Farmacista Lucano avvelenato: 20 anni di carcere per Gianfranco Bona

Agenti della Polizia davanti la farmacia dove venne avvelenato il farmacista lucano

Agenti della Polizia davanti la farmacia dove venne avvelenato il farmacista lucano, Fontana

Seconda tappa giudiziaria dell’omicidio del crodino. La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha  infatti confermato i 20 anni di carcere inflitti in primo grado a Gianfranco Bona, che nell’aprile del 2012 avvelenò e uccise il farmacista Luigi Fontana, lucano ed originario di Castelsaraceno (Potenza). L’uomo scelse di colpire offrendo all’amico il noto aperitivo, corretto però col cianuro. RISARCIMENTI PER 300 MILA EURO. I giudici hanno confermato anche il versamento di una provvisionale di 163 mila euro a ciascuna delle due figlie e 150 mila euro alla moglie, parti civili nel processo con rito abbreviato. La vittima morì a 64 anni, dopo essere stato ricoverato per giorni a causa dell’avvelenamento da parte di Bona, 51 anni, titolare di una piccola azienda di trasporti e suo amico. L’avvelenatore, c3b4f9dd74eadc54964a6142bf529f3a_immagine_obig(nella foto qui a destra) in carcere e reo confesso, era accusato anche del tentato omicidio di Francesco Bruno, magazziniere che lavorava per il farmacista. CRODINO E CAFFÉ AVVELENATI. La vicenda risale al 2 aprile del 2012. Bona aveva portato un crodino e un caffè a Fontana e Bruno, avvelenati con cianuro nascosti nel furgone. L’uomo aveva spiegato il gesto spiegando che doveva al farmacista 270 mila euro. Il 7 febbraio in aula la difesa di Bona si è vista respingere la richiesta del riconoscimento di tre attenuanti, tra cui quella della provocazione, e di una scriminante e cioè quella dell’aver agito per legittima difesa per via di un presunto rapporto  tra vittima e carnefice. Come aveva già spiegato l’imputato durante il processo di primo grado, il farmacista gli avrebbe «prestato soldi con tassi usurari, io non riuscivo a restituirli e lui mi ha minacciato». (Fonte: www.lettera43.it)

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