Droga, operazione “Demetra”: otto arresti nel Potentino. Indagini partite dalla denuncia della madre di alcuni indagati

Il Procuratore Luigi Gay con il Capitano Antonio Milone durante la conferenza stampa di oggi

Il Procuratore Luigi Gay con il Capitano Antonio Milone durante la conferenza stampa di oggi presso la Procura di Potenza

Tutto è partito dalla denuncia della madre di uno degli arrestati, che ha dato il via alle indagini, fatte particolarmente di pedinamenti e di intercettazioni telefoniche. Così la procura della Repubblica di Potenza ha eseguito questa mattina, su disposizione del GIP di Potenza, otto provvedimenti cautelari (di cui due in carcere e sei ai domiciliari) nei confronti di Rocco Flavio Damone (1990), Giuseppe Manniello (1980), entrambi in carcere, e ai domiciliari Savino De Bonis (1989), Vincenzo Manieri (1980), Gregorio Marcoppido (1980), Lucio Gianluca Lorato (1996), Vincenzo Riccardi (1980) e Claudio Tamburrino (1995). Gli otto colpiti dal provvedimento della Procura risiedono fra Tolve, Oppido Lucano, Cancellara e Banzi. I reati contestati, con diversità di posizione, riguardano la produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, alcuni con l’aggravante. A spiegare i dettagli dell’operazione, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Potenza e dalla sezione P.G. dei Carabinieri della Procura, è stato il Procuratore Capo Luigi Gay, in una conferenza stampa tenutasi poco prima l’ora di pranzo. L’indagine trae origine dalla denuncia della madre di uno dei coinvolti che esasperata dalle condotte IMG_7353del figlio e nel timore che potesse coinvolgere nel traffico di sostanze stupefacenti il figlio più piccolo, ne denunciava le condotte delittuose ai Carabinieri, chiedendo di intervenire. Da qui è scaturita l’attività investigativa, con intercettazioni, sequestri, arresti in flagranza e pedinamenti. Così è stata accertata l’esistenza di una consolidata filiera di personaggi lucani dedita al rifornimento di stupefacente di diversa tipologia. Puglia (zona di Gioia del Colle) e in Campania le regioni dove veniva fatto il rifornimento di droga, per poi rivendere il tutto nell’hinterland del potentino. L’aspetto più preoccupante -ha sottolineato il procuratore Gay- è che diverse cessioni di droga sono avvenute in favore di giovanissimi acquirenti, all’epoca dei fatti minorenni. I fatti sono stati commessi in vari Comuni della Provincia di Potenza tra il gennaio 2014 e marzo 2015. Oltre agli otto arrestati, in totale gli indagati sono ben quaranta. Le cessioni di droga sono state consumate presso luoghi come scuole e locali di ritrovo, e principalmente nei comuni di Tolve, Oppido Lucano, Cancellara e Banzi. Gli arrestati avevano introdotto nelle loro attività criminose dei veri e propri servizi di “staffetta”, con il compito di “bonificare” i percorsi dei corrieri di ritorno da Puglia e Campania, cambiando più volte “grossisti”, itinerari e mezzi di trasporto. Per la compravendita degli stupefacenti utilizzavano un linguaggio criptico-convenzionale che è stato subito scoperto dagli investigatori. La droga, che variava dal tipo e quantità della sostanza, veniva indicata con i nomi di caffè, birra, schedine, maglietta, pantaloncino e camicia bianca. Grazie alla madre coraggio è stata smantellato questo gruppo di giovani spacciatori. Una madre che ha denunciato i figli per salvarli, denunciando quindi altri spacciatori. “Un episodio che si può contenere ma non eliminare, e non conosce limiti“, ha aggiunto il Procuratore Capo Gay. Per due di loro si sono aperte le porte del Carcere di Potenza, per altri sei il regime degli arresti domiciliari. All’operazione è stato dato il nome “Demetra”.

redazione Melandro News

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