Palazzo G. Fortunato, di Rionero in Vulture, ha ospitato il Calendimaggio 2024: reading poetico-artistico per la pace, organizzato dall’Associazione culturale Engel von Bergeiche

Il 4 maggio 2024, l’Associazione Artistico-letteraria Engel von Bergeiche ha celebrato il suo Calendimaggio, per la prima volta in Basilicata. E non ci poteva essere una location migliore della sala convegni dello storico palazzo Giustino Fortunato di Rionero in Vulture, dove sono convenuti poeti e pittori da diversi luoghi della Lucania, per esporre in poesia e in pittura i loro componimenti tematici. A fare gli onori di casa, l’Assessora alla Cultura del Comune vulturino, dr.ssa Cinzia Gliaschera che, portando il saluto del Sindaco De Nitto, ha parlato dell’importanza del tema “Pace” in questo momento di negazionismo, ringraziando l’Associazione E.v.B per aver organizzato l’evento e aver scelto il paese del grande meridionalista per la celebrazione. A seguire, Rossella Calderone, fondatrice e  presidentessa di detto sodalizio culturale e del Concorso letterario eponimo, ha rimarcato “la necessità di non tabuizzare la parola “genocidio” di Gaza, per non assuefarci ai crimini orrendi contro l’umanità di cui certi governanti sono, purtroppo, capaci”, leggendo contestualmente una poesia a tema, scritta, in tempi “non sospetti”, da suo padre Engel von Bergeiche (all’anagrafe Angelo Calderone), intitolata ”Stilla dopo stilla”: <<Stilla dopo stilla,/tu, Israele,/spilli la linfa vitale/ del fratello di Palestina./ Stilla dopo stilla,/giorno dopo giorno,/come un compito quotidiano,/ tu ti appresti /ad eliminar delle vite umane,/adottando la ferocia/di chi t’ha messa/prima in croce>>, (da “Speranza tra sogno e realtà”, Book editore,1991, Bologna, £ 15000). A seguire, la vicepresidente Concetta Liuzzo, vedova del poeta scomparso, ha ringraziato tutti i presenti, prima che il dr. Giovanni Russo, socio fondatore, accennasse a qualche sequenza del film “Non c’è pace tragli ulivi” di De Santis e facesse un sintetico excursus storico delle guerre di Palestina, popolo senza pace da 75 anni. Poi è stata la volta dell’ins. Anna Competiello che, con la sua solita grinta verbale, ha espresso la sua “emozione di parlare di pace, in questo momento particolare”, citando Massimo Recalcati e Sigmund Freud, rispetto alla guerra.

Poi, l’ins. Nicoletta Ciampa, follower veterana dell’Associazione organizzatrice, ha letto la breve lirica “Se”, sempre dallo stesso libro summenzionato. Il reporter, nonché fratello del poeta scomparso, dal canto suo, ha in primis ringraziato il Comune di Rionero in V. per la calda ospitalità riservata all’evento, aggiungendo che: ”(…) parlare di pace non è mai stato più opportuno e necessario come in questo brutto momento storico, perché, purtroppo, il Covid-19, tra gli effetti collaterali, ha portato anche il bellicismo e la voglia di vendetta. E  contro questo atteggiamento malsano, è di giusto monito la lirica, verista, “predittiva”, sempre del 1991, “La guerra,no!”, ancora di Engel von Bergeiche”: <<Rombi d’aerei,/accompagnati da deflagrazioni,/tuoni  di cannoni  e spari di mitraglie/seminano morte e dolore;/ fanno stragi;/ ai popoli tolgono la pace./ La guerra,no!/ perché essa è portatrice di morte,/di paura, di fame./La guerra, no!/ Perché è annientatrice di  felicità e di affetti./ La guerra, no!/ Perché ne soffrono gli animi innocenti/ che non riescono a dormire/ perché non vi è accanto a loro/ chi canta ninne nanne o racconti,/ favole./(…) La guerra, no!/ Perché annienta la vita./ La guerra, no!/ Affinché tutti gli uomini della Terra/ possano vivere come fratelli,/in pace./La guerra,no!>>.    

 Tra i poeti, sono intervenuti: Pasquale Campagna; Vittoria Lucia Cefola; Marisa Ferrara; Giuseppe Laccertosa; AntonioTozzi (poeta dialettale); Anna Molinaro, e i junior Giacomo Amoroso e Assunta Dorotea Ferrara. Per la pittura, i contributi al tema “Pace” sono stati di Angelo Ermanno, alias Dialkan, e Maria Rosaria Messina, che ha illustrato la sua “opera pittorica al servizio della pace e dell’incolpevolezza di Dio”. Last but not least, Erica Minniti ha spiegato la sua tela ”Germogli”, dipinta ad hoc per denunciare le stragi in Palestina. A mezzogiorno in punto, “Big Ben” ha detto stop alla Kermesse culturale, presentata da Antonio Petrino, con la collaborazione tecnico-informatica di Diego Vaira, e ripresa da “tg7 Basilicata”. Tutti gli artisti e i poeti sono stati omaggiati con colomba della pace, in lega metallica, dedicata con attestato, consegnati brevi manu dalla rag. Silvia Pelosi, segretaria dell’Associazione E.v.B., hostess per l’occasione.

