Omicidio del lucano Luca Ventre nell’ambasciata italiana in Uruguay. La Procura di Roma chiede l’archiviazione dell’indagine

Il primo gennaio del 2021 Luca Ventre, il 35enne lucano che entrò nell’ambasciata italiana in Uruguay scavalcando il cancello, venne strangolato da uno dei vigilantes che lo bloccò nel cortile della sede diplomatica. Oggi la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine, per improcedibilità, del giovane originario di Senise, dove vivono i parenti. Una richiesta di archiviazione che ha scosso la famiglia e anche tante associazioni, tra cui l’ANPI Provinciale di Potenza, che ha comunicato: “La Procura della repubblica di Roma ha chiesto l’archiviazione, per improcedibilità, dell’indagine sulla morte di Luca Ventre avvenuta il primo gennaio 2021 nel cortile dell’ambasciata italiana di Montevideo capitale dell’Uruguay. A seguito di ciò, l’A.N.P.I. provinciale di Potenza, oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà alla famiglia di Luca, si associa alla richiesta di giustizia indirizzata al governo italiano affinché si attivino tutte le possibili procedure per assicurare i colpevoli alla giustizia, così come si è fatto in casi simili”.

La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per improcedibilità in quanto l’indagato, una guardia giurata uruguaiana, non è mai stato presente nel territorio italiano. L’accusa nei confronti della guardia era di omicidio preterintenzionale. Secondo l’autopsia fatta circa un anno fa, Ventre morì per una “asfissia meccanica violenta ed esterna per una prolungata costrizione del collo che provocò l’ipossia celebrale dalla quale derivarono il grave stato di agitazione psicomotoria e l’arresto cardiaco irreversibile”.

Claudio Buono

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