Troppa pioggia e gli invasi lucani sono stracolmi. Venti milioni di metri cubi in più rispetto allo scorso anno

Buone notizie dagli invasi della Basilicata. Nei sei impianti operativi della regione sono presenti complessivamente poco meno di 300 milioni di metri cubi d’acqua, 20 in più rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Merito di un autunno finora particolarmente generoso in termini di precipitazioni. Il mese di novembre, in particolare, ha fatto segnare su Puglia e Basilicata accumuli abbondantemente superiori alla norma. Sul territorio pugliese, materano e settore jonico è piovuto il 30-40% in più, con Bari che ha registrato 109 mm di accumulo, quasi il doppio della sua media storica. In altre aree del territorio come il Gargano, l’Appennino e la costa tirrenica lucana, le piogge sono state davvero eccezionali, con numeri da record almeno nell’ultimo ventennio. La stazione di Potenza, ad esempio, ha fatto registrare 226 mm di pioggia, il triplo del valore normale, con il totale annuo che negli undici mesi raggiunge gli 810 mm, valore già superiore alla media storica dell’intero anno. In Val d’Agri l’accumulo di novembre tocca i 350 mm, mentre sul Lagonegrese (stazione di Lagonegro centro) e costa tirrenica (Maratea) sono stati superati nei trenta giorni i 500 mm. Si tratta di una quantità d’acqua enorme, che ha compromesso in qualche caso anche la tenuta idrogeologica del territorio.

Tornando alle dighe, l’impianto che mostra il progresso maggiore rispetto allo scorso anno è quello di Monte Cotugno. Nell’ultima decade di novembre, il fiume Sinni ha raggiunto due picchi di piena nell’arco di pochi giorni e ciò ha consentito di raccogliere in meno di una settimana oltre 50 milioni di metri cubi d’acqua. Oggi nell’invaso si trovano 172 Mmc, 23 in più rispetto a dodici mesi fa. Anche il Pertusillo fa registrare valori superiori rispetto allo scorso anno, con un aumento della disponibilità di circa 6 milioni di metri cubi. Va comunque sottolineato il fatto che qui, come nel Camastra, si è già reso necessario regimentare l’acqua totale raccolta, attivando piccoli sversamenti programmati verso il fiume Agri. Permangono infatti, in entrambi gli impianti, restrizioni di carattere tecnico che obbligano il gestore a ridurre fortemente la capacità d’invaso.

Addirittura nella diga del Camastra si è partiti con i rilasci programmati a metà novembre. Da diverse settimane, quindi, almeno una decina di milioni di metri cubi d’acqua sono già finiti nel Basento e quindi in mare. Oggi la diga raccoglie circa un terzo della sua massima capacità (9 milioni di metri cubi su 24) e non potrà andare oltre. L’invaso di San Giuliano è l’unico impianto ancora in ritardo rispetto a dodici mesi fa: 3 milioni in meno per l’esattezza (26 rispetto a 29 Mmc). Lungo il Bradano il grosso delle precipitazioni si è avuto solo a partire dalla seconda metà di novembre, per cui la fase di ricarica di falde e sorgenti è ancora in corso. Anche il Basentello ha molta meno acqua dello scorso anno. Il motivo, però, è da ricercarsi nelle pesanti restrizioni imposte all’accumulo, dettate anche qui da limitazioni tecniche e di sicurezza. Il piccolo lago di Gannano, infine, presenta gli stessi numeri di un anno fa.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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