melandronews.it ospita la lettera aperta inviata da un cittadino al presidente della Giunta Regionale Marcello Pittella, sulla questione trasporti
Egregio Presidente
Sono uno dei tanti pendolari che frequenta da più di quindici anni le linee Potenza-Foggia/Potenza-Salerno e sono sicuro di poter correttamente rappresentare e descrivere, il grande senso di frustrazione ed amarezza che pervade i pendolari intenti a recarsi sui posti di studio o di lavoro. D’altronde chi sale sul treno ha già i suoi pensieri/problemi esistenziali e non vorrebbe sobbarcarsene degli altri: allora si sopravvive cercando di limitare i danni…Non mi voglio soffermare sulla qualità del servizio (treni vecchi e sporchi, spesso o troppo freddi o troppo caldi, carrozze chiuse o convogli troppo corti; sono addirittura tornate in auge alcune carrozze che erano scomparse dalla circolazione e che rappresentano il senso di completo degrado con cui dobbiamo convivere) di cui troppo poco si parla ma che, se desidera, le posso documentare con fotografie molto esaurienti. Non mi voglio neanche soffermare sullo stato della nostra stazione principale (Potenza centrale): della sua sistemazione (barriere architettoniche e display informativi) se ne parla ormai da anni ma i lavori non partono mai. Lo spunto questa volta lo prendo dalle sue recenti dichiarazioni: ”Le ferrovie a Matera non le vogliamo completare”, che mi sono sembrate alquanto bizzarre, soprattutto dopo la decisione dell’unione europea di attribuire al tema della mobilità, una posizione cruciale per lo sviluppo dei nostri territori. Come tutti sanno, la città di Matera, non è adeguatamente collegata al resto del mondo. Le sue strade sono un continuo susseguirsi di interruzioni e cantieri, inidonee alla mole di traffico che sopportano; figuriamoci cosa accadrà nel 2019, quando migliaia di pullman (Si stima 5 milioni di turisti) si riverseranno in città per ammirare le sue innumerevoli bellezze. Quella dello scalo Matera-Ferrandina è una storia vecchia e consumata, cominciata nel lontano 1986, da allora la linea che doveva collegare Matera e creare un corridoio fino a Napoli, è rimasta l’unica opera incompiuta su ferro. Costò alle casse pubbliche 530 miliardi di lire (270 milioni di euro), e adesso per soli 200 milioni, non la finiamo. Un vero peccato… e poi i treni, Matera, ce li ha già. È vero. Sono i vecchi Fiat diesel a due e quattro vagoni delle Fal, le Ferrovie Appulo Lucane (di proprietà del ministero dei Trasporti) che arrancano fino al capoluogo (4 ore di viaggio), tra olivi e mandorli, su un binario a scartamento ridotto, uno dei pochi che non è stato smantellato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu inaugurato nel 1915. Difficile immaginare che la gran massa di turisti arriverà a bordo di quei trenini, se non cambieranno le cose. Ma lasciamo da parte per un attimo l’argomento. Matera non avrà i convogli di Trenitalia entro il 2019 e forse non li avrà mai più. Risulta altresi’ preoccupante la situazione sulle linee esistenti, dove non sembra vada poi tanto meglio. Mentre nel resto d’Europa le comunità locali investono nella mobilità sostenibile, dove il traffico su rotaie ha un ruolo importantissimo, da noi passa quasi inosservata la semi-chiusura di una linea ferroviaria che invece dovrebbe essere valorizzata. Parliamo di un tratto ferrato (Ferrandina-Policoro-Taranto\Sibari) dove un turista potrebbe ammirare panorami e paesaggi di inestimabile bellezza e che se opportunamente valorizzato potrebbe rappresentare un’ulteriore attrazione per i nostri territori. Invero dalla lettura della qui contestata ipotesi di offerta di Trenitalia, appare invece evidente come ancora una volta la Regione Basilicata rimanga esclusa da ogni ipotesi di investimento/ammodernamento e, quindi, di sviluppo; se da un lato vengono privilegiate, legittimamente, le tratte con