Un progetto per l’ installazione di un impianto di video-sorveglianza h24 in una scuola materna privata (a spese del S.PP.) e una petizione popolare perché il nuovo Parlamento si occupi della questione del maltrattamento a minori, disabili ed anziani diventata una vera e propria emergenza: sono le iniziative che il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo presenterà venerdì 4 maggio a Potenza in un incontro con i giornalisti (Palazzo Consiglio Regionale, sala 3, ore 10,30). L’ultimo episodio di qualche giorno fa a Castelvetrano dove il Tribunale di Marsala ha disposto una nuova inchiesta a carico di un insegnante accusato di maltrattamento ad un bambino è la conferma – dice Di Giacomo – che non possiamo assistere ancora a braccia conserte a fatti come quelli di Ruoti con maltrattamenti ad alunna disabile di nove anni e di Venosa con maltrattamenti a disabili questa volta in un Centro specifico. Per il S.PP. la base di partenza sono una decina di disegni di legge presentati nella precedente legislatura per introdurre la videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, nonché nelle strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazioni di disagio. Tutte queste proposte di legge sono state accorpate nel disegno di legge n.2574 approvato alla Camera dei deputati il 19 ottobre 2016 e trasmesso al Senato. Nell’articolo 4 il Ddl prevede per gli asili nido, scuole dell’infanzia e strutture sociosanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità “l’introduzione sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, le cui immagini sono cifrate, al momento dell’acquisizione all’interno delle telecamere, con modalità atte a garantire la sicurezza dei dati trattati e la loro protezione da accessi abusivi”. Inoltre il testo affida al Garante per la protezione dei dati personali la verifica preliminare dell’idoneità tecnica dei dispositivi adottati. Chi può accedere ai filmati? Solo l’autorità giudiziaria “in caso di una notizia di reato”. Le telecamere, prevede il Ddl, possono essere installate solo con l’assenso della rappresentanza sindacale e in mancanza di accordo con l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro. Infine gli utenti e il personale delle strutture hanno il diritto a una informativa sulla raccolta delle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza, nonché sulle modalità e sulle condizioni per accedervi. E visto i frequenti episodi di bullismo nella scuola secondaria – secondo Di Giacomo – sarebbe opportuno estendere la proposta di installazione delle telecamere anche nelle classi delle medie e superiori. La presenza della videosorveglianza sarebbe un ottimo deterrente alle violenze e aggressioni sia nei confronti dei compagni di classe sia verso gli insegnanti. Al momento le “uniche telecamere” presenti in classe sono quelle degli smartphone, che a volte trasmettono anche in diretta su Facebook mentre l’insegnante tiene lezione. Per dimostrare che questo si può fare abbiamo pensato di finanziare un sistema di videosorveglianza in una scuola della provincia di Potenza e aspettiamo richieste per una scelta da condividere con associazioni di genitori e dei consumatori, dirigenti scolastici. Confidiamo in particolare sul Garante per l’Infanzia della Regione Basilicata che – dice Di Giacomo – sappiamo particolarmente sensibile ed impegnato su questi temi. Nel ricordare che il S.PP. ha contribuito a raccogliere circa 2 milioni 300 mila firme in tutt’Italia a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa, Di Giacomo annuncia: con la campagna che intendiamo proporre e che partirà il 4 maggio da Potenza ci faremo promotori di un’analoga ma specifica proposta di legge di iniziativa popolare con il sostegno delle associazioni delle famiglie e di quanti vorranno sostenerla da presentare al nuovo Parlamento che ci auguriamo – conclude – dimostri ben altra sensibilità rispetto al Parlamento e al Governo precedenti.