“Amori trovati per strada”. Silloge di poesie per tutte le età raccolte da Antonio G. D’Errico

Il libro che in quest’occasione poniamo sotto la lente d’ingrandimento è fresco di stampa e ci è giunto a sorpresa dalla capitale industriale d’Italia. Il mittente è il prof. Antonio G. D’Errico (nato a Monteverde), laureato in “Scienze biologiche” alla “Statale” di Milano, docente di “Scienza dell’alimentazione” in una scuola superiore di Bergamo, nonché sceneggiatore cinematografico, prolifico scrittore di romanzi e biografie, tra cui quella di Eugenio Finardi, Tony Cercola, Pino Daniele, Marco Pannella et al; vincitore più volte del Premio letterario Grinzane Pavese per la letteratura. Il titolo di copertina del volumetto è “Amori trovati per strada” (Controluna Edizioni, Roma, giugno 2018) e consiste di una raccolta di 26 poesie di lunghezza variabile, distribuite su 73 pagine e raggruppate secondo specifiche influenze: pavesiane, metastasiane, dantesche, ungarettiane, quasimodiane etc. Cosicché abbiamo: “Poemi d’amore”(pag.9), “Cantiche delle felicità mai raggiunte” (pag. 21), “Cantiche di Carnevale” (pag.31), “Cantiche della solitudine” (pag.41),”Cantiche tra cielo e terra” (pag. 51), “Pensieri d’amore” (pag.59) e “Canzoni per tutte le età” (pag.63). Sfogliando le pagine, notiamo subito che l’impaginazione è quasi perfetta, fatta da mani esperte, e non sembrano esserci refusi evidenti. La versificazione, fatta a regola d’arte, nel pieno rispetto della metrica, indicativa dello spessore culturale dell’autore, non abbraccia un unico stile definito, classico o moderno, ma una pluralità di stili: tante sono le “contaminazioni” e le variazioni metrico- linguistiche profuse a piene mani in un arcobaleno di polisemie che non sempre sono decifrabili di primo acchito. I moduli espressivi usati sono a volte referenziali, talvolta metaforici, spesso ermetici. Ma di là dallo stile variegato che caratterizza l’intero corpus, un dato essenziale è comunque rappresentato dalla tendenza del poeta alla narrazione, effetto evidente della poliedricità dell’autore, in cui emergono le figure primigenie del drammaturgo e dello scrittore, legate spesso da un fil rouge che agisce sotto traccia.Nella breve poesia di due strofe intitolata “Ho disceso le scale del mondo” (Pag.48), il poeta, attraverso il ritmo dell’enjambement e dell’assonanza, entra empaticamente nei personaggi anonimi quasi a trasformarli nei suoi alter ego: << Ho disceso le scale del mondo/ fino al fondo,/ tremante ho chiesto il sostegno /di qualcuno, /in mille hanno sollevato le braccia / a sostenermi / E siamo risaliti/ in alto fino al cielo,/ dove sopra di noi camminava/una folla di uomini senza volto. / Abbiamo chiesto loro una mano / per sostenerci, /hanno allungato i piedi/ solo per sotterrarci.>>. Dalle “Canzoni per tutte le età”, nella lirica di 4 strofe “Rimanimi accanto” (pag.65), attraverso una sorta di epanalessi, il poeta-personaggio sembra aver paura di perdere il proprio amore ed è disposto ad accettarlo incondizionatamente, con i propri pregi e difetti:<<Rimanimi accanto così come sei,/ senza promesse di eternità,/ senza affanni. / Rimanimi accanto così come fai, /senza parole per rompere i silenzi./Rimanimi accanto così, teneramente, nella trasparenza di un sogno proibito./ Rimanimi accanto così, leggera e chiara/ con la bellezza di fanciulla.>> Dalle “Cantiche della solitudine” estrapoliamo “I vecchi e il sole” (pag.43), di soli quattro versi che, con la loro icasticità, rappresentano perfettamente una scena di vita senile in un ideale paese del Mezzogiorno d’Italia, nascondendo forse la metafora dell’attesa della morte: << Sulle sedie spagliate/ fuori dalle case al sole/ i vecchi socchiudono gli occhi/ e aspettano/ e aspettano la sera.>>. Alla luce di questi versi, appare evidente che il D’Errico padroneggia magistralmente l’arte poetica in chiave narrativa, sfruttando al meglio la tecnica del flashback. L’unico “neo” è rappresentato dalla suggestione esercitata da facebook (abuso dei puntini di sospensione, che il Nobel Umberto Eco criticava aspramente), sulla poesia “Il vostro amore” (pag.17) : << (…) Certo, questo mondo non lascia speranze …/ Per questo la speranza è fuori dal mondo …/ Anche se lo neghi, il dubbio rimane:/ perché non puoi accettare di dover  rinnegare / i tuoi anni trascorsi a rincorrere /il vuoto/ di una passione che ti rimane, irrisolta … (…) >>. Una “debolezza” che si può perdonare a questo intellettuale eclettico che, dal Nord, dà lustro al nostro bistrattato Sud e che, attraverso un registro linguistico medio-alto, evitando la moda dei facili volgarismi, barbarismi e forestierismi, è riuscito mirabilmente a richiamare alla memoria il mondo povero delle “sedie spagliate”, ma eticamente ricco di una volta, mentre siamo immersi nella “società liquida” neobarbarica del terzo millennio.