servizi veloci, dall’altro “si dimentica” della Lucania, che nulla ha da invidiare come “attrattore turistico” d’eccellenza nella visione promo-strategica meridionale, non solo per le bellezze naturali, paesaggistiche e archeologiche, ma anche e in conseguenza di un’eventuale apertura dello scalo aeroportuale di Pisticci. Ma v’è di più. Nel famoso programma #SeDiciBasilicata si parla di un fantomatico ”Acquisto e messa su rotaia di numero 4 coppie di Frecce (Freccia d’Argento)”. Una vera presa in giro (O incompetenza di chi gestisce la pagina?) a danno dei cittadini, che non meritano di essere illusi ancora una volta. Come molti sanno, le Frecce (Rossa/Argento/Bianca) sono treni a libero mercato, e si sostengono con i soli proventi dei biglietti. Quando questi non bastano, intervengono le Regioni, e in Italia, l’unica Regione che paga Trenitalia (2,8 mln di €/annui) per garantirsi i collegamenti Freccia, è il Friuli Venezia Giulia. Lo Stato eroga servizi essenziali, poi i lussi… se li paga chi li vuole. La Regione NON LI VUOLE (Non compriamo i treni che costano 4 o 5 milioni, figuriamoci quelli ad alta velocità). Non vuole investire in nuovo materiale rotabile, non vuole ripristinare le tante corse soppresse, non vuole terminare la Matera-Ferrandina. E anzichè approntare un serio piano di investimenti, minaccia Trenitalia chiedendo contributi allo Stato che quasi certamente non riceverà. E’ il caso di dire… ”siamo davvero alla frutta”! Ora lasciamo pure perdere le esigenze dei poveri pendolari che sognerebbero di avere un treno che in tre ore li porti a Roma: qui il problema è di una regione intera che non viene in alcun modo tenuta in considerazione, nè da Trenitalia nè dal Parlamento lucano. Riteniamo non siano stati considerati aspetti assolutamente prioritari che discendono da precedenti programmazioni e/o progetti di sviluppo strategico del territorio meridionale, ormai palesemente abbandonato al suo destino da un Governo regionale che rischia, oggettivamente, di dimostrarsi incapace di esprimere progettualità e programmazione che guardi al futuro di questo territorio e dell’intero territorio lucano. A riguardo voglio rammentare come stazioni della fascia Jonica (Metaponto-Policoro) siano state declassate senza batter ciglio, provocando ulteriore riduzione del servizio, ed assenza di possibilità di incremento del numero di treni. Il paradosso é che mentre si ipotizzano grandi progetti (strade, elettrificazioni, raddoppio dei binari, etc…) le province di Matera e Potenza, già penalizzate per essere geo(polit)graficamente le più lontane dai centri economici e culturali della Regione\Nazione, continuano ad essere tenute emarginate da una politica che ha abdicato al suo ruolo di programmazione dello sviluppo del territorio e di tutela degli interessi collettivi, delegando, di fatto, a operatori economici che considerano, prioritariamente, i loro investimenti in termini di massimo ritorno economico. Laddove dovesse prevalere e radicarsi tale assunto, è chiaro che verrebbe meno la fiducia nelle Istituzioni, comunque e dovunque rappresentate (e dove i servizi più essenziali possono essere soppressi senza che nessuno alzi la voce? …NO GRAZIE). Chiediamo, dunque, che venga affrontata la problematica in oggetto per potenziare ed europeizzare l’obsoleto sistema dei trasporti in generale, e quello ferroviario in particolare, nel nostro territorio, e quindi nella Basilicata intera (che, si ricorderà, non può essere solo terra di conquista e/o disperato approdo, ancor meno avulsa da una visione strategica) per il suo sviluppo economico, turistico e sociale, attraverso la valorizzazione delle sue esclusive peculiarità culturali, architettoniche, artistiche, paesaggistiche, agroalimentari ed enogastronomiche, climatiche, ecc..
In attesa di un Suo riscontro, voglia gradire i miei più cordiali saluti
Davide Mecca