Basilicata, gioco d’azzardo in.. rosa. Aumentano le donne tra i ludopatici

I recenti dati circa l’aumento della diffusione del gioco d’azzardo sono preoccupanti anche in Basilicata. “I dati riguardano sia l’aumento della richiesta di presa in carico presso il SerD sia la spesa pro-capite delle famiglie lucane, attualmente dai 140 ai 240 euro mensili. Dato in netto aumento rispetto agli anni precedenti” spiega Il Dott. Sabato Alvino, psicologo psicoterapeuta e Responsabile Servizi Disturbi da Gioco d’Azzardo presso Associazione Insieme Onlus di Potenza.

Cos’è il gioco d’azzardo?

Bisogna distinguere tra gioco d’azzardo e gioco d’azzardo patologico. Ogni qualvolta si scommette denaro e lo si vince o lo si perde in base alla fortuna, si tratta di gioco d’azzardo, quindi anche la tombola. Parliamo di persona patologica e non di gioco perché è la persona che lo rende tale esasperandolo passando da giocatore d’azzardo sociale a giocatore d’azzardo patologico, che necessita di un intervento che può essere, dal 2017, anche residenziale.

Da quanti anni sono attivi i vostri servizi?

Circa dieci anni fa abbiamo attivato uno sportello d’ascolto gratuito su Potenza e poi quando, nel 2017, il gioco d’azzardo è stato riconosciuto nei livelli minimi di assistenza, abbiamo cominciato a collaborare con il SerD facendo un vero e proprio percorso comunitario. Il servizio è rivolto a utenti e familiari con problematiche di gioco d’azzardo ed offre interventi di informazione, consulenza, valutazione ed eventuale.

Prevale la presenza femminile o maschile di dipendenti da gioco d’azzardo?

A livello nazionale e locale si registra un aumento del gioco d’azzardo anche al femminile. Nella nostra esperienza di comunità, però, abbiamo aiutato soltanto persone di sesso maschile.

Quali sono le cause scatenanti?

È una vera dipendenza, ma senza sostanza, sovrapponibile alla dipendenza da eroina, cannabinoidi, alcolismo. Non ci sono ad oggi cause lineari scatenanti, ma diversi fattori che portano ad essa: sintomi ambientali, individuali relativi alla genetica o temperamentali della persona e sociali indiretti come le condizioni socio economiche.

La pandemia ha inciso in questa problematica?

La pandemia inizialmente ha abbassato i numeri del gioco d’azzardo, ma da un punto di vista solo visivo perché in realtà con lo sviluppo tecnologico si può tranquillamente giocare da casa anche con minore controllo e mancanza di spostamento. Dopo la pandemia si è riscontrato un boom rispetto alle giocate ed alle affluenze nelle sale da gioco.

L’evoluzione tecnologica ha peggiorato lo scenario?

Rispetto al gioco d’azzardo classico, si pensi alla schedina, con le scommesse live gli studi sottolineano che, abbassando i tempi della giocata, aumentano le giocate anche perché questo permette al giocatore di giocare in maniera compulsiva più volte durante la giornata, mentre prima giocava una volta alla settimana. Oggi non solo si è velocizzato il tempo della giocata, ma anche della vincita.

Vi sono suggerimenti di prevenzione?

Occorre tenere presente l’aspetto comportamentale dell’individuo, le relazioni, gli aspetti psicologici e non sottovalutare l’aspetto legislativo del gioco d’azzardo. Si pensi allo Stato che, con il monopolio, da un lato invita a giocare attraverso la pubblicità e dall’altro cura. E’ un grande paradosso. Bisognerebbe non tanto limitare il gioco d’azzardo, ma prendersene cura come indicazione a tutti i livelli: familiare, relazionale, psicologico e legislativo soprattutto.

Elenia Marchetto

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *