Il cardiologo Rocco Antonio Montone, originario di Bella, premiato dalla Fondazione Eni ‘Enrico Mattei’ (FEEM)

Al giovane specialista di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è andato uno dei premi di ricerca della FEEM dell’edizione 2023 intitolata alla “Salute nel contesto della Transizione Energetica”, per i suoi studi sull’effetto dell’inquinamento dell’aria sulla salute del cuore

L’inquinamento dell’aria, in particolare quello da particolato fine (PM2.5) può essere molto deleterio per la salute del cuore e delle coronarie in particolare, promuovendo la formazione e la rottura di placche aterosclerotiche e favorendo lo spasmo delle arterie che nutrono il cuore. Il risultato è che chi vive in una grande città o in un’area fortemente inquinata è maggiormente esposto al rischio di infarto. Sono le conclusioni a cui è giunto un filone di ricerca portato avanti dai cardiologi di Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS in questi ultimi anni, che è stato selezionato dal Comitato Salute della Fondazione Eni ‘Enrico Mattei’ (FEEM) per uno dei premi dell’edizione 2023 dedicata alla “Salute nel contesto della Transizione Energetica”.

“Negli ultimi due anni – ricorda il dottor Rocco Antonio Montone, originario di Bella (ndr), cardiologo di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – abbiamo pubblicato, sulle principali riviste internazionali di cardiologia, tre i lavori originali su questo argomento. In un primo lavoro pubblicato su JACC Cardiovascular Imaging (2021) avevamo dimostrato come nei pazienti con infarto miocardico acuto un’aumentata esposizione al particolato fine (PM2.5), si associasse alla presenza di placche con maggiori caratteristiche di aggressività (aumentato infiltrato di cellule infiammatorie) e con la rottura di placca come meccanismo responsabile dell’infarto (è quello associato ad una prognosi peggiore). Nel 2022 con un lavoro pubblicato su Journal of the American College of Cardiology, abbiamo dimostrato che un’aumentata esposizione al PM2.5 poteva provocare un infarto miocardico anche in pazienti senza placche coronariche, favorendo fenomeni di spasmo coronarico. Infine, in un ultimo studio pubblicato quest’anno su European Heart Journal, abbiamo dimostrato che l’inquinamento ambientale può alterare i processi di guarigione delle placche coronariche, favorendo la futura comparsa di più infarti nello stesso paziente”.

L’inquinamento ambientale sta dunque emergendo come un fattore di rischio cardiovascolare a tutti gli effetti, che va a sommarsi e ad agire in maniera sinergica con gli altri fattori di rischio cardiovascolare noti come fumo di sigaretta, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. “In particolare conclude il dottor Montone – sembra che gli effetti deleteri dell’inquinamento sull’apparato cardiovascolare abbiano un maggior impatto nei pazienti anziani e in quelli con pre-esistente storia di cardiopatia ischemica. Dunque, non solo i pazienti, ma anche le istituzioni dovrebbero prendere coscienza di questo rischio e mettere in atto strategie specifiche, volte a tutelare i soggetti particolarmente vulnerabili agli effetti dell’inquinamento”.

“Questo premio, del quale siamo molto onorati – commenta il professor Filippo Crea, direttore della UOC di Cardiologia di Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Cardiologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – è un riconoscimento al contributo dato dalle nostre ricerche alla comprensione degli effetti dell’inquinamento ambientale sulle patologie cardiovascolari, in particolare sul rischio di infarto miocardico”.

Il bando di concorso della FEEM ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere le attività di ricerca relative all’interazione tra attività industriali, ambiente lavorativo e salute dei lavoratori e della popolazione generale, con un’attenzione particolare all’impatto della transizione energetica, alla definizione di preparedness e gestione delle malattie infettive emergenti e di modelli di integrazione tra sistemi sanitari pubblici e aziende private, in questo contesto in evoluzione. Il bando 2023 prevedeva l’assegnazione di quattro premi di ricerca a ricercatori under 40 che si fossero distinti per competenza nell’approfondimento di temi sanitari inerenti all’interazione tra attività industriali nel settore energetico e salute.

Fonte: www.policlinicogemelli.it

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