Basilicata & petrolio: “Eventuali sversamenti interesseranno anche il Melandro”

“Abbiamo il petrolio, prendiamocelo. Trivellare sembra essere diventata la parola d’ordine del governo italiano. Ecco perché in Basilicata – il più grande giacimento di petrolio dell’Europa continentale – le grandi compagnie petrolifere continuano a “spadroneggiare”. Contro la volontà dei cittadini. Ne parla persino il Wall Street Journal”: titola così il giornale on-line nazionale “TODAY”. E, stando a quando riportato, eventuali sversamenti interesseranno anche l’area del Melandro. Riportiamo qui sotto alcuni passaggi del dettagliato articolo di Today.

PETROLIO IN VAL D’AGRI – Gli appetiti delle grandi compagnie petrolifere, d’altronde, qui sono “saziati” da quasi trent’anni. Basti pensare che grazie alla Lucania, dove l’oro nero venne scoperto nel 1987, l’Italia è al quarto posto fra i paesi europei produttori di petrolio. La Val d’Agri, dove si concentra il bacino più 20120312105403_oilimportante, da sola produce l’82% del petrolio italiano e possiede il più grande giacimento di petrolio onshore (sulla terraferma) dell’Europa continentale. Le aree di estrazione sono gestite da una holding dove l’Eni ha la maggioranza del 61% e il resto (39%) è detenuto dall’inglese Shell. Non basta, evidentemente, dato che il governo italiano sta cercando di facilitare la strada alle trivellazioni, offrendo alle amministrazioni regionali e locali maggiori guadagni (le cosiddette royalties). Sperando così di superare l’opposizione che in passato ha ostacolato le operazioni di trivellazione. L’obiettivo, chiaro, emerge nel “Piano di sviluppo Val d’Agri” approvato nel gennaio 2012 in vista del raddoppio delle estrazioni delineato nel “Memorandum” firmato dall’allora ministro dello Sviluppo Corrado Passera: la produzione annuale di petrolio del Paese va duplicata, anche per tagliare i costi di importazione di energia di circa un quarto entro il 2020.

NUOVI POZZI, NUOVI OLEODOTTI – E proprio dal progetto del governo di raddoppiare la produzione petrolifera nazionale nasce il nuovo piano dell’Eni: un altro pozzo – chiamato “Pergola 1”, nel comune di Marsico Nuovo – e circa 24 chilometri di oleodotti petroliferi nasceranno sul territorio a ridosso di un’area protetta, in prossimità del fiume Agri, a pochi metri dalle case e dai campi coltivati. Un’area, ancora, in cui sono presenti le più importanti “sorgenti perenni” che portano acqua fino in Campania,  nonché in prossimità del sito di interesse comunitario “Monti della Maddalena” e sulla faglia sismica “Pergola-Melandro”. E continua: “Eventuali sversamenti di idrocarburi verrebbero trasportati nel fiume Melandro, poi nel fiume Bianco e poi ancora nel fiume Tanagro ed infine nel Sele e alla traversa di Persano inquinando l’area fluviale protetta Sele-Tanagro”

Fonte e articolo completo: CLICCA QUI

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *