Satriano di Lucania, inaugurato il murales dedicato a Giulia Solomita. La prima donna autista di autobus nel Mezzogiorno

E’ stato inaugurato ieri a Satriano di Lucania il murale dedicato a Giulia Salomita, prima donna autista di autobus del Mezzogiorno. Nell’occasione, il Comune ha organizzato il convegno dal titolo “Parità di genere. Un valore per tutti”. Tra gli ospiti il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, la Presidente della Commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti, Antonella Romaniello della Lueteb, l’artista e presidente di “Arte per la Valle”, Luciano La Torre, e il parroco di Satriano, Gianluigi Innella. Ad aprire il convegno i saluti del Sindaco Umberto Vita. Durante la mattinata si è parlato anche di Giulia Solomita Camera, la satrianese che, prima nel Sud Italia, prese la patente D per ricoprire l’incarico di autista di autobus, nel lontano 1961. Una donna tenace, capace e coraggiosa, un esempio contro i pregiudizi nei confronti delle donne nella cultura maschilista meridionale, che il Comune di Satriano di Lucania ha voluto omaggiare e ricordare a pochi mesi dalla scomparsa con un murale a lei dedicato. A seguire il convegno, presso via Dei Fiori, l’inaugurazione dell’opera di Luciano La Torre dedicata alla compianta Giulia, entrata nel cuore dei Satrianesi non solo per la sua determinazione e la sua forza ma anche grazie al suo sorriso e alla sua disponibilità verso tutti.

“A Satriano di Lucania – ha scritto il consigliere regionale Mario Polese – si è scritta una bella pagina fatta di storia e identità femminile. Credo che un murales dedicato a una donna, scelta dai cittadini, sia un atto che vada ben oltre la simbologia. Dobbiamo essere tutti grati a quelle donne, come #GiuliaSolomita, che nel 1967 fu la seconda donna in Italia a prendere la patente di Categoria D pubblica, che permetteva di condurre gli autobus. Donne che grazie alla tenacia e anche al coraggio hanno consentito poi di aprire una strada per la reale parità tra generi e, insieme ad essa, un nuovo modo di concepire anche gli stereotipi di una toponomastica ancora troppo legata al “maschile”.

Claudio Buono

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