“Tito No Biomassa”: tanti dubbi e 10 domande sull’impianto a biomassa in paese

Qui dovrebbe sorgere l'impianto a biomasse, a Tito

Qui dovrebbe sorgere l’impianto a biomasse, a Tito

In quanto promotori della Petizione popolare contro la costruzione dell’impianto a biomassa in C.da Santa Venere voluto dal Comune di Tito e approvato ormai diversi mesi fa, desideriamo fare chiarezza o quantomeno contribuire ad un innalzamento del livello di consapevolezza, in merito ai dati che l’amministrazione ha ritenuto comunicare ufficialmente alla cittadinanza, attraverso una breve Nota informativa pubblicata sul  sito istituzionale il 21 Gennaio 2014. Bisogna riconoscere all’amministrazione di Tito il merito di aver colto con questa Nota informativa la viva esigenza manifestata dai suoi Cittadini di ricevere maggiori informazioni (di certo maggiori di quelle che poteva trovare nell’Albo pretorio) sulla costruzione di un impianto a biomassa, che sarà in funzione 24 ore al giorno tutto l’anno per 20 anni, la cui pianificazione risale almeno al 6 Maggio 2013. Di fatto, la pubblicazione di questa Nota dimostra come il coinvolgimento dei Cittadini nella formazione e nella messa in opera delle scelte pubbliche porti ad un dialogo costruttivo, sollecitando in maniera positiva anche coloro che li rappresentano. Gli effetti sono subito evidenti, come ad esempio nel nostro caso, quando leggiamo nella Nota: “è intenzione dell’amministrazione comunale tutta [di] dotare l’area di Santa Venere di una centralina ambientale che tenga monitorato lo stato e la qualità dell’aria a tutela estrema di tutti i cittadini”. Soluzione nobilissima, anzi imprescindibile in questi casi, che tuttavia non era stata prevista nel Progetto Esecutivo (ELAB.1), né tantomeno nel Contratto sottoscritto con l’azienda per la messa in opera dell’impianto. Siamo di fronte ad un importante precedente per la nostra comunità, ma volendo soffermarsi un attimo su questo specifico punto, non sarebbe opportuno da parte dell’amministrazione decidere anche di effettuare un’analisi preventiva dello stato e della qualità 156555_1473656652861427_502928931_ndell’aria prima di dare il via alle emissioni in atmosfera? Perché le emissioni, e qui siamo grati all’amministrazione che ha ufficialmente chiarito una questione tanto controversa (“Per quanto riguarda il tema delle emissioni in atmosfera il sistema dei controlli su queste tipologie di impianti, […] è assolutamente rigoroso”), certamente ci saranno (si vedrà poi di che tipo), essendo una conseguenza fisica inevitabile nei processi di combustione di qualunque natura (nulla si crea e nulla si distrugge). Senza l’indagine preventiva come potremo poi valutare tra 5, 10 o 20 anni l’impatto sul nostro territorio di un’istallazione energetica potenzialmente inquinante? Ma questa, purtropp,o non è l’unica domanda che vorremmo trovasse quanto prima una risposta concreta, altre infatti si affollano nei nostri pensieri, pieni ormai di molti dubbi e preoccupazioni. Ad esempio:

1)  Perché nella Nota si afferma che l’impianto è un modello di gestione dell’energia in modo “pulito” (“Trattasi del primo esempio in Basilicata e tra i pochi al Sud di gestione dell’energia in modo efficiente, integrato e pulito”), quando nel Progetto Esecutivo (ELAB.1, pag. 22), si parla esplicitamente di emissioni di inquinanti in atmosfera?

2)  Perché si omette di dire che tutte queste emissioni di inquinanti non verranno filtrate da alcun filtro posto all’emissione dei fumi, dato che nel Progetto Esecutivo non si parla di alcun filtro posto prima delle canne fumarie?

3)  Perché non si dice chiaramente, “concedendo” così ai Cittadini di poter scegliere se rischiare o meno, che la tecnologia attuale non è in grado di filtrare le particelle fini e ultrafini (ossia di diametro inferiore al PM10) e che la normativa italiana ancora non fissa dei valori limite per questo tipo di particolato, non essendo al passo con le ultime ricerche scientifiche ormai ampiamente note in ambito medico?

4)  Perché non viene detto esplicitamente il tipo di combustibile che verrà bruciato nell’impianto, dato che con il termine generico biomassa vegetale si intende un’ampia casistica di prodotti? Nel Progetto Esecutivo (ELAB.1, a pag. 2) è infatti scritto testualmente: “L’impianto proposto è progettato per essere alimentato da biomasse vegetali nel rispetto della Tabella 1A dell’art.8 comma 4 lettera b) del Decreto FER del 06/07/2012. Tra i sottoprodotti elencati nella suddetta Tabella si ricordano quelli di origine animale non destinati al consumo umano (Reg. Ce 1069/2009) classificati di Cat. 3 e quelli vegetali più comuni, quali grassi di origine animale, biodisel, olii esausti vegetali da frittura, ecc.”;

5)  Perché allora si afferma che nell’impianto non saranno utilizzati oli esausti e grassi animali se l’impianto stesso è proettato pger essere alimentato con tutti i sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1A del suddetto decreto, ossia: sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano, sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, delle gestione del verde e da attività forestale, sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali, sottoprodotti provenienti da attività industriali?

6)  A che cosa si riferisce esattamente l’amministrazione quando nella Nota parla di “certificati di sostenibilità che vanno comunicati alla Agenzia delle Dogane prima dello scarico”? Non sarebbe invece più corretto evidenziare che il gestore dell’impianto ha solo l’obbligo di trascrivere su un apposito registro gli approvvigionamenti di combustibile senza trasmettere alcun certificato agli Uffici della Dogana di Potenza?

7)  Perché nella Nota l’amministrazione del Comune di Tito omette di dire che l’Agenzia della Dogana ha un ruolo soltanto tributario, esercitando cioè controlli finalizzati solo all’assegnazione delle accise sui prodotti energetici, e non ha invece alcuna autorità in ambito sanitario ed ambientale?

8)  Perché si vuole fare intendere che la vigilanza esercitata dall’Agenzia delle Dogane sia tale da rassicurare la cittadinanza da ogni potenziale rischio, quando invece l’Ufficio della Dogana su questi tipi di impianti mediamente effettua solo 2 ispezioni all’anno?

9)   Perché nella Nota si precisa che l’impianto occupa uno spazio di circa 10 mq quando invece nel Progetto Esecutivo (ELAB.1, pag. 15) si scrive che l’impianto sarà ubicato nei locali deposito sotto la gradinata del campo sportivo, per una superficie di 74,52 mq, e che sarà dotato (pag. 18) di 2 cisterne di dimensione cadauna di 4,10×2,50?

Come si può capire le questioni su cui fare chiarezza e ricevere adeguate garanzie sono per noi Cittadini numerose e in alcuni casi anche molto complesse, ed è davvero sconcertante doversi porre queste domande mentre i lavori di costruzione continuano ad andare avanti, secondo un progetto sul quale l’amministrazione non sembra mostrare alcun dubbio. Nella Nota informativa non si perde occasione di sottolineare come tale “intervento è in linea con il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 6 Giugno 2012 per la promozione e diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili e con la mission del Patto dei Sindaci”. Ma nelle direttive sottoscritte dal Comune di Tito nel PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) c’è anche dichiarato che al fine di svolgere un’adeguata informazione in merito ai temi ambientali che riguardano il territorio, l’amministrazione comunale si impegna ad informare i Cittadini attraverso i seguenti canali di comunicazione: “Organizzazione di incontri con i cittadini sullo sviluppo e monitoraggio del PAES; […] Organizzazione di mostre, convegni, incontri, dibattiti sui temi dell’efficienza energetica, dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e dello sviluppo sostenibile che coinvolgano la cittadinanza, le scuole, le associazioni culturali, i commercianti, gli imprenditori, i professionisti del settore e la 1003081_1472977616262664_568044375_nsocietà civile in genere; Comunicazione ai cittadini attraverso pubblicazioni periodiche sullo stato di attuazione del PAES e sulle attività portate avanti dal Comune” (vedi il PAES, pp.52-53). Il ritardo con il quale esce ora la Nota informativa del Comune è sconfortante (9 mesi, quasi una gravidanza!), e lo è ancora di più se si bada a come si è scelto di affrontare il tema più generale dell’energia da biomasse. Da diversi anni ormai questo tema è al centro di grandi dibattiti in ambito scientifico e sociale in ogni regione italiana, a causa di importanti e difficili confronti che giorno dopo giorno si verificano tra le popolazioni locali, gli apparati istituzionali-amministrativi e gli interessi economici di gruppi nazionali ed internazionali. Rispetto all’enorme documentazione disponibile in rete e nelle pubblicazioni scientifiche e ufficiali, ci saremmo aspettati da parte dell’amministrazione qualcosa che andasse oltre il semplice copia e incolla da Wikipedia: “Il termine biomassa definisce qualsiasi materia organica (cioè derivata dal processo di fotosintesi clorofilliana) con esclusione dei combustibili fossili e delle plastiche di origine petrolchimica” (vedi la voce, Centrale a biomasse in Wikipedia). Purtroppo una constatazione di questo tipo, se pur minima, non fa altro che aumentare i timori di noi Cittadini, preoccupati all’idea che l’amministrazione del Comune di Tito possa aver approfondito, valutato ed approvato il progetto di tale impianto, così complesso per le sue mille implicazioni (salute, alimentazione, condizioni economiche, etc.), con la medesima attenzione, sollecitudine ed impegno che ha dimostrato pubblicando una Nota informativa così sprovveduta. Nella speranza di sopperire una volta di più ai ritardi dell’amministrazione e sostenere la sensibilità crescente dei Cittadini su fondamentali questioni di carattere ambientale, abbiamo deciso che questa mattina, domenica 26 Gennaio 2014 presso la Villa Comunale di Tito in via Roma e nella piazzetta di fronte alla parrocchia di Tito Scalo, dalle ore 10.00 alle 13.30, saremo presenti con i banchetti per la raccolta delle firme contro la costruzione dell’impianto. Saremo a disposizione di tutti coloro che vorranno sottoscrivere la Petizione e/o condividere le informazioni del caso. Se davvero si desidera confrontarsi e discutere di questo impianto e delle sue implicazione per il paese, è possibile farlo già domenica, senza ulteriori rinvii. L’obiettivo è uno ed uno solo, che ogni cittadino attraverso l’informazione si assuma le responsabilità̀ che gli derivano dall’essere membro della comunità.

 I Promotori della Petizione Popolare

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