Uranio, muore militare 32enne lucano: aveva contratto il cancro al ritorno da una missione estera

Nuova morte di un militare a causa dell’uranio. Un giovane trentenne era originario della Basilicata ed era andato a Verona a fare il volontario nelle Forze armate. Lo rende noto l’Osservatorio militare. «Quando si arruolò volontario sapeva che rischiava di saltare su una mina o ucciso da un cecchino o in uno scontro a fuoco, ma nessuno – commenta Domenico Leggiero, coordinatore dell’Osservatorio – gli aveva detto che avrebbe rischiato di morire perché andando in servizio all’estero, dove è stato esploso uranio impoverito, si rischia di ammalarsi e di morire». L’uomo è morto dopo avere contratto un cancro al ritorno da una missione estera. «Lo incontrai all’inizio della malattia e ci lasciammo dicendoci che appena sarebbe stato meglio avremmo iniziato a seguire l’iter per il riconoscimento della causa di servizio, delle vittime del dovere e del risarcimento – ricorda Leggiero –. Aveva bisogno di tempo, era andato all’estero perché doveva pagare il mutuo. Già, il sottile confine che separa il professionismo dal mercenarismo. Soldati sottopagati in servizio, con debiti costanti sulle spalle, sono merce che è sempre pronta per essere inviata all’estero». «Fare dell’impiego all’estero una necessità per i nostri militari consente allo Stato maggiore della Difesa di continuare a tacere dei pericoli, anzi, consente di additare come nemici tutti coloro che osano parlare e dire la verità – denuncia il coordinatore dell’Osservatorio militare –. Con lo stesso criterio la commissione Parlamentare d’inchiesta appena conclusa è stata additata come ‘nemica dei militari’ solo perché ha capito e dimostrato che i militari non sono tutelati. Si resta basiti nell’assistere al silenzio di tutti i partiti politici in campagna elettorale sul tema. Un silenzio assordante! Si parla di tutto e di più, si cerca di coinvolgere gli italiani su temi o battaglie a volte inesistenti ed anacronistiche. E’ proprio vero, quando il sistema è in crisi si inventano delle crociate». Per Leggiero il tema dei morti per uranio impoverito «non è una crociata ma una tremenda realtà e la miopia di una politica distante non vede, non sente e non ne parla».

Fonte: Il Quotidiano del Sud

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