Prof. Domenico Calderone

9 comments

  1. GERARDO D' ERRICO

    Grandissimo Prof. Domenico Calderone,

    per aver recensito con unica ed eccezionale maestria, la silloge poetica: Amori trovati per strada, Controluna edizioni, del mitico autore Antonio G. D’ Errico, che spazia dal teatro alla narrativa e da biografie di artisti e leader politici alla poesia.

    Bella l’immagine degli anziani del nostro amato paese, Monteverde ( AV ) ai confini con la Lucania ( il ns. bisnonno era di Rionero in Vulture), sulle sedie spagliate aspettavano la sera sonnecchiando, con la calura estiva.

    Infatti e’ una scena che mi ritorna spesso in mente, che se la ricorderanno in tanti dai quarant’anni in su.

    Grazie Prof. Calderone per aver saputo cogliere l’essenza del testo, sotto tutti i punti di vista e al magnifico sito Melandro News per averci ospitato.

    Richiamo l’appello dello scrittore e poeta Antonio G. D’ Errico, di voler rinunciare ad un panino e ad un pacchetto di sigarette, che tra l’altro fanno male alla salute, per donarsi questa silloge poetica: Amori trovati per strada, che cura l’animo e ci eleva ad essere Uomini.

    Un caro saluto a tutti i lettori della stupenda recensione e sperando di far cosa gradita allego il link dove poter acquistare il testo scontato, poco piu’ di 8 euro.
    https://www.amazon.it/Amori-trovati-strada-Antonio-DErrico/dp/8885791263.

    Con profonda stima e gratitudine.

    Uff. Stampa Autore
    Dr. Gerardo D’Errico

  2. Tullio

    Significativa e densa di emozione la seguente poesia:

    Nella breve poesia di due strofe intitolata “Ho disceso le scale del mondo” (Pag.48), il poeta, attraverso il ritmo dell’enjambement e dell’assonanza, entra empaticamente nei personaggi anonimi quasi a trasformarli nei suoi alter ego: <>.

    Cosa vuole dire il poeta ?
    Viviamo in un mondo di indifferenti, dove l’egocentrismo prevale su tutto e tutti e quando il ns. vicino ha bisogno di una mano d’aiuto in quanti siamo disposti a donarci? E’ una visione un po’ pessimistica che comuqnue rispecchia la societa’ attuale … emozionante anche I vecchi e il sole.
    Dalle “Cantiche della solitudine” estrapoliamo “I vecchi e il sole” (pag.43), di soli quattro versi che, con la loro icasticità, rappresentano perfettamente una scena di vita senile in un ideale paese del Mezzogiorno d’Italia, nascondendo forse la metafora dell’attesa della morte: <>.

    L’ eccelso ed oculato recensore ha davvero saputo scandagliare dentro e direi anche oltre i versi di questa silloge poetica. Grazie all’ Ufficio stampa per aver inserito il link dove acquistare il libro cosa che faro’ subito e spero facciano anche altri lettori appassionati della poesia e, questa silloge e’ davvero strabiliante che ti entra nel profondo dell’animo. Meglio infatti un pacchetto di sigarette in meno e\o un panino, che perdersi un capolavoro della poesia italiana… Complimenti vivissimi al poeta e scrittore Antonio G. D’ Errico, ns. conterraneo e Milanese di adozione per lavoro, un augurio sincero di un meritato successo.

