Potentino gay va in Portogallo per sposarsi: “Sono felice. Ora staremo a Potenza”

POTENZA – È volato in Portogallo per coronare la sua storia d’amore. Un amore che in Italia non può ancora essere «formalizzato». Francesco Pirozzi, 29 anni, archeologo, consigliere dell’Arcigay Basilicata, si è sposato ieri (venerdì) a Oporto con Heughen, 36 anni, infermiere, cittadino albanese con cui convive da diversi anni. Ormai quasi tutti i Paesi d’Europa rendono possibile le nozze tra cittadini dello stesso sesso (l’Italia in questo campo è ancora ferma ai box), ma Francesco ha deciso di fare il grande passo in una terra che ama, che conosce, che ha studiato (ha un diploma in portoghese). Un Paese che lo ha incantato e che inevitabilmente ha fatto da scenario al giorno più importante della sua vita. Le felicitazioni dall’Arcigay Basilicata arrivano sui social network: «Speriamo che anche gli italiani possano presto assaporare il profumo di fiori d’ arancio come questi, senza bisogno di dover andare 81605022-770x451all’estero per ricevere il riconoscimento legale». Una battaglia, insomma, che va avanti e che si arricchisce ogni giorno di nuove pagine. Poi l’annuncio: «Al loro rientro in Italia – scrive l’Arcigay lucana – faremo istanza al Comune per ottenere la trascrizione del matrimonio sui registri dello stato civile, così come hanno già fatto altri Comuni italiani virtuosi». Francesco è consapevole che da oggi sarà considerato un modello a cui ispirarsi per la comunità gay di Basilicata. Una comunità che, spesso, vive sottotraccia, ha difficoltà a uscire allo scoperto, a fare «outing»: «Sono stato molto fortunato – ammette Francesco, raggiunto telefonicamente a Oporto – e spero di essere d’aiuto con i miei consigli a quanti me li chiederanno. Ad ogni modo da qualche tempo opera anche da noi un circolo Arcigay che è sempre a disposizione di tutti». Il matrimonio si è celebrato da qualche ora. Sensazioni? «Bellissime. Sono ancora frastornato. Una gioia immensa, anche perché ho potuto condividerla con i miei amici e, soprattutto, con i miei genitori». Nessuna frizione in famiglia per il suo orientamento sessuale? «No. Ho una famiglia molto «avanti». Ho genitori fantastici che mi vogliono bene a prescindere. È giusto che sia così, ma so bene che in molti altri casi si sono vissuti dei drammi familiari». In genere i preparativi per le nozze richiedono tempo, impegno e soldi. Qualche difficoltà in più per i gay? «Sicuramente. Siamo venuti in Portogallo almeno un altro paio di volte. Una marea di documenti tra le ambasciate italiana e albanese, di autorizzazioni e via dicendo. Per il resto il procedimento è lo stesso delle coppie eterosessuali». Vi fermerete in Portogallo per la luna di miele? «No, già oggi torneremo a Potenza. Ci sono i mondiali di calcio e vogliamo goderceli a casa nostra. Quanto alla luna di miele ci penseremo dopo. Forse andremo negli Stati Uniti». Lei potentino, il suo sposo albanese. Come e dove vi siete conosciuti? «Ci siamo incontrati a Bologna e lì abbiamo vissuto per otto anni. Ci volevamo complicare la vita e abbiamo deciso di trasferirci a Potenza». Da Bologna, dove la comunità gay è molto presente, a Potenza, città dove certi argomenti sono ancora un tabù… «Ma guardi che a Potenza il fenomeno gay è molto più ampio di quanto si creda. Ricevo moltissime chiamate di ragazzi e ragazze che mi chiedono come si fa ad uscire fuori, a dichiararsi, a vivere la propria sessualità senza nascondersi. Con un gruppo di amici abbiamo messo su un circolo dell’Arcigay e sono convinto che servirà alla causa». (Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)

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