Dopo l’anno della pandemia, che è costato al settore del vino un crollo medio dei fatturati del 15%, il vino Made in Italy ha innescato la risalita e per la fine del 2021 è atteso un rimbalzo del 9%. Ma per tornare ai livelli pre-Covid, la strada da fare è ancora lunga. Alla data del 30 giugno 2021 negli stabilimenti enologici lucani ci sono oltre 150mila ettolitri di vino in giacenza, di cui 86mila ettolitri di Dop, 35.700 di Igp, 28mila di altri vini e 45mila di vini varietali. Il maggiore quantitativo è di vini dop in provincia di Potenza con circa 80mila ettolitri. La situazione rispecchia l’andamento nazionale: il 51,2% del vino detenuto è a Dop, con una prevalenza del rosso (55,1%). Il 26,9% del vino è a Igp, anche in questo caso con prevalenza del rosso (57,5%), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,4% del totale. Il restante 20,5% è costituito da altri vini. Sono dati di “Cantina Italia” (Mipaaf) diffusi al Forum nazionale vitivinicolo 2021, promosso da Cia Agricoltori italiani in collaborazione con Unione Italiana Vini e tenutosi a Roma, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Secondo la Cia «bisogna attendere la ripresa stabile della ristorazione e del turismo, così come del commercio mondiale, confidando che la variante Delta non imponga nuove restrizioni, e nel frattempo puntare su nuovi canali, mercati e trend. Scommettendo sull’e-commerce (+120% nei primi sei mesi del 2021), sull’export in Paesi strategici come la Cina e sul boom del vino rosato, che si affianca a quello delle bollicine italiane, avviate verso 1 miliardo di bottiglie prodotte entro i prossimi tre anni».
Fonte: Il Quotidiano del Sud