Potenza, la natura riconquista i luoghi abbandonati della città. Il 14 ottobre la presentazione l’installazione collettiva di Andrea Nolè

La natura riconquista i luoghi abbandonati della città. È questa l’idea che sta alla base dell’installazione collettiva, site-specific, Exercise for not losing the smile,curata, nell’ambito del Città delle 100 Scale Festival, dall’artista Andrea Nolé, che sarà presentato al pubblico, martedì 14 ottobre, ore 16,30 come riconfigurazione della Fontana di Gomito Cavallo in via Vaccaro a Potenza, luogo dell’appuntamento. L’intenzione è quella di tutelare il bene storico, l’azione é temporanea e non intrusiva, si è intervenuto con tutte le accortezze per non deturpare alcun elemento della fontana, rispettando le indicazioni della Soprintendenza ai beni artistici. L’installazione durerà in concomitanza del Festival. Inoltre si vuole dare luce e voce anche ad alcuni movimenti e associazioni autogestite e indipendenti che in questi anni hanno lavorato per il recupero e il ripristino di alcune aree abbandonate, l’associazione Radici, Noi Ortadini, Fuorisentiero, L’associazione Rocciaviva Matera, che hanno partecipato alla performance e alla realizzazione dell’installazione. Successivamente l’albero di melograno, che ispira la creazione artistica, sarà donato alla città. “Piantato” dall’artista e dalle associazioni coinvolte già nei giorni precedenti l’installazione ha suscitato meraviglia e curiosità e ha aperto una vivace discussione sul senso dell’operazione-evento.

Andrea Nolè si richiama al Manifesto del terzo paesaggio di Gilles Clément, paesaggista francese che indica come tutti i luoghi abbandonati dall’uomo siano fondamentali per la conservazione della diversità biologica. In questo lavoro il luogo scelto per una “performance” collettiva, divenuto nel tempo simbolo dell’abbandono, vive una metamorfosi: la fontana diventa un vaso, un archetipo che si rimodella. L’abbandono diventa un piano su cui rimodulare i significati, subentra il gioco come intenzione e veicolo stesso di messaggi e occasione per generare ulteriori azioni comuni. “Ho pensato di piantare l’albero di melograno nella fontana – ha dichiarato l’artista – perché in ebraico, il melograno (rimon) evoca l’elevazione (ram), ma anche il prelievo (térouma). È un simbolo di produttività, ed anche dell’unità del popolo, poiché i grani sono stretti tra loro. Dal punto di vista della performance sono esercizi urbani che vogliono stimolare ad osservare il paradosso, l’intruso, la possibilità che le cose possono cambiare. Sono esercizi per rompere la monotonia. Sono esercizi per non perdere il sorriso”.

“La proposta di Andrea Nolé – ha detto Francesco Scaringi, direttore del Festival – ci è sembrata in perfetta sintonia con la ricerca che il festival ha fatto nel corso degli anni in riferimento al rapporto cittadini, città e natura”.

Andrea Nolé, classe 1985 è un artista poliedrico, che si muove in più ambiti artistici, in particolare nell’arte pubblica con già alle spalle un curriculum notevole di opere e di partecipazione a mostre e contesti italiani ed europei. Tra le sue opere/operazioni più note vi sono Hi mom, I’m in Germany (Düsseldorf, 2017 ), Edificaremos sueños (Bilbao, 2018), Hūmānitās (Irun 2015), Aliens Welcome realizzata all’ingresso dello “Scalo di Ferrandina – Matera” insieme con Mimmo Rubino per Matera 2019 e il Progetto Radici al Rione Poggio 3 Galli di Potenza.

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