Tragedia del Raganello, la parola all’esperto lucano Carmine Lizza: “Mai sottovalutare le allerte meteo”

La tragedia del Raganello, del 20 agosto scorso, si poteva evitare? Di chi sono le responsabilità? Mentre la Magistratura sta lavorando per fare chiarezza su quanto accaduto ed accertare eventuali responsabilità, ne discutiamo con un esperto del settore di protezione civile, Carmine Lizza, lucano, responsabile nazionale dell’Anpas e figura di rilievo sul territorio nazionale in materia di protezione civile. Una cosa è certa: prima della tragedia era stata diramata l’allerta a causa delle condizioni meteo instabili. Nonostante il maltempo previsto, il gruppo di escursionisti si è comunque messo in cammino verso le gole in terra calabra. La forza della piena li ha travolti, alcuni corpi sono stati trascinati fino a cinque chilometri di distanza. Acqua e fango hanno spezzato dieci vite. “Bisogna informarsi e lavorare in prevenzione prima di un’escursione così come durante una sequenza sismica. È importante testare i piani di protezione civile comunali: il vero patrimonio delle comunità”, ci tiene a precisare Lizza, che continua: “Molti in questi giorni mi stanno chiedendo maggiori delucidazioni su quanto accaduto in Calabria. Mi piace prendere spunto dalla campagna “Io non rischio”, che chiarisce in maniera semplice come avvenga il passaggio di informazioni dal Sistema di Allertamento nazionale alle autorità territoriali competenti come Regioni e Comuni. Le informazioni, passando dalle Regioni ai Comuni, si dovrebbero trasformare in azioni di Protezione Civile conseguenti e/o necessarie che inserite preventivamente nella pianificazione di emergenza fanno la differenza. I cittadini hanno l’obbligo di attenersi a quanto disposto dalle autorità territoriali competenti”. Sulla tragedia del Raganello: “E’ mancato forse l’ultimo step di comunicazione dell’allerta per avverse condizioni meteo dagli enti preposti ai cittadini a fare la differenza tra una tragedia ed un semplice passaggio di un’ondata di piena. Oggi con il nuovo codice della Protezione Civile non solo viene ribadita l’importanza della pianificazione ma anche il ruolo attivo del volontariato nella redazione del piano e nella diffusione delle buone pratiche”. “I piani di protezione civile comunali –ha continuato Lizza- devono prendere in carico le segnalazioni. Per esempio alla quantità di pioggia devono far seguire delle azioni. Molte azioni purtroppo vengono dimenticate”. “Il consiglio è quello di informarsi costantemente, non costa nulla. Capire quali difficoltà possono esserci in un percorso. Quest’anno ci sono delle forti precipitazioni e quindi bisogna fare ancora maggiore attenzione”. La tragedia avvenuta sul fronte calabro-lucano deve far riflettere e non poco. Un ruolo importante sicuramente lo stanno già svolgendo anche le associazioni di volontariato con iniziative importanti, come ad esempio la campagna nazionale “Io non rischio”, che vede tra i protagonisti proprio l’Anpas. Certamente, un cittadino formato, informato e più responsabile potrebbe far abbassare la percentuale di tragedie simili. Lizza conclude: “Importante è anche mettere in sicurezza i luoghi predisponendo o individuando delle aree dove recarsi in caso di emergenza. Anche se resto dell’avviso che è meglio non andare proprio in situazioni particolari come queste. A volte si sottovalutano le allerte e non va bene”.

Claudio Buono
dal “Quotidiano del Sud”

 

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