Basilicata, la regione della Cultura legge poco. Il 14% della popolazione non possiede neanche un libro

Il 14 per cento delle famiglie lucane non possiede nemmeno un libro e più della metà non supera i 25, meno di uno su 3 ne ha letto almeno uno nell’ultimo anno, ai musei si va solamente quando è gratis, i comuni hanno una spesa bassissima per cultura e salvaguardia dei beni culturali e abbiamo la seconda minore spesa pro capite del Paese per assistere a spettacoli. Benvenuti nella Regione della Capitale Europea della Cultura. Perché, a leggere i dati regionali della ricerca sulla situazione culturale del Paese pubblicata la settimana scorsa dall’Istat sembra che la Cultura sia solo quella che ci è stata lasciata dai nostri progenitori ma oggi, in Basilicata, produzione, elaborazione e consumo di cultura lasci molto a desiderare. Ciascuna delle due province lucane ha 5 tra musei e gallerie statali (in totale 20) di cui 4 a pagamento (in totale 8) e una con ingresso gratuito. Nei due istituti gratuiti nell’arco di un anno (il 2017) sono entrati 5.139 visitatori (3.298 a Potenza 1.841 a Matera), un dato difficilmente raffrontabile ad altre regioni ma tutto sommato modesto. Ma negli istituti a pagamento che ci sono i dati più sorprendenti. Perché se a livello nazionale praticamente due visitatori su tre (il 65,2%) entra dopo aver pagato il biglietto, in Basilicata i paganti sono la minoranza, il 43%, mentre chi entra gratis anche in istituti a pagamento è il 57%. E va anche peggio per le visite a monumenti e aree archeologiche. Ne abbiamo 5, di cui 2 gratuiti, ma non solo i tre a pagamento attirano una minoranza di visitatori (38mila contro i 50mila dei due pubblici) ma chi entra pagando è ancor più una minoranza: il 19% contro l’81 per cento di gratuiti. Gratuità che a livello nazionale sono appena il 32%. Ed è così che in tutto non si incassano nemmeno 18mila euro, una cifra che fa venire da pensare se abbia un senso mantenere spese per biglietti e controllo degli accessi. E se nell’unico museo statale presente a Potenza non ci sono ingressi gratuiti, la consistenza degli introiti non è sostanzialmente diversa: i 2.600 visitatori del 2017 hanno fruttato poco più di 10mila euro.

Un primato di cui non andare orgogliosi: la Basilicata è la regione italiana dove vengono effettuate meno ricerche negli Archivi di Stato a uso di studio. Appena 864 nell’arco di un anno (il 2016 in questo caso) e per avere un raffronto, il Molise (penultimo) ne conta 1.124. Gli stessi Archivi vedono la Basilicata al terzultimo posto per numero di mostre allestite (5, con 2.688 visitatori totali) e con nessuna partecipazione a mostre organizzate da altre gli Archivi Lucani ritornano sul fono della classifica. A difesa degli operatori, va però detto che si danno da fare: le 43 visite guidate organizzate nell’ambito dell’attività didattica ci fanno salire in una 12esima posizione che diventa ottava quanto a numero di partecipanti (2.189). E veniamo allo «spinoso» capitolo libri. Del fatto che il 14,2 per cento delle famiglie lucane non possegga nemmeno un libro si è già detto. E, specificando che nella ricerca contano anche i libri scolastici, il dato è abbastanza pesante anche perché le famiglie che hanno più di 100 volumi sono in totale meno del 20 per cento, precisamente il 18,5, mentre quelle che ne hanno meno di 25 sono il 50,6%. Del resto a che servono i libri se non si legge. E nell’arco dell’ultimo anno solo il 30,8 per cento dei lucani hanno letto libri e di questi più della metà (il 59,6 per cento) ne ha letto solo da uno a 3 mentre solo il 7,5 ne legge uno al mese. Dati molto diversi da quelli medi nazionali che mostrano come almeno il 41% degli italiani abbia letto almeno un libro nell’anno e il 13,4 almeno uno al mese. E, in media, le famiglie italiane con più di 100 libri sono il 25%, quelle con meno di 25 il 39,5.

