Pietro Tozzi: l’autore de “Il mietitore della Basilicata” in mostra al Museo parrocchiale di Ruvo del Monte fino al 22 agosto

Il “Museo parrocchiale di arte sacra, civiltà contadina e della memoria storica ruvese” di Ruvo del Monte, ospita dal 20 luglio al 22 agosto 2019 un’interessante mostra retrospettiva dedicata alle opere del famoso pittore Pietro (Piero) Tozzi, nato a Ruvo del Monte nel 1883 e morto a New York nel 1974. Le cinque tele, prestate dalla “Casa Museo Domenico Aiello” di Moliterno, sono intitolate, rispettivamente, “Natura morta”; “Periferia” triplice; “Dolore e dignità”: opera bifronte che al lato A raffigura un giovane di bellezza efebica con camicia bianca e al lato B un uomo vecchio, barbuto, a voler rappresentare le due fasi opposte della vita dell’uomo. Sono quadri di piccole dimensioni che, però, svelano la grande dimensione umana di Piero Tozzi che, laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di grandi maestri dell’Ottocento napoletano, tra cui Domenico Morelli (1826-1901) e Michele Ammarano (1835-1920), è stato anche promotore di iniziative benefiche. Infatti, giovandosi delle sue conoscenze, strette nei suoi innumerevoli viaggi tra Firenze e New York, dove svolgeva l’attività di compravendita di quadri e sculture, esercitò la sua influenza per organizzare il cosiddetto “American Free Milk and Relief for Italy”, ossia un programma di aiuti destinati all’infanzia povera italiana, vittima della guerra (siamo in pieno 1° conflitto mondiale 1915-18) che poi trasferisce alla nostra Croce Rossa. Questo avviene poco tempo dopo essere riuscito a farsi donare da un’associazione femminile una autoambulanza per il trasporto dei feriti di guerra, compreso lui, ufficiale di complemento col grado di tenente, nelle fila delle forze alleate, promosso poi a capitano dopo le ferite riportate nella cruenta battaglia di Monte San Michele. Nel 1919, fine della 1^ guerra mondiale, è al seguito dell’allora Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando (1860-1952) alla Conferenza di pace di Parigi, per ridisegnare l’assetto geo-politico dell’Europa a seguito della sconfitta dell’asse austro-tedesco. Nel 1921, a New York, un albergatore si offre di vendergli il dipinto della “Madonnina” del Francia, rubato da un giovane italiano alla Pinacoteca di Bologna. Il maestro Tozzi, purtroppo, non possiede la somma richiesta, ma, fortunatamente, trova l’appoggio economico di un certo Pasquale Macarella, imprenditore lucano a Nuova York, che riscatta il quadro. Il grande maestro, poi, che fa? Lo tiene per sé? No, lo restituisce alla Pinacoteca di Bologna: un atto di grande generosità verso la sua patria d’origine, che fa salire la quotazione dei suoi quadri e la considerazione nei suoi confronti del popolo americano. Grande antiquario ed esperto d’arte, Tozzi, nel 1942, ad un’asta di New York, acquista una statua da sempre attribuita al grande scultore rinascimentale Andrea Sansovino (1467-1529), ma dopo la ripulita del “marmo”, il suo “occhio clinico” rivela che l’autore della scultura non è il Sansovino, bensì il grandissimo Michelangelo Buonarroti! E si tratta, nientemeno, del “San Giovannino”, scolpito tra il 1495 e il 1496, trafugato, chissà come, dall’Italia, qualche secolo prima. Il legame più profondo di Pietro Tozzi con la Basilicata, è rappresentato dal suo capolavoro indiscusso “Il mietitore della Basilicata”, del 1906, quadro esposto al Metropolitan Museum e vincitore della medaglia d’argento all’esposizione di Seattle e Pittsburg del 1909. In un articolo del novembre 1925, la rivista “Basilicata nel mondo” lo magnificò, meritatamente, come: “Un artista di valore non comune che altamente onora la terra che lo vide nascere, nonché la patria italiana. Nel quadro, la pittura diventa scultura. Luci chiare vengono a noi dalla profondità cupa di ambienti privati, sui quali ha modellato i ritratti di fanciulli vivaci e ridenti, di giovani e vecchi venerandi dall’aspetto pieno di dignitosa nobiltà”. Ora il quadro è introvabile, finito in chissà quale collezione privata, ma la nobiltà e il mecenatismo del prof. Tozzi trovarono un’ulteriore manifestazione nel 1970, allorquando egli inviò due copie del suo libro sull’arte al sindaco di Ruvo del Monte, Geom. Vito Casino, da destinare, rispettivamente, all’archivio del Comune e al parroco, mons. Giuseppe Ciampa, con la promessa solenne che avrebbe anche istituito quindici borse di studio all’anno, a favore dei ragazzi bisognosi. Alla luce di tutto questo, bene ha fatto il Museo parrocchiale di Ruvo del Monte, attraverso il suo responsabile Domenico Grieco, fautore dell’idea, a dedicargli un “baule della memoria”, insieme ad Evan Hunter ed Engel von Bergeiche, personaggi che hanno portato lontano e diffuso il nome di Ruvo. E bene ha fatto l’Amministrazione comunale guidata dall’arch. Michele Metallo, patrocinando anche questa mostra.

prof. Domenico Calderone  

1 comments

  1. Dr. Giuseppe Giannini

    Fa piacere notare, negli utlimi mesi,una certa vivacità culturale a Ruvo del Monte.Merito dei promotori che con l’appoggio dell’amministrazione comunale stanno organizzando una serie di eventi per vivacizzare la popolazione.
    E, considerando i tempi che corrono, dove il pensiero unico ha plasmato le menti delle persone, che oramai si autoriconoscono solo nei luoghi deputati alla mercificazione, è un segnale positivo.
    A maggior ragione se ciò avviene in piccoli borghi, che invece di fare rete e promuovere le proprie bellezze, sono spesso invece i luoghi della depauperazione consumistica.
    E Ruvo non è immune, anzi, qui la cultura è spesso assente, prevalgono le discussioni da bar dello sport, e i luoghi di aggregazione, che possono stimolare e socializzare, sono ben altri.
    La serata dedicata a Pietro Tozzi è stata piacevole, ma si è dedicata unicamente a delinearne il profilo storico-professionale.
    Ancora una volta ho avuto l’impressione che si manifesta, sovente, in queste occasioni, una sorta di culto della personalità e poco spazio si dedica all’approfondimento delle opere
    Mi aspettavo che ci fosse qualcuno che parlasse di arte, che ci desse una spiegazione sui quadri o sullo stile e i contenuti delle opere del Tozzi.A quanto pare è tutto work in progress.
    Ci vorrà tempo, spero.

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