Sardegna/Basilicata – Intervista al geologo Lizza: “In Basilicata nessun percorso di prevenzione”

POTENZA – In merito agli eventi che hanno colpito la Sardegna, e su cosa potrebbe accadere in Basilicata, abbiamo interpellato Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Anpas, che punta il dito contro la scarsa coscienza civica, che riguarda cittadini e politica. L’associazione Anpas è in prima fila, con 1500 volontari impiegati, per fronteggiare l’emergenza alluvione in Sardegna. La domanda più frequente che l’opinione pubblica si pone in questi giorni è questa: si poteva evitare questa sciagura con una campagna di comunicazione più accurata? Se la stessa cosa succedesse in Basilicata quali potrebbero essere gli effetti? Lizza risponde, a questa e a altre domande, nelle righe seguenti.

Perché il ciclone mediterraneo Cleopatra si è scatenato così duramente in Sardegna?
“In larga parte queste piogge forti erano state previste nell’intensità. Il ciclone mediterraneo creatosi due giorni prima lasciava intravedere precipitazioni consistenti, purtroppo il blocco dell’alta pressione presente ad ovest non ha permesso al ciclone di muoversi verso est ed ha generato il fenomeno molto pericolo delle precipitazioni auto generanti. Questa fenomenologia è abbastanza normale per il periodo, anche se quest’anno è stata esasperata dal contrasto termico molto forte tra l’aria fredda in arrivo sul mediterraneo occidentale con le temperature incredibilmente elevate delle acque del mare.   Il problema però, si badi bene, non è della natura. Oltre alla questione ormai assodata del consumo selvaggio del territorio e dell’edificazione selvaggia c’è un altro punto: nonostante la catena di comunicazione fosse partita in tempo dal Dipartimento, la catena si è bloccata e non è arrivata fino ai cittadini e non c’è stata una comunicazione corretta, sia prima dell’approssimarsi dell’evento sia durante l’emergenza.

Il geologo e responsabile nazionale Anpas, Carmine Lizza, con Titti Postiglione, responsabile DPC

Il geologo e responsabile nazionale Anpas, Carmine Lizza, con Titti Postiglione, responsabile DPC

Lizza, chi sono i colpevoli?
“Non esiste un vero responsabile, bisogna fare un cambio culturale: acquisire le norme di auto-protezione, non basta semplicemente avere un piano di protezione civile che indica quali sono le aree inondabili, bisogna piuttosto che queste pratiche diventino patrimonio comune di tutti i cittadini – e continua – c’è un’altra questione: quante volte succede che quegli stessi cittadini che ora si mordono le mani per aver costruito dove non dovevano in passato hanno fatto pressioni sulla politica per ottenere permessi per edificare in aree a rischio o peggio ancora in totale abusivismo”

E in Basilicata? Può succedere un evento simile alla Sardegna?
“Purtroppo si, la nostra storia recente ne è la conferma con i terribili fatti accaduti anche qualche settimana fa nel materano. Dal punto di vista geologico, nel suo complesso, la nostra situazione è addirittura peggiore di quella della Sardegna: buona parte dei nostri comuni risultano essere a rischio idrogeologico elevato”

In caso di emergenza come siamo messi in Basilicata?
“Ho seguito con molta attenzione l’accusa fatta dal Prefetto Gabrielli sulla mancanza dei Centri Funzionali, obbligatori dal 2004, in cinque regioni d’Italia tra cui la Basilicata. Questa struttura è indispensabile per la corretta gestione degli eventi metereologici in quanto fanno da raccordo tra quello che viene previsto dai modelli matematici a scala nazionale con quello che avviene sul territorio regionale. Questo passaggio è fondamentale per modellare quelli che sono gli scenari di rischio e la loro evoluzione allo svolgersi dell’evento segnalato e di conseguenza mettere in moto la macchina della Protezione Civile in emergenza che non è fatta solo dai volontari. Ad oggi nonostante quello che è successo nella nostra regione purtroppo non s’intravede nessun percorso di prevenzione”

Claudio Buono

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