Prof. Domenico Calderone

3 comments

  1. Dottor Roberto Antonio Ferrieri

    Buongiorno, desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per l’articolo recentemente pubblicato sul genocidio a Gaza. La vostra capacità di portare alla luce una questione così importante e urgente è encomiabile e di fondamentale importanza per la consapevolezza globale. Grazie per aver dedicato tempo ed energie per investigare e condividere le storie e le prospettive delle persone coinvolte in questa tragedia umanitaria.

    Attraverso il vostro lavoro giornalistico, avete contribuito a dare voce a coloro che spesso sono ignorati o dimenticati, offrendo una piattaforma per la testimonianza e la testimonianza della sofferenza e della resilienza della popolazione di Gaza. La vostra integrità nel narrare i fatti con accuratezza e sensibilità è un faro di luce in un mare di disinformazione e propaganda.

    Vi ringrazio per il vostro impegno nel portare avanti un giornalismo etico e responsabile, che ispira alla riflessione e all’azione. Spero che il vostro lavoro continui a illuminare le oscure realtà del mondo e ad alimentare la discussione e il dibattito verso una maggiore giustizia e comprensione.
    Con stima .

  2. Rossella

    L’articolo scritto egregiamente dal prof. Domenico Calderone è stato un inno alla pace per la terra di Palestina, che l’Associazione ha nel cuore affinchè possa trionfare la parola pace in ogni dove. Terra che sta subendo da tempo uno stillicidio da parte dei sionisti israeliani, come si evince dagli ultimi bombardamenti, nella notte tra domenica e lunedì l’esercito israeliano ha bombardato tre abitazioni a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza in cui sono rifugiati circa 1,4 milioni di civili palestinesi: almeno 20 persone sono state uccise, tra cui cinque bambini, il solo legggere questa notizia è una pugnalata al cuore.
    Ma stasera ho letto una cosa su una rivista on line che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti (Italia compresa), la risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata a diventare membro a pieno titolo dell’ONU. Alla faccia dell’Italia scendiletto dei nazi-sionisti fascisti e dei paesi che ne fanno da ola di stampo sionista- fascista, complici di questo genocidio che è sotto tutti gli occhi. Quindi, il grido di: “Palestina libera” adesso, si alza più forte che mai coi fratelli di Palestina.

  3. Maria Muccia

    Buongiorno a tutti. Commentare un articolo del prof. Domenico è sempre un piacere scaturito dal fatto che c’è qualcuno che, con devozione, dedica il proprio tempo a problemi di una certa portata: la “Pace”. Tutti dovrebbero vivere in pace, invece, non è così. Ogni popolo o ogni aggregazione ha diritto alla sua autonomia. Se fossimo in un pianeta maturo, non ci dovrebbero essere limiti all’indipendenza voluta da ogni comunità, tanto per rispetto alla libertà di organizzazione di ognuna di esse e, quindi, l’indipendenza politica non si dovrebbe ottenere con la guerra ma con un semplice accordo delle parti interessate. Dove sta il problema? Concedere autonomia territoriale a chiunque la chiede (purché sia a fin di bene) è la dimostrazione più alta di “maturità” raggiunta dai popoli, come pure entrare a far parte di grandi organizzazioni come l’ONU significa ampia capacità di collaborazione. Qui la domanda sorge spontanea, come diceva il giornalista Lubrano, ma il popolo della terra è maturo a tal punto? Se per similitudine, guardassimo le famiglie, sono tutte disposte, anche se dello stesso ceppo, a lasciare andare i figli per la propria strada? Figuriamoci, poi, se appartenenti a certi paesi i cui genitori sono disposti perfino ad uccidere pur di non lasciare liberi i propri figli di frequentare persone di altre comunità. L’ampliamento delle comunità non sempre viene visto come arricchimento, ma come impoverimento della propria. A volte, le guerre si decidono a tavolino (come si suol dire di solito) da coloro che gestiscono il mondo e, nonostante il grido di tanti popoli, continuano lo stesso perché il loro obiettivo ha un diverso fondamento: troppa gente, popoli sbandati nei valori,economie allo sfascio ecc.. Perfino Dio è ricorso al diluvio universale!! Tutto si potrebbe evitare se solo si volesse. Per me, pure guerra è stata la legge del Giappone che obbligava le donne ad abortire se il feto avesse sesso femminile, oggi ci sono venti milioni di uomini che non trovano moglie e quelle poche donne disponibili sposano solo gli uomini benestanti: credo che non vi siano parole per commentare! Speriamo che il grido degli oppressi invade l’animo degli oppressori e il “Dialogo” e il “Rispetto” per l’altro diventino i valori più “Alti” di ogni essere umano.

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