Cresce l’uso delle piattaforme di Trading. E c’è chi si quota in Borsa

Tra le abitudini che sono cresciute maggiormente nel 2020, una delle annate più sciagurate che si possano ricordare, ci sono tante attività che hanno una matrice di carattere multimediale, che passano quindi dal web per esplicare la propria natura.

Con il lock down tutto ciò che è virtuale ha incrementato notevolmente il proprio bacino di utenza: lo stesso trading online, l’arte di investire da casa utilizzando un pc o anche uno smartphone, ha intrapreso una strada in costante salita che lo ha portato a raggiungere numeri da capogiro.

Per fare un esempio e comprendere meglio il tema è sufficiente prendere a riferimento quella che, con ogni probabilità, è tra le piattaforme più usate anche in Italia: eToro. Per il colosso che si appresta ora a quotarsi in Borsa, i numeri sono impressionanti: si parla di 5 milioni di nuovi utenti raccolti nel corso del 2020 per un totale di oltre 600 milioni di dollari di ricavi lordi. Quasi il 150% in più rispetto al precedente anno, il 2019.

Numeri tanto importanti che hanno spinto la piattaforma nota per il social trading a quotarsi in Borsa, entrando nell’indice Nasdaq a partire dai prossimi mesi, anticipando in questo modo la quotazione di Robinhood, altra grande piattaforma di trading, questa con sede negli Usa a differenza di eToro (che nasce in Israele), che dovrà invece attendere ancora un po’.

Correlazione tra Lock down e Trading

Esiste una correlazione diretta tra il lock down dovuto al Covid ed il trading: una spiegazione che non può essere scientifica ma che si basa sui numeri oggettivi. Il numero di transazioni basate sugli strumenti finanziari derivati ad esempio (che sono molto rischiosi e per questo si invita sempre a limitarli) è salito notevolmente durante i primi mesi del 2020, quelli più duri dal punto di vista del lock down.

Con le attività fisiche costrette a chiudere e la vita di tutti i giorni confinata tra quattro mura, anche gli italiani sono andati alla ricerca di soluzioni alternative e le hanno trovate in rete. Un cambio di passo evidente che potrebbe ora segnare l’approccio futuro al mondo della finanza e degli investimenti da parte degli utenti finali: l’orientamento è sempre più quello di sdoganare la figura del trader rendendola scevra da legami con figure professionali. Un bene? Per certi versi sì, per altri, in termini di rischi, decisamente meno.

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