Non abbreviare 2020 nei documenti, può essere pericoloso. Ecco perché

Per la sicurezza economica dei cittadini gli esperti consigliano di non abbreviare mai la data 2020 quando si firmano documenti importanti, come assegni, certificati di compravendita, mutui. Perché i rischi sono tanti e le truffe dietro l’angolo. In questo nuovo decennio non dovremmo solo abituarci a non scrivere più 2019 oppure ’19, ma siamo chiamati a fare attenzione perché scrivere soltanto 20 lascia la possibilità ai malintenzionati di completare la data a piacimento, per esempio aggiungendo 21 e facendo così diventare la scadenza il 2021 e non il 2020.

I tecnici del settore contabile spiegano che esistono molti modi per manipolare i numeri nei moduli ufficiali. Per esempio, se si trova un assegno compilato più di sei mesi fa, con la data l’1/4/20, si può semplicemente aggiungere 21 alla fine e il gioco è fatto: l’assegno non è più vecchio. Oppure, il caso di chi firma un accordo per un credito – un contratto tra un debitore e un prestatore -, che sia datato 1/4/20. Se non vengono pagati uno o due mesi delle rate pattuite, il creditore che deve riscuotere il debito dovuto in teoria può aggiungere nel contratto 19 alla fine di quella data e sostenere che il cliente deve corrispondere ancora oltre un anno di rate.

Questo problema riguarda quasi unicamente il 2020 perché l’abbreviazione dell’anno scorso, il 2019, come ’19 potrebbe essere cambiata solo in una data nel 1900 e l’abbreviazione del 2018 potrebbe essere modificata solo in una data nel 1800. A lanciare l’allarme – come riporta il sito della Cnn – è il dipartimento di polizia Usa (ma vale per ogni Stato) che ha aggiunto alcuni spunti. I revisori dei conti e le forze dell’ordine a stelle e strisce fanno sapere che “è ancora l’inizio dell’anno e non ci sono prove che qualcuno sia stato truffato in questo modo, ma è meglio prevenire che curare. È solo un’altra precauzione, un’altra possibilità per avvertire la gente che ci sono persone là fuori che potranno approfittare di te”.

Su WhatsApp gira già, comunque, un messaggio di allerta: “Un suggerimento pratico per quest’anno: quando scrivete una data nei documenti, durante quest’anno, abbiate cura di scrivere l’anno 2020 per intero: 31/01/2020, e non 31/01/20 soltanto, poiché è possibile modificare la data in 2000 o 2019 o qualsiasi altro a convenienza. Questo problema si verifica solo quest’anno. Abbiate cura di fare attenzione alla cosa! Non scrivete o accettate documenti con solo ‘20. Diffondete!”.

Il sito anti bufale americano, Snopes, ha analizzato approfonditamente questi messaggi sviscerando fonti e fake news, arrivando a una conclusione pubblicata nel proprio sito: “Scrivere una data per intero è indubbiamente una buona pratica, ma il giudizio se metterla in pratica o meno va esercitato con calma e senza allarmismo alcuno”. Come dire: uomo avvisato, mezzo salvato. Ma senza creare panico. Del resto, come fa notare Bufale.net, nulla è perduto se mai scriveremmo solo ’20: “Abbiamo mezzi legali per disconoscere documenti alterati o sospetti”.

Fonte: www.quotidiano.net

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