“Mente, cervello, intelligenza artificiale e libera scelta”. Venerdi a Potenza al Città delle 100 Scale Festival incontro con il prof. Giuseppe Trautteur

Qual è l’intreccio tra mente, cervello, intelligenza artificiale e libertà di scelta? La scienza e la filosofia si sono sempre confrontate sul tema della libertà e non sempre le risposte sono state “rassicuranti”. Per avventurarsi in questo affascinante, e insidioso discorso il Città delle 100 Scale Festival, nell’ambito del percorso “Vertigini. Sull’orlo dell’abisso” propone un incontro dal titolo “Mente, cervello, intelligenza artificiale e libera scelta” con il prof. Giuseppe Trautteur, figura di spicco della teoria informatica, delle scienze cognitive e dei rapporti mente-macchina. Appuntamento venerdì 11 novembre ore 17,00 presso il Polo Bibliotecario di Potenza. L’incontro rivolto ad un pubblico ampio, non solo di specialisti, vuole mettere in relazione scienza e filosofia intorno a questioni fondamentali che riguardano il mondo della conoscenza e la nostra esistenza. Vede, anche, la presenza di Ugo Erra, professore associato d’informatica e sviluppo di sistema intelligenza artificiale presso l’UniBas, con un intervento dal titolo “intelligenza artificiale creativa con le reti neurali”, ambito dell’attuale ricerca presso il laboratorio di Computer Graphics e Calcolo Parallelo dell’UniBas. Uno spaccato sulla possibilità o no di poter pensare a forme di creatività dell’IA, come l’arte per l’essere umano. A condurre l’incontro Ermenegildo Caccese, docente di fisica matematica (Unibas) e Francesco Scaringi per il Cittá delle 100 Scale Festival.

Cosa ne sarebbe dell’uomo se non fosse libero? A questa domanda, per paura della risposta, a volte si fa orecchie da mercante, si lascia la risposta magari alla fantascienza senza rendersi conto che la fantascienza ormai è già per molti aspetti realtà. Scienze cognitive, neuroscienze che studiano il cervello, e intelligenza artificiale sono più che mai attive e presenti nel nostro mondo. Non solo,
essi contribuiscono a modificare il nostro modo di percepire ed operare, ormai con gli strumenti della ricerca scientifica si occupano di questioni estetiche, giuridiche, economiche e politiche che in
passato erano solo campo della filosofia. Infatti chi potrebbe mai negare l’esperienza soggettiva di prendere una decisione, di scegliere quale vestito indossare, cosa mangiare, che farne della propria esistenza? Chi mai potrebbe negare l’esistenza del libero arbitrio? Eppure, scrive Giuseppe Trautteur nel suo libro “Il Prigioniero libero”, uscito per Adelphi (2021) «allungare una mano per prendere un bicchiere d’acqua potrebbe coinvolgere l’intero Universo».

Scegliamo e decidiamo o siamo scelti e decisi? E questo cosa significa in termini scientifici o filosofici e quali le conseguenze pratiche sulla nostra vita? Pensiamoci un attimo: se noi siamo il nostro cervello la libertà non esiste. «Il cervello è un pezzo normale, ancorché complesso, dell’Universo» osserva Giuseppe Trautteur, lasciando in fondo pochi margini alla possibilità di poter interpretare quelle che chiamiamo scelte come qualcosa di diverso da «accadimenti naturali perfettamente giustificati dalla situazione materiale del momento». Ma è proprio così? Gli spazi di discussione sono aperti.

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