Ai lucani il vino piace bio. La Basilicata è tra le sei regioni italiane con percentuale più elevata della media

In Basilicata piace il vino bio. Secondo l’ultimo rapporto presentato da Ismea sul vino biologico, infatti, la Basilicata è una delle sei regioni italiane dove l’incidenza dei vigneti biologici su quelli “tradizionali”, supera la media italiana. La Basilicata si piazza in coda al sestetto, con il 32,3% di vigneti biologici, contro una media nazionale del 22,6. Le altre regioni nella top six sono la Calabria, in testa a tutte con il 53,5%, le Marche con il 49,3, la Sicilia con il 47,7%, e la Toscana con il 39,8%. E anche se non in maniera molto marcata, la tendenza dei coltivatori a preferire i metodi naturali per le coltivazioni, anche in Basilicata come nella maggior parte delle regioni d’Italia, è ancora in crescita. Almeno fino al 2022, perché per il 2023 bisognerà fare i conti con il disastroso andamento meteo che ha provocato il proliferare della peronospora e il conseguente crollo delle produzioni.

Ovviamente, considerati i piccoli numeri della Basilicata, le alte percentuali non corrispondono a valiri che fanno massa critica in termini assoluti. Ma la tendenza è indice del sempre vivo interesse delle aziende lucane per le produzioni di alta qualità. Nel 2022 in Italia gli operatori vitivinicoli biologici in Italia erano 29,910. In Basilicata, nello stesso periodo, secondo le elaborazioni Sinab su dati Sib, erano 884. Una cifra di tutto rilievo se si considerano altre piccole regioni piccole, come il Molise (197), medie come l’Umbria (598) o addirittura grandi, come Piemonte (813) e Lombardia (787). In Basilicata il 27% degli operatori vitivinicoli sono operatori biologici, il che colloca le regione dell’Aglianico del Vulture, del terre dell’Alta Val d’Agri, del Grottino e del Matera doc abbastanza vicino al ristretto gruppo delle regioni dove l’incidenza dei produttori biologici sono oltre un terzo del totale degli operatori vitivinicoli sono oltre un terzo degli operatori vitivinicoli totali (Marche, Veneto, Toscana, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia).

Il consumo di vino biologico in Italia è stato costantemente in aumento dal 2015 al 2021, mentre nel 2022 ha subito una lieve flessione rispetto all’anno precedente, passando da un valore delle vendite (complessivamente in Italia) di 45,2 milioni a 43,3 milioni. Il 43% del valore di mercato si concentra nelle regioni del Nord, ma proprio in quest’area si registra un calo del 2,1% mentre nel Mezzogiorno il consumo è rimasto invariato. Il vigneto da vino biologico in Italia si estende per oltre 133 mila ettari, dei quali il 76,5% risulta convertito. Insiste su tutto il territorio nazionale e si caratterizza per valori di superficie tra loro molto eterogenei, che spaziano dai 113 ettari di Valle d’Aosta e Liguria insieme, ai 36.937 ettari della Sicilia. Nel 2022 gli incrementi più significativi (oltre 350 ettari) in Sicilia, Puglia, EmiliaRomagna, Trentino-Alto Adige, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Marche. È di oltre 3 milioni di ettolitri il volume di vino biologico registrato in Italia a fine campagna (02/02/2023), circa il 6% della produzione nazionale totale.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

 

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