I lucani potrebbero rimediare nelle 132 biblioteche censite in regione (l’1% di quelle presenti in Italia) di cui una sola statale. In quest’ultima in totale i lettori in un anno sono stati 32.513 (e qui la media è superiore a quella nazionale quasi di tre volte) leggendo 25.831 opere (il doppio di quanto avviene nelle altre biblioteche statali. Nemmeno gli spettacoli ci appassionano più di tanto. In totale nel 2017 ci sono state 1.063 rappresentazioni teatrali e musicali, 187 ogni 100mila abitanti contro la media nazionale di una ogni 289, e se a livello nazionale ogni rappresentazione ha 59 spettatori paganti, qui sono solo 26 (peggio di noi solo la Calabria con 20) e la spesa al botteghino media per lucano è di 2 euro e 49 centesimi a fronte dei 16,46 euro di media nazionale. 
Negli spettacoli di ballo va anche peggio. Anche qui le rappresentazioni sono inferiori alla media nazionale (7,1 ogni mille abitanti contro le 11 nazionali) e sempre ogni mille residenti qui i vendono 82 biglietti contro i 417 nazionali e al spesa pro capite lucana è di un euro e 21 centesimi contro i 4 euro e 12 cent nazionali. E a leggerei dati il problema non è di strutture: ogni 100mila residenti abbiamo 33 strutture teatrali (contro le 26 nazionali), 13 per concerti (16 a livello nazionale) e 99 strutture per ballo e concertini, non tante in meno delle 107 di media nazionale. dati sensibilmente superiori, ad esempio, a quelli del resto del Mezzogiorno dove, tuttavia, si registra proporzionalmente una più alta partecipazione agli spettacoli e una spesa grosso modo doppia rispetto alla Basilicata.

Al cinema non va meglio. A fronte di una popolazione lucana che rappresenta lo 0,93% di quella nazionale, qui si fanno solo lo 0,6% delle proiezioni e, cosa peggiore, si vendono solo lo 0,4% dei biglietti. In pratica ad ogni rappresentazione vengono staccati appena 21,6 biglietti, contro i 35,9 di media nazionale e siamo ultimi in classifica tra le regioni italiane. Così ogni spettacolo in Basilicata incassa 144,2 euro, mentre a livello nazionale 274. In pratica ogni lucano in un anno compre 0,7 biglietti del cinema /a livello nazionale sono 1,9), con una spesa media di 4,09 euro (11.93 la spesa media italiana). E bisogna aggiungere che la situazione è in peggioramento: nel 2017 la spesa dei lucani è stata di oltre il 21% inferiore a quella del 2016. Un calo che si registra anche a livello nazionale, ma contenuto all’11%. E nella cultura la PA crede poco Lucani poco amanti della cultura, insomma? Le amministrazioni pubbliche enons ono da meno. Le casse dei vari enti (amministrazioni centrali o locali) in Basilicata nel 2016 hanno destinato a questa voce l’1,7 per cento della spesa totale, con un forte balzo rispetto ai 5 anni precedenti (si andava dall’1% all’1,3%) ma decisamente meno del 2,2 per cento di media nazionale. I Comuni lucani, nello specifico, destinano a tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali il 5,4% della spesa corrente, meno dell metà del 13,3% speso a livello nazionale. E per di più, in questo ultimo caso, la spesa fa segnare una contrazione (trutto dei tagli ai trasferimenti e delle difficoltà di gestione dell’ordinario) che vede la spesa pro capite ridursi dai 10,8 euro del 2010 ai 8,4 del 2015 fino agli 8,5 del 2016. La cultura, insomma, è la prima ad essere tagliata, e quando ci si trova ad avere a che fare con gli stiopendi, la mensa scolastica e i servizi essenziali da assicurare ai cittadini è, per certi versi, anche comprensibile. E a proposito di Matera 2019 va precisato un aspetto: sul dato generale incide appunto anche la spesa di preparazione a Capitale della Cultura. Diversamente la situazione sarebbe peggiore. Sperando che l’investimento dia ora i suoi frutti non solo in termini economici ma anche di rilancio culturale.

(Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)

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