Potentino, un nuovo Sito di Interesse Comunitario. La Regione propone il “Torrente Rosso” di Pietragalla

La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Territorio ed Energia Cosimo Latronico, la proposta di un nuovo Sito di Interesse Comunitario (pSIC), afferente alla rete europea Natura 2000, denominato “Torrente Rosso” ricadente sul territorio di Pietragalla. La designazione è avvenuta in adesione alla richiesta dell’Unione Europea di ampliare la superficie di aree tutelate di concerto con l’amministrazione e le associazioni locali.

Il sito proposto è un torrente immissario del fiume Bradano e si snoda per circa 1 km in un’area collinare a Nord di Potenza, non distante dal Parco Regionale del Vulture, in un’area caratterizzata da un mosaico di agroecosistemi che si alternano a piccoli boschi. Si tratta delle ultime propaggini del robusto sistema forestale lucano, che procedendo verso Est lascia il posto alla monocoltura cerealicola, conservando tratti del reticolo idrografico principale e piccoli nuclei residuali di vegetazione arborea. Il sito rappresenta un corridoio ecologico fluviale, che confluisce in un nodo della rete ecologica regionale: la diga di Acerenza. Sulle sponde si alternano foreste a galleria con querceti mesofili, arbusti e piccoli prati umidi. Lungo il corso del torrente sono state realizzate delle piccole briglie, in corrispondenza delle quali si sono formate delle pozze più profonde che conservano l’acqua anche nella stagione asciutta utili per la riproduzione degli anfibi.  Ai bordi del torrente, sui versanti che ne delimitano troviamo un mosaico articolato di colture cerealicole, pascoli, foraggio e i piccoli appezzamenti di colture permanenti (oliveti) che possono essere annoverati tra gli ambienti semi-naturali che forniscono un apporto trofico e una pletora di ambienti riproduttivi o di rifugio per fauna ed avifauna nidificante, stanziale e/o in migrazione. Queste aree non comportano disturbo agli habitat ed alle specie contenute nel sito si alternano prati e maggesi a costituire una micro-variabilità ecologica che rende compatibile la presenza di comunità di insetti, invertebrati, micro-mammiferi che a loro volta richiamano animali più grandi a caccia di prede (rettili, chirotteri, anfibi, mammiferi di maggiori dimensioni). Al torrente si connette una rete di impluvi, fossi minori continui o interrotti e talora frammentati dall’attività agricola a costituire un sistema di elementi naturali residuali, corridoi discontinui terrestri e umidi, piccole stepping-stones in relazione ecologica con il sistema naturale più ampio.

“La valenza ecologica del sito proposto – afferma Latronico – è rilevante per la posizione geografica in cui si trova e per la sua funzione, quale corridoio di connessione tra un’area umida (diga di Acerenza) della rete ecologica regionale ed il reticolo idrografico minore che innerva un’area caratterizzata da agroecosistemi e formazioni forestali mesofile”. Sono presenti anche elementi sporadici di Tamerix ssp. e nuclei di megaforbie sulle sponde del torrente. Si osservano spesso – esemplari di Milvus milvus, Milvus migrans, Buteo buteo, Elaphe quatuorlineata, Hierophis viridiflavus. Il corridoio confluisce nella fascia di vegetazione più ampia che borda il fiume Bradano e consente attraverso essa gli spostamenti della fauna di maggiori dimensioni (ungulati, lupo) a monte verso i vasti nuclei boscati dell’area del Vulture, a valle verso le colline cerealicole dell’alto e medio Bradano fino alle forre e le gravine tipiche dell’area materana. Il torrente sebbene fruito da escursionisti e pescatori, presenta caratteristiche di elevata naturalità, non sono state rilevate tracce di disturbo o minacce di sorta ai target naturalistici riscontrati.

“Grande è la valenza, per la conservazione della biodiversità, anche di piccoli lembi di territorio – aggiunge l’assessore -, aree tutelate che nell’area nord-orientale della Basilicata sono completamente assenti.  L’obiettivo che ci si propone è quello di andare ad individuare nuovi siti da tutelare, sempre concertandone le dimensioni e i confini con le amministrazioni locali e con i diversi portatori d’interesse. Restiamo ora in attesa dell’inserimento nell’elenco comunitario. La Basilicata è uno scrigno di biodiversità che va tutelato al fine di trasmetterlo alle generazioni future”.

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