  3. Tullio

    Mancava la poesia “Ho disceso le scale del mondo” (Pag.48),

    Ho disceso le scale del mondo/ fino al fondo,/ tremante ho chiesto il sostegno /di qualcuno, /in mille hanno sollevato le braccia / a sostenermi / E siamo risaliti/ in alto fino al cielo,/ dove sopra di noi camminava/una folla di uomini senza volto. / Abbiamo chiesto loro una mano / per sostenerci, /hanno allungato i piedi/ solo per sotterrarci.>>

    A dir poco unica e davvero toccante.

    La poesia e’ creazione, è una forma d’arte che crea.

    « Solo la poesia ispira poesia »

    (Ralph Waldo Emerson)

  4. Antonio Gerardo D'Errico

    Al critico spetta il giudizio analitico, allo scrittore, al poeta, l’idea: una volta, chiamata ispirazione. Adesso, con la contemporaneità degli stili di vita che pervadono attimi di esistenza più intima, l’ispirazione si fa visione, immagine, tremore dei sensi. Tutto concorre, al di là delle definizioni, alla bellezza, che non è proprio felicità o leggerezza: è armonia, più di ogni altra cosa, accordo, identificazione e riscontro. La gioia e la felicità rimangono nella sfera del quotidiano, come desiderio inappagato di leggerezza e di abbandono all’oziosità rigogliosa dei sogni.
    Il professor Domenico Calderone, a cui rivolgo la mia stima profonda nella sua veste di critico avveduto, capace di penetrare i contenuti dei segni, di dargli un nome, di nominare le figure sintattiche, ridefinendo forma e significati ulteriori, approda alla concettualizzazione delle immagini, che si fanno orizzonte, ampio, infinito. E nella mente e nell’anima tornano echi di colte lontananze, richiami emotivi, parodie di chi ha elevato la poesia a canto: “In questa immensità s’annega il pensier mio”. Anche il suo accostamento a forme liriche di grandi autori del passato – Dante, Metastasio – o di chi è più prossimo a questo nostro tempo – Ungaretti, Quasimodo – sono dedica e dono di chi ha anima e cuore indulgenti verso l’umana armonia, verso la concordanza e la bellezza. Certo sono ancora nitide e presenti, come un riflesso o un richiamo di bellezza, le emozioni nuove e parossistiche ricevute da ragazzi, tra i banchi di una scuola densa di silenzi vigili e di attenzioni profonde, ripetendo dalle pagine di un’antologia versi quali: “E mi illumino di immenso”. Il cuore schiudeva a quelle immagini e la fantasia spiccava il volo, come quando ripetevamo in gruppo i versi di Pascoli: “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d’antico: io vivo altrove, e sento/ che sono intorno nate le viole”. E ci pareva di poter volare come L’Aquilone del Poeta tra quelle viole: “Ed ecco/ ondeggia, pencola, urta, sbalza, / risale, prende il vento; ecco pian piano/ tra un lungo dei fanciulli urlo s’inalza.”. Ma bellezza era per noi ragazzi anche l’umiltà e la fragilità dolorosa del giovane poeta Corazzini, che chiedeva di non voler essere chiamato poeta: “Perché tu mi dici: poeta?/ Io non sono un poeta. / Io non sono che un piccolo fanciullo che piange. / Vedi: non ha che le lagrime da offrire al Silenzio. / Perché tu mi dici: poeta? / Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.”.
    Ci si potrebbe davvero perdere nel mare sconfinato delle emozioni che ci hanno regalato i grandi animi lirici di ogni tempo.
    Non mi avventuro certamente a fare similitudini tra quei versi e i versi della mia silloge Amori trovati per strada. Solo un pazzo e un fanatico potrebbe agire con così tanta sfrontatezza. Parafrasando Corazzini, potrei dire che le mie parole sono semplici parole comuni, e aggiungerei: hanno il desiderio di toccare il cuore delle persone più vere, più semplici, più vicine alla terra e al cielo.
    Le mie poesie sono una dedica all’infanzia, quella stagione della vita che ho trascorso, insieme ai miei compagni di un tempo, tra le case, le pietre, l’aria meravigliosa, la gente di una volta di un paese che c’era e adesso non c’è più. Non che sia scomparso. E’ solo mutato. Ma proprio per questo non è più il mio paese, quello che non riconosco nella bellezza semplice di una volta, di un tempo che ha cambiato tutte le cose. E tornandoci, ricerco nel silenzio delle case la bontà d’animo di quelle persone che una volta c’erano e ora non ci sono più.
    Amori trovati per strada è una dedica alle persone che animano ancora oggi le vie di quel paese, le persone semplici che conservano la semplicità di sguardo, di emozioni, di allegria, di doglianza delle persone di una volta, che sono custodite nella memoria e nei cuori di tutti.
    Amori trovati per strada è una dedica alla vita e all’amore, nelle sue forme più bizzarre in cui si manifesta e realizza. Ci sono semplici poesie che nascondono qualcosa di vero e di autentico. Anzi, per me, non sono neanche poesie. Sono confessioni. E soprattutto sono dediche: ai ragazzi di oggi, a quelli di ieri. Sono espressioni di umanità a cui ho cercato di dar voce: alle donne, ai figli, alle madri, a chi soffre in una galera, a chi di quella galera è artefice. Amori trovati per strada è ode, canto e cantica del “tempo tranquillo” e di altro tempo più burrascoso. Il mio augurio è che questo tempo trovi armonia, come in una grande sinfonia.

