Come la tecnologia Blockchain cambierà il mondo

Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere. Soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro. Avete mai sentito parlare di Blockchain? Forse va fatto un piccolo preambolo parlando della criptovaluta più famosa, il Bitcoin. Per chi non lo sapesse il Bitcoin è reso possibile dalla convergenza creativa di una serie di tecnologie informatiche già esistenti: i protocolli di file sharing peer-to-peer, la crittografia a chiave pubblica e privata, la cifratura hash, ossia che trasforma dei dati a lunghezza variabile in un record a lunghezza fissa tramite una chiave di cifratura univoca. L’ingrediente qualificante è però originale, anche se costruito su concetti in circolazione dalla fine degli anni ’80: l’architettura blockchain, letteralmente, ma anche sostanzialmente, catena di blocchi. 

Un’architettura blockchain definisce un deposito di dati distribuito costituito da una lista di record in continua crescita resistente a modifiche e revisioni, anche da parte degli operatori dei nodi (computer) su cui risiede il deposito di dati. I dati sono così sicuri anche in presenza di partecipanti non affidabili alla rete. Una copia totale o parziale del blockchain è memorizzata su tutti i nodi. I record contenuti sono di due tipi: le transazioni, che sono i dati veri e propri, e i blocchi, che sono la registrazione di quanto ed in quale ordine le transazioni sono state inserite in modo indelebile nel database. Le transazioni sono create dai partecipanti alla rete nelle loro operazioni, mentre i blocchi sono generati da partecipanti speciali, i cosiddetti “miners”, che utilizzano software e a volte hardware specializzato per creare i blocchi. L’attività dei miners viene ricompensata con l’assegnazione di “qualcosa”, nel caso della rete Bitcoin di un certo numero di unità di valuta. Secondo alcuni osservatori il giro d’affari mondiale annuo delle tecnologie blockchain aumenterà da 2,5 miliardi di dollari del 2016 a 19,9 miliardi entro il 2025. 

H-Farm e Deutsche Bank hanno lanciato una chiamata alle armi per le startup che si dedicano allo sviluppo tecnologico della blockchain applicata all’industria, invitandole a presentare i loro progetti entro il 23 ottobre e mettendo sul piatto 20mila euro di finanziamento per ciascuna. In Italia non esiste ancora una competenza notevole, formata da persone in grado di disegnare architetture di blockchain. Esistono, invece, risorse remunerate molto meno che all’estero, e questo può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte gli stranieri sono incentivati a investire da noi perché hanno manodopera digitale ultra-qualificata a buon prezzo. D’altra parte, sono giovani soprattutto incentivati ad andare cercare fortuna altrove, dove sarebbero più gratificati. Questo significa rischiare di inaridire questo nascente universo di innovazione e competenze. In ogni caso se lo sviluppo dovesse confermarsi a questi ritmi, tra due anni si avranno soluzioni commerciali sempre più accettate dalla tecnologia blockchain. Nel concreto, per capirci, la tecnologia blockchain potrebbe cambiare e migliorare di molto molti aspetti del nostro lavoro/vita. Proviamo a fare un esempio: oggi in una comunicazione tra due aziende per lo scambio di documenti ufficiali le strade possono essere essenzialmente la raccomandata, il fax, finalmente anche online, oppure l’email o la posta certificata. 

Con la tecnologia blockchain tutte queste comunicazioni non saranno più necessario in quanto sarà subito disponibile per tutti gli interessati, anche eventualmente di una terza persona (ad esempio avvocati e via discorrendo). In pratica si passa da una digitalizzazione che viene definita in gergo tecnico punto a punto ad una che viene automaticamente riconosciuta e accettata da una molteplicità di punti. Si comprende bene che una volta messa a punto e adottata anche in altri settori e non soltanto nel campo delle criptovalute, la tecnologia blockchain potrebbe cambiare e snellire di molto tutti i processi, produttivi e non. Ci vorrà qualche anno ancora, ma non sembra essere più soltanto un’utopia.

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