Allarme cinghiali in Basilicata, sono sempre di più e aumentano i danni. Nel Potentino avvistamenti di gruppi da 15

Cinghiali e danni. E’ il binomio che ormai da anni accomuna la Basilicata e i tanti agricoltori, che specie in questo ultimo periodo, lamentano gli ingenti danni che questi animali stanno creando alle piantagioni e colture nei terreni. E abbondano, giorno dopo giorno, foto e video sui social che testimoniano la massiccia presenza di questi mammiferi sia in prossimità degli abitati che fuori. E’ capitato ultimamente a Savoia di Lucania, con branchi da quindici cinghiali, a Vietri di Potenza, a Potenza, a Picerno, Baragiano, Balvano, Ruoti e in altri centri lucani. Nonostante l’interessamento dell’Ente Regione e delle varie associazioni e federazioni di categoria, il problema non è stato risolto. Anzi. Pare essere totalmente fallito il piano di abbattimento della Regione Basilicata, che prevedeva una riduzione di 80mila capi in un triennio a partire dallo scorso anno. Nel 2021 sono stati abbattuti appena 8mila capi. E gli esemplari, secondo le stime degli esperti, aumentano di 20mila unità all’anno.

Ma i numeri sono davvero emergenziali anche per i danni: in Basilicata, nel 2021, sono stati registrati 303 incidenti causati dai cinghiali e oltre 1 milione di euro di danni alle colture agricole. Numeri che si basano su quanto denunciato dai cittadini. Tanti non lo hanno nemmeno fatto. La stagione venatoria in Basilicata avrà inizio il 18 settembre 2022 e terminerà il 29 gennaio 2023: per quanto riguarda la caccia al cinghiale, è consentita dal 15 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023 esclusivamente in squadra e solo in battuta e braccata con l’uso esclusivo di munizioni senza piombo, nei giorni di mercoledì, sabato e domenica.

Nei giorni scorsi in Regione è stato presentato, dall’assessorato competente, un piano di azione per contrastare l’emergenza cinghiali, con una proiezione triennale e un finanziamento complessivo di 3 milioni di euro. Un progetto che prevede interventi finalizzati ad incentivare tutte le possibili azioni di contrasto alla crescita esponenziale di cinghiali, che registra un incremento annuo dell’ordine di 20mila capi. Tra le azioni strategiche individuate: il corrispettivo ai cacciatori che consentirà di allargare la platea degli esecutori materiali degli abbattimenti attraverso l’assegnazione di un congruo ristoro per le spese sostenute; la fornitura di “chiusini” agli agricoltori con incentivo per l’installazione e la gestione; la predisposizione di un servizio di raccolta dei cinghiali abbattuti; la collaborazione con il Servizio Veterinario fondamentale per un efficiente monitoraggi sanitario; la dislocazione di un numero congruo di celle refrigeranti; attività logistiche di raccolta delle carcasse; attivazione di un centro di lavorazione delle carne di cinghiale.

Ma ad oggi, la presentazione di piani e soluzioni per limitare i problemi e danni causati dai cinghiali, non ha portato ad alcuna miglioria.

Claudio Buono

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