casa”. “L’uguaglianza è un diritto di ogni bambino”. “Ogni bambino ha diritto ad essere amato”, ” ha diritto ad esprimere le proprie idee”, ”ha diritto al cibo”, ”ha diritto all’istruzione”. “Il diritto all’informazione. Ogni bambino ha il diritto di conoscere i propri diritti”. ”L’uguaglianza è il diritto di ogni bambino”. ”Ogni bambino ha diritto ad essere curato”, ”ha diritto al gioco e al riposo”. Accanto ad ogni cartellone una pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef, che adottata a 20 euro, salva la vita di un bambino. E poi lungo le pareti, proprio sotto gli attaccapanni che stanno accogliendo i cappotti e gli zainetti dei bambini che arrivano, accompagnati dai genitori, tante pigotte disegnate. Ciascuna ha il nome dei bambini che le hanno donato occhi, naso, bocca e l’hanno colorata, incollata. E le bambole hanno nastri, lane, merletti, stoffe colorate, brillantini, perline. Ciascuna è unica e ha insegnato ai bambini a prendere consapevolezza del proprio corpo. I 68 piccoli delle sezioni I,L e M con le loro insegnanti Antonella D’Angelo, Donata Sileo, Antonietta Calia, Rosa Penitente, Alessia Ricchetti, Tania D’Angelo accolgono Mario Coviello. Tutte le insegnanti hanno fortemente voluto il progetto sui diritti dei bambini ed hanno coordinato la creazione dei cartelloni e di 10 pigotte, coinvolgendo i nonni e le nonne. Nel laboratorio i piccoli si riconoscono nelle immagini proiettate e raccontano il percorso didattico che è cominciato nel mese di ottobre e si conclude in questi giorni. Nel viaggio di conoscenza vi sono canti, filastrocche, racconti di vita. I piccoli hanno parlato delle loro mamme e papà, dei nonni e delle nonne. Hanno imparato a star bene insieme, rispettandosi, valorizzando le differenze. Coinvolto dalla calda atmosfera il presidente UNICEF racconta la storia de “L’isola degli smemorati”. Su un’isola in mezzo all’oceano abitata da nove anziani che hanno dimenticato di essere stati bambini, approdano otto bambini soli in seguito a un naufragio che li ha separati dai genitori. Lì inizia la loro avventura. E le maestre, coinvolte da Coviello, stanno volentieri al gioco e diventano vecchiette smemorate che non vogliono mandare le femmine a scuola perché sono femmine e vecchi prepotenti che vogliono far lavorare i piccoli naufraghi. Ma interviene il mago Lucanòr e mette tutto a posto. I piccoli cantano per l’ospite una canzone sui diritti e poi tornano nelle aule per le foto ricordo della mattinata. In un cesto sono state adagiate le dieci bambole che sono la salvezza per dieci bambini che non hanno medicine, cibo, istruzione.
Mario Coviello