  5. Bell’ articolo consiglio vivamente di leggerlo. Sto leggendo il libro e consiglio vivamente di leggerlo e di acquistarlo. È veramente un bellissimo libro e faccio i miei complimenti allo scrittore Antonio G. D’Errico. Complimenti anche al professore Calderone Domenico, dell’ articolo scritto molto bene. Consiglio vivamente di leggere quest’ articolo.

  6. Tullio

    Bellissimo commento di mia nipote, figlia dell’autore Antonio G. D’Errico, scritto di getto e senza alcun suggerimento nonostante i suoi soli dieci anni,

    Buon sangue non mente… speriamo bene.

    Grazie al direttore di Melandro News Claudio Buono e al prof. Domenico Calderone per aver recensito in maniera egregia questa silloge poetica: Amore trovati per strada, Controluna edizioni.

  7. Gerardo

    Per mero errore di battitura per rispondere a Tullio,
    ho riscritto Tullio.

    A quanto pare il migliaio di visualizzazioni sono state superate
    sperando che siano di buona auspicio.

    Gerardo D’Errico

  8. GIUSEPPE

    Sono stato presente alla bella presentazione di Monteverde,dello scrittore Antonio G. D’Errico fatta dal Sindaco di Monteverde ( Av) Dr. Franco RICCIARDI.

    E’ una bella soddisfazioen che ci onora a noi cittadini di Monteverde e purtroppo emigrati per lavoro e siamo circa due tre mila persone.

    Non sapevo di tutti questi lavori del grande Antonio che andavamo a scuola assieme a Monteverde e poi a dodici anni mio papa’ decise di trrasferirsi a Cambiano in provincia di Torino. Cambiano e’ la nostra seconda citta’ che ci ha adottati e ci ha permesso di farci una famiglia. Purtroppo il Sud e’ stato sempre un problema il lavoro e il tornarci ogni anno e vedere che un tuo compagno di scuola e’ anche lui emograto per lavoro si e’ laureato in biologia ed e’ diventato unos crittore affermato non puo’ altro che emozionarti. Peccato che non c’era lui, ma anche il fratello Gerardo e’ stato molto attento e composto, cosi’ come il professore che poi e’ il recensore di questo articolo.
    Io ho parlato col prof. Calderone ed ecco perché ho pensato di dare il mio contributo con questo commento sperando che anche altri amici facciano altrettanto.
    Ho preso questo libro di poesie e dico che veramente e’ bellissimo infatti mi ha colpito la poesia che lesse il professore calderone durante la premiazione i vecchi e il sole … Bellissime anche le dediche al Sindaco peccato pero’ che l’acustica lasciava a desiderare. Antonio quindi e’ una vera eccellenza irpina e questo e’ importante che l’amministrazione il Sindaco, il vice abbiano dato questo premio, ma direi visto le biografie di Pino Daniele, di Eugenio Finardi, di Marco Pannella e se ho capito bene anche di altri cantanti, Antonio merita a mio avviso direi modesto, sempre piu’ spazio in televisione e noi i soliti noti che nessuno vuole sentire e vedere… Anche il marito della giornalista Filomena Rorro, il povero Ivano Balduini morto giovane era un’ottima persona che conoscevo bene in quanto giocavamo sempre a pallone assieme.

    Un augurio che tutto proceda bene per Antonio che ci siano soddisfazioni ad ampio raggio e noi suoi compaesani non possiamo che esserene orgogliosi e fieri.

    Grazie a tutti.

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