PD, la lettera di un dirigente lucano a Renzi: “Caro Matteo, di lavoro ce n’è da fare. Il tempo incalza. Io passerei dal #CambiaVerso a #IlVersoGiusto”

Caro Matteo ti scrivo…

Mauro Basso con Matteo Renzi

Mauro Basso con Matteo Renzi

Chi ti scrive è uno di quelli che in maniera impropria si è sempre definito un “renziano di ferro” (o della prima ora che dir si voglia), da quel lontano 2012 quanto tu, avversato dal 98% del Partito Democratico ti apprestavi a “rottamare”vecchia politica e vecchi meccanismi. Lunga è stata poi la cavalcata che ti ha portato a diventare Segretario del PD e Premier. Molte sono le cose che, a mio avviso, questo governo ha fatto e sta facendo nella giusta maniera, dal Jobs Act alla riforma del Senato, dalla legge elettorale alla riforma della Pubblica Amministrazione. Niente è perfetto e tutto è perfettibile. Sta di fatto che per uscire dalla crisi va proseguito il cammino delle riforme, piaccia o non piaccia. Con la riforma del Titolo V della Costituzione sostanzialmente si cambia il rapporto di forza e di competenze tra regioni e Stato riportando alcune competenze d’interesse Nazionale come energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto in capo allo Stato stesso. In un’ottica di sburocratizzazione e dimezzamento delle doppie competenze è un bel passo in avanti, dal punto di vista dell’incidenza delle valutazioni degli enti territoriali un po’ meno. Soprattutto in materia energetica. Materia di cui si occupa anche lo “Sblocca Italia” il quale prevede competenza statale su titoli concessori delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi su terraferma.

Caro Matteo, chi ti scrive è un Lucano, precisamente di quella Melfi che tanto stai apprezzando e che produce ed esporta automobili per l’America. La Lucania, terra di grandi risorse naturali, paesaggistiche e culturali. Terra che da ormai molti anni contribuisce al fabbisogno energetico nazionale con le estrazioni petrolifere.

Lo Sblocca Italia per quanto riguarda le estrazioni prevede il rispetto del vecchio “memorandum” (massimo 154 mila barili/giorno) e l’intesa con le regioni per il rilascio del titolo concessorio sulla terraferma. Bene. Per questo fabbisogno bastano Val D’Agri e Tempa Rossa. Allora la domanda è lecita: a cosa servono altri permessi per effettuare sondaggi? In Direzione Nazionale hai ribadito che non verrà estratta una goccia di petrolio in più rispetto agli accordi. Quindi effettuare sondaggio senza poi dare un seguito non ti sembra un esercizio quantomeno inutile?

Caro Matteo, inutile dirti che i Lucani anche se in pochi, sono persone intelligenti. Facile immaginarsi che una volta fatti i sondaggi e trovato l’oro nero, il passo verso nuove estrazioni è breve. Allora dobbiamo far susseguire alle parole i fatti: nessuna goccia di petrolio in più per me significa nessuna concessione neanche per “semplici” sondaggi sulla terraferma. Per quel che riguarda le estrazioni in mare, sono pienamente in linea con quanto ti hanno espresso il mio Presidente Pittella assieme ai Presidenti Emiliano e De Luca. Niente estrazioni in mare. Ovviamente si preferisce privilegiare il dialogo istituzionale prima di eventuali referendum.

Caro Matteo, Matera Capitale della Cultura 2019, Melfi “Capitale dell’Automotive” e tutte le altre realtà regionali hanno bisogno della vicinanza delle Istituzioni, non di semplici “mordi e fuggi”. La gente ha bisogno di vedere che le belle parole ascoltate in televisione non restino tali. Capisco che la Basilicata non offre comode infrastrutture, ma proprio per questo le Istituzioni non possono far mancare la propria presenza per un maggiore monitoraggio delle condizioni di vita e per dare maggiore incisività alle azioni del Governo sul nostro territorio. Proprio adesso che hai acceso i riflettori sul Mezzogiorno, quale opportunità di rilancio del Paese, credici fino in fondo. Qui il supporto non manca.

Caro Matteo, un ultimo pensiero la dedico al nostro partito. Seguo le dinamiche nazionali e comprendo che non è facile gestire un partito che al suo interno ha tante anime e ogni giorno ne esce una nuova, con una minoranza che proprio non comprende che va bene la dialettica interna, ma poi si va tutti nello stesso verso. Ma il compito del Segretario dovrebbe essere anche quello di capire quando è il momento giusto per rompere gli indugi e prendere decisioni forti. Parlavi di tornare al Renzi 1, io credo che dovresti invece passare al Renzi 3, perché il primo Renzi voleva fare il rottamatore ma non aveva grandi responsabilità verso il Paese. Oggi tutti ti guardano fiduciosi, con la speranza che tu riesca a far ritornare grande l’Italia e riportare agli italiani la voglia di partecipare attivamente alla vita sociale, e perché no, anche a quella politica. Il Renzi 3 deve essere quello che deve ridare il PD ai militanti, che deve si parlare con la “società civile”, ma al contempo deve capitalizzare al meglio il contributo che i militanti possono e vogliono dare al partito. Il nuovo Renzi deve partire dai territori; in Basilicata ormai il PD, che un tempo era il “partito polveriera” oggi è “polvere” tra sezioni commissariate, lotte di potere e discussione politica pari a 0.

Caro Matteo, di lavoro ce n’è da fare. Il tempo incalza. Io passerei dal #CambiaVerso del 2013 a #IlVersoGiusto.

MAURO BASSO
Partito Democratico Melfi

1 comments

  1. Ester

    Suggerirei al Sig. Basso di rivedere le regole della grammatica italiana. Nell’ultima frase scrive “Di lavoro ce né”. Probabilmente gli è sfuggito che l’ultima parola della frase è il verbo essere all’indicativo presente che coniugato alla terza persona singolare diventa: “è”.

    La frase sarebbe “ce ne è”, ma per questioni di eufonia (= bella pronuncia) il “ne” si elide (= si toglie la “e” e si mette l’apostrofo) e diventa “n’ “.

    La frase corretta doveva essere “ce n’è”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *