Il gioco in Basilicata: un po’ di storia

La Basilicata è una delle terre italiane più legate alla propria tradizione, come spesso avviene al Sud, d’altronde. Sono numerosi gli aspetti culturali che si celano dietro alla storia di questa regione e molti sono legati anche all’intrattenimento, in quanto diversi giochi popolari vengono praticati per le strade ancora oggi. In un’era in cui i videogame sono diventati materia per professionisti e le caratteristiche dei casinò online tendono a ricordare le sale da gioco vere e proprie, sapere di antiche attività ricreative rimaste intatte di fronte all’incuria del tempo è a tratti commovente. Uno dei giochi basilicatesi più famosi sotto questo punto di vista è il “Pizzicantò”, ossia il gioco delle torri umane, che devono ruotare su stesse col rischio di cadute improvvise, come a simboleggiare la fragilità dell’uomo nella società. Da 20 anni a questa parte il “Pizzicantò” è considerato addirittura patrimonio dell’Unesco.

Un altro passatempo antico è la “mazza e pizzico”, una sorta di variante del baseball che viene praticata anche in Sicilia. Al posto di palline e mazze professionali, però, non vanno che impiegati oggetti di fortuna, come bastoncini di legno, uno dei quali deve essere necessariamente più piccolo dell’altro per essere colpito, sollevato e lanciato il più lontano possibile. Altrettanto datato è il “tuzza muro”, che richiede l’utilizzo di monetine o piccoli bottoni preziosi con cui colpire un muro affinché cadano il più vicino possibile allo stesso. Chi effettua il lancio migliore, può impossessarsi anche delle monetine gettate via dagli altri giocatori.

Conosciuto soprattutto in Lucania è l’”Albero della Cuccagna”, che consiste nell’arrampicarsi su un palo in cima al quale sono posizionati vari premi. Tuttavia, il palo o l’albero usato nella circostanza possono essere coperti con grasso od olio per rendere il compito dei partecipanti più difficile. Sempre in Lucania risultano molto gettonati i giochi di carte, in particolare il tressette e lo scopone, tanto che da quelle parti esiste persino un mazzo di carte dedicato, nato dall’idea del disegnatore potentino Davide Santarsiere. I semi di queste carte sono rappresentati da simboli tipici del posto: il peperone crusco, la moneta di Metaponto, la ceramica di Calvello con Aglianico e la balestra di Avigliano.

Rimanendo sempre in Lucania, non si può non citare “Lucanum”, un vero e proprio quiz a premi che vuole esaltare e promuovere i retroscena storici e gli elementi artistici del luogo. In questo caso si parla evidentemente di un gioco di origine molto più recente, voluto nella fattispecie da alcune imprese locali. Nel 2021 “Lucanum” ha anche ricevuto un premio nazionale. Insomma, quando c’è da difendere il vanto culturale, i professionisti di ogni settore non esitano a scendere in campo.

Da almeno 20 anni a questa parte il concetto di intrattenimento è molto cambiato e oggi si fatica sempre di più a vedere scorrazzare i bambini per le strade. Tuttavia, chi lo fa non ha perso di vista le tradizioni della propria terra e contribuisce a tenerle vive ancora ai giorni nostri. Il gioco rappresenta un tema che troppo spesso viene quasi sottovalutato, ma riscoprirne il valore culturale e folkloristico emoziona oggi come in origine.

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